64. Now or never

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Qualcuno bussa alla mia porta, così chiudo il libro che stavo leggendo e lo appoggio al mio fianco, sul letto.
«Avanti» dico, vedendo subito la porta della mia camera aprirsi.
Seth entra cauto, richiudendola alle sue spalle.
Ha la testa bassa e le spalle piuttosto tese mentre si avvicina a me.

Uno strano senso di ansia mi fa venire il mal di stomaco.
Spero sia venuto per scusarsi e cercare di stabilizzare la situazione.
Oramai è qui da due giorni e non si è mai fatto avanti, quindi spero che questa sia la volta buona.
Voglio finire questa guerra fredda.

«Ciao» saluta, sedendosi vicino ai miei piedi.
Faccio un cenno con il capo.
«Sono venuto qui...» si schiarisce la gola, «Per parlarti» conclude, rimanendo però in silenzio.
Gli lascio qualche secondo per fare mente locale.
Lo so che non è una cosa facile.
«Mi dispiace da morire per quello che è successo l'altro giorno» sussurra, guardandosi le mani.
«Guardami negli occhi Seth» lo scongiuro con il magone che mi fa male in gola.
Alza la testa dopodiché la volta nella mia direzione e fa scontrare i nostri occhi.
Sono entrambi lucidi, ma siamo così orgogliosi da non esporci troppo.
Io e mio fratello abbiamo questo difetto di non abbassarci mai.
In un certo senso ci fa paura chiedere scusa.
Abbiamo litigato poche volte nella vita, ma quelle volte non ci siamo parlati per giorni.

«Ero accecato dalla rabbia e non ho visto quanto ti stavo ferendo» si morde il labbro inferiore per trattenere le lacrime.
«Non avrei mai voluto farlo Emma. Sei una delle donne più importanti della mia vita» mi guarda con trasporto, facendomi percepire a pieno le sue emozioni.
«Non voglio perderti» sussurra, afferrandomi una mano.
«Non mi perderai» finalmente rompo quello strato di rancore e sofferenza.
«Parliamone per bene, per favore» mi prega.
«Okay, cosa vuoi sapere?» domando, tirando su con il naso.
«Tutto Emma» annuisce lentamente e così faccio anche io.
«Tyler ed io ci siamo messi insieme dopo circa tre mesi che ci conoscevamo. La verità è che io non sapevo ancora nulla. Credo però che il suo amore fosse vero, puro, ma aveva paura delle conseguenze» passo le dita sulle pieghe del lenzuolo, «Abbiamo passato momenti bellissimi» sorrido, ripensando a tutti i baci e le carezze che ci siamo dati.
«Ci siamo innamorati Seth» ammetto, «E poi è crollato tutto. È stato difficile iniziare, ma la fine è stata più semplice di quanto mi aspettassi» asciugo velocemente una lacrima che è sfuggita al mio controllo.

Fa ancora male ripensare a certe cose, a come mi sono sentita, a come ho desiderato che sparisse dalla mia vita.
Penso che certe cose non si possano dimenticare.

«Mi ha confessato tutto. Ci siamo allontanati, ma abbiamo capito che abbiamo bisogno l'una dell'altro così eccoci qui» alzo lo sguardo per incontrare quello di mio fratello.
Rimane in silenzio, probabilmente a pensare.
«Ti farò solo una semplice domanda» sussurra, «Lo hai perdonato?» domanda.
«Sì» rispondo senza nemmeno aver bisogno di pensarci.
«Al cento per cento?» aggiunge, facendomi sentire interdetta.

Rimango in silenzio, a pensare alla sua domanda.
L'ho fatto davvero?
Completamente?
Ho rimosso tutto dalla mia testa?

«No» sussurro, «Non si può dimenticare Seth. E non ho intenzione di farlo perché questa debolezza può solo renderci più forti» rispondo sicura delle mie parole.
«Pensi che ti ami veramente?» chiede senza alcun segno di cattiveria.
«Dovresti chiederlo direttamente a lui» sorrido, scrollando le spalle.
Mostra i suoi denti bianchi, dopodiché si gratta la testa.
«Hai ragione» dice semplicemente dopodiché si alza.
Posa un leggero bacio sulla mia testa.
«Dove vai?» domando stupita dal suo comportamento.
«A parlare con Tyler» risponde tranquillamente, lasciandomi sola nella stanza con ancora la sensazione delle sue labbra sulla mia testa.

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