6. RICORDI SEPOLTI
“Then I looked over just in time to see you smiling back at me
And saying everything's okay
As long as you're inside my blue veins.”
(Blue veins, The Raconteurs)Amabel quel sabato mattina, invece di essere assalita dagli abbracci delle sorelle, si svegliò a suon di imprecazioni. Tommy in bagno stava borbottando contro la cravatta. Aveva dormito poco poiché avevano passato la notte a elaborare un modo per avvicinare George Walsh, mentre Amabel era riuscita a chiudere gli occhi per qualche ora. Uscendo dal bagno, Tommy vide Amabel infilarsi la vestaglia.
“Buongiorno. Hai smesso di bisticciare con quella povera cravatta?”
“Questa fottuta cravatta non ne vuole sapere di collaborare stamattina.” Disse lui spegnendo la sigaretta nel posacenere sul comodino. Amabel doveva ammettere che, ora che lo guardava bene alla luce del giorno, era davvero un bell’uomo. La camicia nascondeva un fisico tonico, la pelle era nivea, ed era possibile intravedere il guizzare dei muscoli a ogni movimento.
“Thomas, le parolacce! Per favore.”
Tommy fece roteare gli occhi e sbuffò, si sentiva come uno scolaretto rimproverato dalla maestra.
“Sì, sì.”
Respirò a fondo quando Amabel gli mise le mani sulle spalle, le sue dita affusolate erano calde e morbide.
“Calmati, Thomas. Capisco che la presenza di Grace ti distragga ma siamo qui per un motivo preciso.”
“Hai paura che vada tutto in fumo e che Michael smetta di aiutarti con Evelyn?”
“Non puoi biasimarmi. Lo sai che la famiglia viene prima di tutto per quelli come noi.”
Tommy si riconobbe in quelle parole appieno, era vero che per loro il legame famigliare era la cosa più importante.
“Lo so. Adesso mi aiuti con questa cravatta?”
Amabel rise, quell’uomo non sarebbe mai cambiato, neanche per due giorni. Sciolse il nodo sbagliato e lo annodò nel verso giusto, abituata ad allacciare la cravatta di suo padre dopo la morte della madre.
“Se la smetti di dire le parolacce, ti prometto che ti lascerò fumare tutto il giorno.”
Tommy d’istinto si fece più vicino a lei tanto da fare combaciare i loro corpi, e nessuno dei due osò spostarsi.
“Ah, sì? Che gentile concessione, signora Shelby.”
“Visto? So essere buona anche io.” disse Amabel lasciando scorrere le mani sull’ampio petto di Tommy per lisciare le pieghe della camicia bianca. Non stavano fingendo, sembravano davvero una coppia sposata, ed entrambi ne erano consapevoli.
“La presenza di Grace mi preoccupa, hai ragione. Non perché io provi qualcosa, ma perché lei può far saltare la nostra copertura. Non ci crederà mai che siamo sposati.”
“Vorrà dire che dovremo impegnarci il doppio. Fingi di amarmi come ami lei.”
Tommy non disse nulla, incapace di formulare una frase sensata, e semplicemente annuì.Il cameriere servì loro la colazione che avevano ordinato, una tazza di the e una di caffè, e si allontanò con una specie di inchino. Tommy leggeva il giornale e sorseggiava la bevanda calda mentre Amabel girava il cucchiaino nel caffè pigramente.
“Chi li scrive questi giornali? Non ci capisce niente.” Disse lui, riponendo il quotidiano sul tavolino. Amabel lo fissò per qualche minuto, studiando i suoi occhi e poi il giornale.
“E’ da parecchio che trovi difficoltà a leggere il giornale?”
Tommy inarcò il sopracciglio bevendo l’ultimo goccio di the.
“Mi stai dando dell’analfabeta?”
“No. Credo che tu non ci veda bene. L’occhio sinistro ha un lieve spasmo quando leggi, l’ho notato anche ieri in treno.”
Tommy si spaventò quando Amabel gli afferrò il mento per guardarlo dritto negli occhi.
“Di nuovo! E’ di nuovo comparso lo spasmo!”
“Qual è la diagnosi, dottoressa?”
“Ti servono gli occhiali da vista. Il mio parere ovviamente è relativo, perciò dovresti farti visitare da un oculista che ti saprà meglio indicare.”
Amabel, china su di lui, odorava di caffè e camomilla, un mix contrastante. Lo sguardo di Tommy indugiò sul reggiseno bianco visibile attraverso lo scollo della camicetta. Si leccò le labbra per poi mordersi l’interno della guancia per restare concentrato.
“Non metterò dei cazzo di occhiali da vista.”
“Testardo come un mulo, eh. Segui il mio consiglio prima che la vista peggiori in maniera irreparabile.” Disse Amabel tornando a sedersi per finire il caffè. Il ghigno di Tommy si esaurì quando Grace e Clive fecero il loro ingresso nel ristorante. Amabel li vide prendere posto mano nella mano.
“Ti serve una sigaretta, Thomas?”
“No. – disse Tommy scuotendo la testa – Sto bene così. A te il fumo dà fastidio, non è giusto da parte mia infastidirti.”
Amabel voleva sorridere ma sapeva che quella gentilezza era dovuta alla recita e non ad una reale volontà, pertanto rimase in silenzio.
“Amabel!” esultò una voce dal fondo del ristorante. Era Melanie Whitehouse insieme al marito Peter e al figlio Edward. Erano i migliori amici dei genitori di Amabel, Melanie e sua madre erano cugine di secondo grado e suo padre aveva lavorato con Peter in America. La donna la stritolò in un abbraccio e le baciò le guance in preda all’euforia.
“Che piacere rivedervi!” disse Amabel stringendo la mano di Peter. Melanie spinse suo figlio in avanti facendolo quasi inciampare. Amabel era stata la sua babysitter quando aveva quindici anni.
“Ti ricordi di Edward? Adesso è un giovanotto!”
“Certo che mi ricordo di Edward, soprattutto mi ricordo dei suoi capricci.”
“Ciao, Amabel.” Disse Edward dandole un breve abbraccio. Amabel si sentì avvolgere la vita dal braccio di Tommy e si ricordò della loro farsa.
“Questo è Thomas Shelby, mio marito.”
“Ti sei sposata e non ci hai invitati? Mi ritengo offesa!” strillò Melanie attirando l’attenzione di alcuni clienti. Era una donna decisamente esuberante.
“Io e Bel ci siamo sposati senza fare festa. Io la amo e non vedevo l’ora che diventasse mia moglie, non potevo aspettare di organizzare le cose per bene.” spiegò Tommy sfoderando uno dei suoi sorrisi migliori.
“Che romantico! – disse Melanie – Beh, allora vi perdono per non aver comunicato il lieto evento. Sapete cosa possiamo fare per rimediare? Stasera sarete nostri ospiti per la cena, si uniranno anche Clive e Grace e i coniugi Anderson. Sarà incredibile!”
Amabel stava per rifiutare, non poteva affrontare quella cena ma Tommy accettò.
“E’ una splendida idea! Io e Amabel saremo felicissimi di partecipare. Vero, mia cara?”
Tommy le pizzicò il fianco per convincerla a reggergli il gioco.
“Verissimo!”
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Red right hand || Tommy Shelby
FanfictionErnest Hemingway ha scritto che «il mondo spezza tutti quanti e poi molti sono forti nei punti spezzati. Ma quelli che non spezza li uccide.» Thomas Shelby era uno degli spezzati, ma non uno di quelli forti. La guerra aveva dilaniato la sua anima, l...