Capitolo 1

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Waiting Games-Banks


« Quindi un serpente,
che non può essere incantato
fece il suo nido tra le radici dell'albero huluppu.
L'uccello Anzu mise i suoi piccoli tra i rami dell'albero
e la vergine oscura Lilith costruì la sua casa nel tronco. »

-L'albero huluppu.

Fairfield,Maine.

Oggi


Oggi è uno di quei giorni.

Uno di quei giorni in cui tutto mi fa perdere la testa.

A cominciare dai raggi che fastidiosamente illuminano il mio volto,per finire alle scarpe che giacciono a terra ancora sporche di sangue.Passo le mani nel groviglio disordinato di quelle che sono le mie ciocche ondulate. Cerco di sciogliere invano un nodo, ma le dita rimangono incastrate in quello che dovrebbe essere un rivolo di sangue ormai secco.

Mi alzo ed è come ritrovarsi in mezzo al sole: le enormi vetrate proiettano una sfumatura rosata nella stanza.
Ho sempre avuto una strana ossessione per la luce. Che siano  semplici raggi solari, una candela in un angolo, una piccola lampada o la luna, non voglio altro che la luce illumini il mio viso.

Vorrei potesse illuminare ogni cosa.

Osservo la mia mano sfiorare la proiezione obliqua di un raggio e cercare di afferrarla invano.Per un momento riesco quasi ad immaginare il cambiamento cromatico del colore delle mie iridi sotto influenza della luce solare,se solo avessero avuto la capacità di farlo.

Nessuno poteva immaginare le lotte che intraprendevo ogni mattina al risveglio,ci voleva un coraggio enorme per spingere via le coperte sentendomi schiacciata da tutti i miei fantasmi.

Ma come ci si sveglia da un incubo se non sei addormentato?

Lentamente, molto lentamente, l'interminabile brusìo nella mia testa prende forma come ogni mattina al mio risveglio. Mugolii,piccoli sussurri appena accentuati,pianti di disperazione. Vere e proprie grida che mi prendevano allo sprovvista e lamenti carichi sofferenza risuonano perpetue nelle mie orecchie da un tempo che mi sembra infinito.

Mi tormentano giorno e notte giorno e notte giorno e notte giorno e notte

tranne

quando dormo. Ma nel sonno prendono sopravvento i miei incubi peggiori e a volte sono quasi grata di non sentire in quel momento le lamentele dei dannati.

Dopo tutto questo tempo mi domando ancora perché io possa sentirli nonostante tutto. È come se fosse una specie di frequenza radio impostata direttamente sull'inferno,pronta a farmi impazzire.

Mi chiedo anche se io sia già impazzita.

Lo sono?

<< Sei fuggita. Ti aspettavi un comitato di benvenuto assieme a rose e confetti? Nessuno scappa da senza conseguenze.>> dico ad alta voce a me stessa. Forse cerco soltanto di autoconvincermi.

Scrollo la testa cercando di ignorare tutte quelle voci e mentalmente immagino di poterne diminuirne il volume.

Ma oggi

diamine

oggi sarebbe stato diverso,
come ogni volta che mi arrendevo al richiamo.

Oggi la mia maledizione mi darà tregua. Mi lascerà respirare almeno un po'.
Non mi avrebbe pungolata,non dopo quello che ho fatto ieri notte.

Cerco di non osservare il mio riflesso quando passo di fronte lo specchio e mi infilo velocemente nella doccia. Lascio che i vestiti che indosso si inzuppino completamente e ignoro con tutta me stessa la pozza scarlatta che si sta formando ai miei piedi.
Lavo con cura ogni chiazza,ogni segno  amaranto che si è incrostato sulla mia pelle e sotto le unghie.

E quando sono pronta lo faccio.

Mi fermo ad osservarmi allo specchio.

L'hai rifatto.

Sei un mostro senz'anima.

Tocco il livido sul collo che mi sono procurata il giorno prima e provo a sopprimere il dolore. È di un orrendo color cobalto e sembra avere tutte le intenzioni di espandersi fino alla spalla sinistra.
Non guarisco più velocemente come prima, penso. Più rimango sulla Terra più il mio corpo tende a confondersi con la quella che è la biologia umana.

Opto per un dolce vita marrone a collo alto e un jeans di un nero un po' scolorito. La stoffa del collego pizzica un poco la mia pelle al di sotto.

<<Per lo meno lo nasconderà.>> mi dice Melissa appoggiata allo stipite della porta del bagno.

Sussulto. Non mi ero accorta della sua presenza.

<< Da quanto tempo sei qui? >> chiedo cercando di ricompormi. Mi ripeto che non m'importa che mi abbia vista sporca di sangue, quasi fossi un animale selvatico. Ripeto che non m'importa della sua reazione, di ciò che pensa di me.

<< Non da molto. Che hai fatto al collo? Non ti sarai di nuovo mischiata in quel brutto giro di Seattle... >> Si avvicina cercando di sbirciare sotto il mio maglione per vedere meglio.

Sei fortunata. Non ti ha vista questa volta.

Non dovrai cancellarle la memoria, di nuovo.

Prendo un sospiro di sollievo.

Perché m'importa così tanto? Tanto meglio, no?
<<Oh, credimi Mel. I ragazzi di Seattle non erano poi così male considerando tutto...>>

<< Cosa vorresti dire? >> il suo sguardo blu si fa allarmato e le sue pupille si dilatano.

Scuoto la testa e le dico di non preoccuparsi. Mel è quella che considero la finta madre che non ho mai avuto. Ma è fin troppo apprenziosa per quelli che sono i miei gusti.

forse dovrei soltanto reinpostarla un giorno di questi.

Quando esce dal bagno sotto mia richiesta, prendo a spazzolare sovrappensiero la lunga chioma scura che arriva a toccarmi quasi il bacino.

Mi concentro su quegli occhi un pò troppo neri e cerco di intravederne la piccola pupilla senza risultati.
Hanno sempre avuto un'aria violenta e crudele.
E forse credo di capire il detto"gli occhi sono lo specchio dell'anima".

Così scuri da ricordare un tunnel senza fine,spenti e vuoti da far paura.

Apro l'acqua del lavandino e la osservo defluire nello scarico,mi bagno il volto senza imperfezioni.Preso l'astuccio delle lenti a contatto incolore,le applico.

Non vorrei combinare guai,penso.

Metto un rossetto rubino sulle labbra piene,poi le faccio schioccare tra loro.
Mi raddrizzo davanti la superficie dello specchio e guardo la ragazza che ho davanti.

<<Oggi sarà diverso.>>

Cerco di abbracciare quell'affermazione per renderla più vera alle mie orecchie. Sbatto le palpebre una,due, tre volte di seguito.

Dicono che la pratica renda perfetti.

Ed io sono una bugiarda perfetta.















*Spazio spazioso:
I capitoli sono per ora in revisione,ma non li stravolgerò molto,correggerò i vari errori e qualche frase. Perciò niente paura.
Come vi sembra questa protagonista?

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