Capitolo 14

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                                                                                                                                                                                  Play,
The weeknd,Hight for this
                                                                                                                       


<<Andiamocene da qui>> La sua voce è rauca,come se facesse sforzo solo a parlare. Stavo per proporre la stessa cosa.

<<Ottima idea>> Lo afferro per un braccio e mi faccio strada verso il parcheggio.In auto l'aria sembra mancare e le mie guance solo accaldate.

<<Che ne dici del Canaan Motel?>> stacca gli occhi dalla strada per guardarmi un attimo e sondare la mia reazione.

Annuisco sovrappensiero,e solo pochi minuti duranti un'eternità l'auto si ferma all'ingresso per farmi scendere.Quando ho tempo di rimanere da sola all'aria fresca mi si schiariscono le idee e riesco a vedere finalmente il quadro completo della situazione.

<<Cazzo>> borbotto cercando invano la borsa per recuperare cellulare e chiavi della mia auto rimasta al locale.<<Ma cos'ho che non va?>>

Due mani mi afferrano i fianchi ed un sorridente Alex mi spinge leggermente verso l'entrata del motel.La hall è piccola e antiquata,l'odore di polvere mi investe le narici.

<<Una camera per due,grazie>>Alex prende la carta di credito dorata che tiene nel portafoglio e la porge al bancone.

La ragazza resta un attimo a fissarci come se fossimo responsabili di una rapina ma poi ci porge una piccola chiave.Su di essa è impresso il numero 107.

La camera centosette è proprio come me l'aspettavo,dall'aspetto angusto e polveroso. Un letto matrimoniale al centro della stanza dal copriletto marrone,la carta da parati a motivi psichedelici anni '80,un minifrigo nell'angolo e un bagno.

<<Beh non è granché ma non mi lamento>> dice per spezzare quell'insolita tensione che si era andata a creare.Alex si siede sul letto e resta a guardarmi dal basso attraverso le sue ciglia scure.

<<Ho sbagliato a venire qui.>>ammetto tutto d'un fiato. Mi sento ridicola quanto una scolaretta al suo primo menarca.Se solo potessi morire, ora sarebbe il momento perfetto. Dio uccidimi ora se puoi.

Resta a guardarmi per una frazione di secondo,poi si alza e mi raggiunge.<<Perchè tutto ciò dovrebbe essere sbagliato?>> mi sussurra vicino al volto.<<Questo è sbagliato?>> intreccia le dita nei miei capelli tirandoli leggermente dietro.<<E questo?>> un tocco leggero mi sfiora la coscia sinistra.

E ad un tratto le sue mani sono ovunque, sul mio volto,sulle mie gambe.Mi spinge contro il muro,intrappolandomi.

Gli tiro delle ciocche di capelli scuri per fargli abbassare il volto e nel frattempo mi tolgo la giacca,gettandola a terra e restando con addosso il reggiseno nero.Afferro la sua maglia,togliendogliela e armeggio con la cintura dei pantaloni.La sua bocca è distante pochi millimetri dalla mia,eppure non mi ha ancora sfiorato.

Quando mi bacia,le sue labbra sono calde e morbide. La leggera barba che ha sul viso mi punge il mento,solleticandolo.Avvolgo le gambe attorno ai suoi fianchi,mentre lui mi solleva ed io non riesco a smettere di baciarlo.E' come se fosse la mia dose preferita di eroina.Non riesco a farne a meno

non riesco

non riesco

non riesco

E'come essere baciati dalla stessa essenza del paradiso.

Ma la discesa dal paradiso all'inferno è un attimo.

Scivolo lungo la parete e mi porto le mani alla gola,artigliandola in cerca di un briciolo d'aria.Le mie vie aeree sono completamente chiuse e la vista mi si appanna.Non riesco a vedere nulla,oltre che dei puntini rossi e neri che sfilano davanti ai miei occhi.

Sono a terra,a carponi a chiedermi cosa mi stia succedendo,a tastare la moquette in cerca di un aiuto,di qualunque cosa. In cerca di Alex.Il panico mi assale solo quando tra un punto rosso e l'altro riesco a distinguere il volto compiaciuto del ragazzo accanto a me.

Il suo sorrisetto sadico è l'ultima cosa che riesco a vedere prima di cadere in un mondo buio e sconosciuto.




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