4. LIVIDI, SANGUE E CARAMELLE
“The world was on fire and no one could save me but you
It's strange what desire will make foolish people do
I never dreamed that I'd meet somebody like you
And I never dreamed that I'd love somebody like you.”
(Wicked game, Chris Isaak)Amabel lentamente si voltò verso Dominic, che si era fatto accompagnato da un amico.
“Sì, è così che mi chiamo.” Disse lei abbozzando un sorriso. Michael al suo fianco ridacchiò per quella risposta. L’espressione di Dominic era furente, fissava la ragazza con insistenza.
“Cosa ci fa una donna della tua levatura in un posto del genere?”
“Sono qui in qualità di medico. Inoltre, se fossi qui per divertirmi, non sarebbero di certo affari tuoi.” Ribatté Amabel con stizza drizzando la schiena.
“Solo le donnacce frequentano certi luoghi e certa gente.” Disse Dominic rivolgendo uno sguardo disgustato a Michael. Il ragazzo, però, sorrise strafottente.
“Beh, vorrà dire che con certa gente ci si diverte di più.”
Frattanto l’arbitro era salito sul ring per suonare la campanella che segnalava la fine del primo round. Amabel vide Arthur accasciarsi sullo sgabello con il sangue che gli colava copioso dal naso, accanto a lui Tommy cercava di tamponargli le ferite.
“Devo andare.”
Le dita di Dominic si serrarono con forza intorno al suo braccio, le unghie quasi si conficcavano nella pelle, e Amabel era certa che avrebbe lasciato un livido.
“Lasciala.” Disse Michael. Schiaffeggiò la mano di Dominic ma questi non si spostò. L’amico del sindaco bloccò le braccia di Michael in modo che non potesse intervenire. Amabel si divincolava invano, la presa di Dominic era troppo salda.
“Sei impazzito, Dominic? Lasciami immediatamente!”
“Sei tu che hai perso la ragione, Amabel. Te ne vai in giro in luoghi abbietti con i Peaky Blinders? Sono dei bastardi col sangue zingaro che si divertono a fare i criminali. Non posso permettere che le tue amicizie infanghino il nome della mia famiglia. La reputazione è tutto, mia cara.”
“E tu perché sei qui? Nei salotti si vocifera della tua dipendenza dal gioco. Sei venuto per scommettere, dico bene? Non riesci a resistere alla tentazione di una sfida.” Disse Amabel, soddisfatta del controllo perfetto della sua voce. Sua madre le aveva insegnato che mantenere un equilibrato tono di voce durante le discussioni era un buon mezzo per prevalere sull’interlocutore. Dominic, dopo un primo momento di shock, emise una breve risata.
“Se tu e quella piagnucolona di tua sorella volete far parte della famiglia Cavendish, vi conviene imparare a stare al vostro posto.”
Amabel fu colpita dall’uso della parola ‘piagnucolona’ perché era proprio lo stato in cui Evelyn era rincasata.
“Che cosa avete fatto a mia sorella?”
Dominic e il suo amico si scambiarono un’occhiata complice.
“Le abbiamo semplicemente ricordato il suo posto.”
Amabel stava per sbraitargli contro quando avvertì una presenza alle sue spalle.
“Quella che vedo è la tua fottuta mano schifosa intorno al polso della dottoressa? Così non va bene, sindaco Cavendish.” Esordì Tommy, artigliando il polso di Dominic per allontanarlo da Amabel. Dominic sussultò per il dolore e si massaggiò la pelle arrossata. I suoi occhi si piantarono su Amabel, erano neri e minacciosi.
“Questo avrà serie ripercussioni sul matrimonio.”
Dopodiché lasciò la palestra insieme al suo amico. Michael scrollò le spalle come a volersi togliere di dosso le mani si quel tipo e si aggiustò la giacca. Tommy passò dolcemente le dita sul braccio di Amabel, dove Dominic aveva stretto la mano, e lei sussultò per il dolore.
“State bene?”
“No, signor Shelby. Non sto bene.”
Amabel si scansò da lui e si precipitò a recuperare i suoi effetti personali.
“Che cazzo è successo?” domandò Tommy a Michael.
“Dominic ha fatto qualcosa alla sorella di Amabel.”
Amabel era salita sul ring per ripulire i tagli di Arthur, per fasciargli le mani con delle bende pulite e per farlo bere. Una volta iniziato il secondo round, l’arbitro la costrinse a scendere.
“Dottoressa.” Disse Tommy, però lei non gli dava retta. Le sue mani tremavano mentre richiudeva le asole del cappotto.
“Devo tornare a casa.”
“Dottoressa, guardatemi. Per favore.”
“Mi dispiace. Devo tornare a casa.” Ripeté lei, gli occhi lucidi, le labbra tremolanti.
“Amabel.” Disse allora Tommy, e la ragazza finalmente sollevò gli occhi su di lui.
“Non posso restare, signor Shelby.”
“Parlate con me. Ditemi che cosa è successo.”
“Dominic ha picchiato mia sorella.”
In quel momento Tommy si immedesimò in lei, comprendendo appieno la sua agitazione. Anche lui si sarebbero infuriato se qualcuno avesse fatto del male ad Ada.
“Finn, accompagna la dottoressa a casa. Qui ci penso io.”
Finn svogliatamente abbandonò la sua postazione, anche se in fondo sperava di poter rivedere Diana per augurarle la buona notte.
Amabel e Tommy si guardarono ancora per qualche istante, uno perso negli occhi dell’altro, fino a quando lei non uscì dalla palestra.
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Red right hand || Tommy Shelby
FanfictionErnest Hemingway ha scritto che «il mondo spezza tutti quanti e poi molti sono forti nei punti spezzati. Ma quelli che non spezza li uccide.» Thomas Shelby era uno degli spezzati, ma non uno di quelli forti. La guerra aveva dilaniato la sua anima, l...