Capitolo 15

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Hidden citizens,Paint it black cover



Ancor prima di svegliarmi avverto di essere in pericolo.

Tutti i miei sensi sono allerta.

Le braccia mi danno un enorme fastidio,cercano di trattenere tutto il peso del mio corpo da chissà quanto tempo.

Sto dondolando da ore,forse giorni.

Metto a fuoco tutto ciò che ho davanti gli occhi.

Il soffitto è di un blu cupo puntellato di piccole stelle,il lungo corridoio che si apre di fronte a me è un arcobaleno di colori.Il blu,il rosso,l'argento e l'oro si fondono tra loro creando delle policromie.Le lunghe vetrate colorate rendono il posto più colorato di quanto immaginavo.E' una cattedrale.

Un uomo sta accendendo delle candele infondo all'altare color porpora.Soffia sulla piccola fiammella del fiammifero e si gira verso di me per osservarmi.

Alex.

<<Devo ammetterlo,quando ho progettato di portarti qui speravo in qualcosa di spettacolare.Tipo che tu prendessi fuoco o cose simili.>> gesticola con la mano mentre si avvicina.Il rumore suoi passi riempiono ogni cunicolo,ogni angolo.La mia mente conta solo i suoi passi a rallentatore,non riesco a pensare in modo sobrio.Sento la testa pesante e piena di ragnatele.

<<Mi hai drogata.>> riesco a dire alla fine collegando alcuni ricordi.

<<C'è voluto un bel po di veleno per farti perdere i sensi.Non è stato facile.>>dice passandosi una mano sulla fronte.Poi la alza e mi sorride.<<Ma eccoci qui.>>Abbraccia la chiesa con un gesto.

<<Sei un tipo teatrale>> dalla gola mi esce un ghigno <<Vuoi già convolare a nozze?Il miglior primo appuntamento che potessi desiderare.>>

Fa un piccolo inchino<<Sono un tipo romantico>>

Testo la catena che mi lega le braccia al tetto con degli strattoni.

<<Oh non scomodarti,non riuscirai a liberarti.E' composta da piccoli frammenti di ossidiana.Ho fatto i compiti questa settimana>> Mi fa l'occhiolino ed io mi immobilizzo quando vedo l'Onix nelle sue mani, lo gira e lo rigira mentre lo osserva.<<Curioso venire a conoscenza di un'arma del genere solo ora,non trovi?>>

Ignoro la sua domanda<<Come hai fatto a portarmi qui?>>

Si avvicina ad un pilastro e vi si appoggia mollemente con le mani conserte.<<Vediamo>>sfrega le mani tra loro per creare calore.<<Sei venuta con me fino a quello squallido motel e ci siamo baciati.E' stato piuttosto semplice>>

Scuoto la testa incredula<<Ti sei messo del veleno sulle labbra>> rispondo al posto suo risolvendo il mio quesito.

<<Perspicace>> annuisce<<Per quanto fosse una dose così alta da mettere fuori combattimento chiunque,ti ha solo rallentato.Per il resto ho dovuto fare da me>>tira fuori un siringa usata,probabilmente con quella mi aveva iniettato il resto della roba.

Sono così sconvolta da me stessa che mi accorgo solo ora di indossare ancora il pantalone ed il reggiseno.<<Avresti potuto prenderti un minuto per rimettermi la giacca,almeno>>gli dico.

Mi guarda di traverso e sogghigna.<<Oh in questo modo è tutto più interessante>> commenta.

Mi si avvicina con il coltello e devo restare concentrata per non mostrargli la mia paura.Quell'arma mi terrorizza.

Gira attorno a me più volte<<La regina nera. La madre di tutti i demoni. La sopravvissuta.>> mi si ferma di fronte e mi punta il coltello alla giugulare.<<Come hai fatto a sopravvivere per così tanto tempo?>>

<<Sopravvivere è la cosa che mi riesce meglio>> Sferro un calcio prima che lui se ne possa accorgere nello stomaco,allontanandolo da me di qualche decina di metri.

Le mie ali esplodono nere ed evanescenti,lasciando andare una miriade di corvi tutt'attorno e le avvolgo attorno alle catene cercando di romperle.Il ferro mi graffia e mi strappa via la carne ma non m'importa.<<Pensavi davvero che queste mi avrebbero trattenuta?>>

Pezzi di cemento e scaglie di legno piovono su di me quando riesco a liberarmi ed uso le stesse catene per sferrare un colpo ad Alex.Lo prendo in pieno viso ma l'unica che riesco a sortire è un risolino.Quando si mette in piedi,la gravità attorno sembra flettersi e rimbalzarmi addosso come fosse una frustra.

Le sue ali bianche sono maestose e illuminano di una luce candida le colonne grigie attorno a noi.

E' un angelo.

E' lui.

E'qui per me.

E'il mio peggior nemico.

<<Pensavo che tutti gli angeli fossero con i riccioli d'oro e le guance paffute ma a quanto pare mi hanno mandato l'unico sociopatico del paradiso>> cerco di dire quando mi sferra un calcio e finisco contro una parete.Ma non sento niente fisicamente.L'unica emozione che riesco ad identificare nel caos della mia mente è il dolore.

Provo solo dolore dolore dolore.

Avrei voluto dire così tante cose.

Mi dispiace

non volevo essere così

ti prego non guardarmi in questo modo.

Sul suo bel viso si disegna una smorfia e mi punta un dito accusatorio contro<<Avevo il sospetto che fossi tu dal primo momento che ti ho incontrata ma ho sperato fino all'ultimo che non fosse così.>>

<<Sono io.>> Alzo il mento in preda ad un briciolo d'orgoglio,ma sono così stanca di dimostrare la mia forza.<<Quella che ti hanno detto di uccidere sono io.>>  

A S H E S #Wattys2019Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora