19. Se ci sei, non ho paura

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||Ryn pov.||

Andai velocemente a cambiarmi togliendo finalmente tutti quei vestiti rosa inquietanti.

Sfeci i codini, infilai i miei favolosi jeans strappati assieme alla felpa gigante e finalmente mi sentii di nuovo me stessa.
Anche se dovevo ammettere che era stato davvero molto divertente vedere la reazione di Yoongi...come non riuscisse a concentrarsi a causa mia, il modo in cui non mi staccasse gli occhi di dosso.

Mi aveva fatta sentire bella, sexy e desiderabile.

Ero sempre stata una persona sicura di me, sapevo perfettamente che effetto ero in grado di suscitare in un ragazzo e ciò mi aveva dato una decisione ed un'autostima che poche ragazze avevano.

Eppure con Yoongi, tutto era diverso.
Ogni cosa diventava come una prima volta e le sensazioni erano così amplificate da mandarmi su di giri.

Immersa in questi pensieri salutai Eleanor restituendole i vestiti ed uscendo da scuola.
Aspettai di fronte al cancello e non appena Yoongi arrivò, ci avviammo nel parcheggio.

Stavo camminando per andarmi a sedere nel lato del passeggero quando il ragazzo di tutta fretta mi superò aprendo lo sportello ed aspettando.
Sbattei ripetutamente gli occhi passando lo sguardo da lui alla portiera aperta.

Non osava guardarmi negli occhi mentre un leggero rossore gli imporporava le gote.
Era la seconda volta che apriva lo sportello per me, la prima era stata solo il giorno prima per portarmi in ospedale.

<<Non ti darò comunque ripetizioni di matematica se fai il galante.>> lo stuzzicai.

Si morse il labbro nervoso incitandomi a salire:
<<Oh sta zitta e sali, cavolo.>>

Decisi di non turbarlo troppo e feci come mi chiese.

Ed eccomi lì, ancora una volta chiusa nell'abitacolo di quell'auto assieme a Min Yoongi.

<<Da che parte bisogna andare?>> chiese indicazioni.

Fissai fuori dal finestrino:
<<Devi immetterti nell'autostrada>>

Gli diedi le indicazioni necessarie per proseguire.

Un peso sul petto cominciò a divorarmi dall'interno.
Il silenzio regnava nell'abitacolo e man mano che percorrevamo i chilometri l'ansia dell'ignoto...dello sconosciuto s'impossessò di me.
Cosa sarebbe accaduto?
Cos'avrei trovato una volta arrivata?

E il non avere una risposta a quelle domande, non poteva certo rassicurarmi ne tantomeno presagire nulla di positivo.

Iniziò a piovigginare di poco.
L'unico rumore era quello delle gocce sul vetro e del tergicristallo che le spazzava via per permettere di vedere la strada.
Odiavo la pioggia.
Mi riportava indietro a ricordi sgradevoli che volevo cancellare.

Yoongi non diceva nulla, né mi domandava quale fosse la nostra destinazione e per tutto quello gli ero infinitamente grata, anche se mai lo avrei ammesso ad alta voce.

Poggiai la fronte sul finestrino chiudendo gli occhi.
Sentivo la stanchezza impossessarsi del mio corpo.
Il viaggio sarebbe stato ancora lungo e finché seguiva le indicazioni che gli avevo dato non aveva bisogno di sapere altro.
Mi concessi un attimo per rilassare i muscoli e mi addormentai.
.
.
.
Un rumore improvviso mi fece aprire gli occhi.
Con confusione notai che l'auto non era in movimento.
Mi guardai intorno notando un distributore di benzina.
Yoongi non era più al suo posto di guida, ma alla pompa che aspettava riempisse il serbatoio osservando svogliatamente il numerino sul macchinario.

Senza farmi notare lo osservai attraverso lo specchietto retrovisore.
La sua bellezza mi colpiva ogni volta che mi soffermavo a guardarlo.
Non sapevo cosa stesse accadendo dentro di me, ma Yoongi aveva un qualcosa, che non sapevo spiegarmi, ma attirava totalmente la mia attenzione.
Chi era lui per avere un tale potere su di me?

Daddy || Min Yoongi ||                                    (IN CORSO)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora