23. Complicità

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||Ryn pov.||

<<L'hai scritta tu?>> il mio lieve ed esitante sussurro ruppe il silenzio della stanza.

<<Si, cioè...n-non lo so, l'ho fatta sul momento a dire il vero>> balbettò insicuro vedendo i miei occhi sgranarsi sorpresi.

<<Wow, ehm...forte>> conclusi a disagio.

Non sapevo bene come relazionarmi a lui, dovevo ammettere che mi aveva piacevolmente stupita.

Lo osservai di sottecchi mentre fingevo una sicurezza che stava iniziando a vacillare, notando un timido sorriso spuntare sulle sue labbra.
Osservai il paesaggio fuori dalla finestra alzandomi svogliatamente per non incontrare il suo sguardo fisso sulla mia figura.

Era così strano che proprio noi due diventassimo così insicuri in presenza l'uno dell'altra, eppure era anche qualcosa di piacevole.
Qualcosa di sorprendentemente nuovo per me.

<<Vieni, ti faccio fare il giro della villa e poi del lago>> m'incitò prendendomi per mano senza rendersene conto.

Come scottata, mi scansai al volo dal suo tocco caldo e tentatore borbottando:
<<S-so c-camminare da sola>> era la prima volta che balbettavo da quando ero nata per la miseria!
Non sapevo cosa avessi, il mio cuore non voleva saperne di rallentare la propria corsa e la mia mente continuava a ripercorrere quelle dolci note e il viso concentrato di Yoongi.

Affrettai il passo come per scappare da lui scendendo gli scalini rapidamente.

Yoongi mi guidò per le stanze desolate di quell'enorme posto.

I mobili della cucina, dai cassetti tutti aperti, i muri pieni di scritte strane fatte da qualche idiota con le bombolette.

Arrivammo di fronte ad un'enorme scalinata bianca in marmo che dava accesso alla grande mansarda.
Da lì la vista era incredibile; si scorgeva l'ala ovest dell'edificio dal tetto ormai totalmente crollato, mentre dal lato opposto la grande distesa d'acqua congelata in più punti per il freddo.
Tutto attorno gli alberi che alti si estendevano nel cielo coprendo quel luogo paradisiaco dagli occhi indiscreti del mondo esterno che vorace rovinata e deteriorava tutto ciò che poteva.

L'aria era fredda e sferzava talvolta con prepotenza, talvolta con delicatezza scompigliandomi i capelli e portando il mio cuore a sentirsi più leggero come se potesse volare.

Tornammo dentro arrivando nella sala da pranzo ricolma di piatti, posate e bicchieri impolverati e rotti.

<<Attenta ai vetri>> borbottò preoccupato indicando un ammasso informe abbandonato a terra che un tempo era stato sicuramente un meraviglioso specchio.

Vi passai accanto col timore di rovinare ulteriormente un oggetto che già era stato rovinato da qualcuno che ne aveva avuto poco conto.

<<Come mai è stato abbandonato questo posto?>> decisi di chiedere.

<<In realtà non lo so - si accucciò passando sotto ad una trave portante che aveva ceduto - ma so per certo che c'è stato un incendio. - indicò vari muri dal legno totalmente annerito - non conosco bene la storia di questo posto, si diceva che ci abitasse una famiglia e che beh...>> non servì che proseguisse col suo racconto, avevo già capito che intendeva dire che erano morti bruciati nell'incendio.

<<Però...quel pianoforte. È perfettamente intatto, ed è una cosa che mi ha sempre colpito di questo luogo>> proseguì Yoongi.

Ed era vero, io stessa avevo notato le ottime condizioni dello strumento.
Persino la polvere sembrava aleggiargli attorno senza intaccarlo,  come una sorta di magico incantesimo che proteggeva qualcosa che per qualcuno aveva potuto avere un importante significato.

Daddy || Min Yoongi ||                                    (IN CORSO)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora