Pioggia di desiderio

7.2K 213 12
                                    

10. PIOGGIA DI DESIDERIO

You got the tenderness that I been searchin’ for.
You got sweet lips like I did never taste before,
Everything you’ve got is just what I’ve always wanted.
I am just a kid and you are a walkin’ candy store,
Oh, I want some more.”
(I Want Some More, Dan Auerbach)

Un mese dopo
Amabel camminava in direzione di Small Heath con un sorriso dipinto sulle labbra. Il solo pensiero della reazione di Tommy la faceva ridere. Aveva da poco ritirato gli occhiali da vista per lui ed era certa che si sarebbe opposto, e tutto ciò la divertiva. Era tornata a Birmingham in pianta stabile, aveva arredato di nuovo casa e aveva riaperto lo studio. Le sue sorelle e Bertha, invece, erano rimaste a Londra, lontane dai Peaky Blinders. Lei e Tommy stavano cercando un modo per stare insieme che fosse il più discreto possibile, non volevano che la loro relazione fosse soggetta a minacce e pericoli. Sebbene Amabel all’inizio avesse faticato ad accettare la nuova situazione che si era creata con Tommy, al tempo stesso era entusiasta all’idea di aver ritrovato l’uomo a cui non aveva smesso mai di pensare negli ultimi anni. Sarebbe stato difficile ma ne sarebbe valsa la pena.
“Dottoressa!” la salutò Isaiah con un cenno del capo. Lui e Finn si erano appostati fuori dal Garrison, che era in via di ricostruzione, per controllare il procedere dei lavori.
“Buongiorno, ragazzi. Thomas è in ufficio?”
I due ragazzi si lanciarono un’occhiata complice, entrambi sospettavano che tra la dottoressa e Tommy ci fosse qualcosa.
“Sì, lo trovi in ufficio. Sbrigati perché tra poco parteciperà ad una delle sue corse di cavalli.” Le disse Finn.
“Grazie. Ah, Finn, questa è da parte di Diana.”
Amabel gli consegnò una lettera al cui interno Diana gli faceva il resoconto delle sue giornate. Ogni fine settimana si spedivano lettere per tenersi aggiornati e vicini in qualche modo. Finn si infilò la lettera in tasca con le gote arrossate per l’imbarazzo.
“Risponderò non appena mi sarà possibile. Quando la senti, dì a Diana che Birmingham non è la stessa senza di lei.”
Amabel annuì facendogli l’occhiolino per poi proseguire verso la Shelby Company Limited. L’ufficio brulicava di gente che lavorava senza sosta per riscuotere le scommesse per la corsa odierna.
“Amabel! Vieni a scommettere!” le disse un Arthur leggermente brillo.
“Non mi fido di voi Shelby, mi fareste perdere un sacco di soldi!” replicò lei ridendo. Michael uscì dall’ufficio di Tommy in quel momento e la salutò con un gesto della mano.
“Nah, posso darti qualche dritta circa il cavallo su cui puntare.” Continuò Arthur mettendole un braccio intorno alle spalle.  Amabel scosse la testa ridendo insieme a Lizzie che stava seduta alla sua scrivania.
“Non mi piace vincere facile. Dai il consiglio ad uno di quelli che sovvenzionano la vostra attività illecita.”  
“Amabel uno, Arthur zero.” Disse Michael. Quel clima di divertimento fu interrotto dalla voce di Tommy.
“Abbiamo finito di ridere? Forza, tornate a lavorare. Michael, Arthur, tra mezz’ora vi voglio pronti per andare all’ippodromo.”
Arthur scherzosamente alzò le mani in segno di resa scatenando le risate di tutti. Tommy, invece, rimase impassibile.
“Smettetela di fare gli stronzi e concentratevi sulle scommesse. Amabel, vieni.”
Amabel si defilò dagli altri con un sorriso cortese e raggiunse l’ufficio del capo chiudendosi la porta alle spalle. Tommy si era seduto alla sua poltrona e fumava scrollando la cenere sul pavimento con noncuranza. Era visibilmente stanco.
“Da quanti giorni non dormi, Thomas? Sei uno straccio.” Disse Amabel appoggiandosi alla scrivania, proprio vicino a lui. Tommy alzò gli occhi su di lei e sorrise.
“Non ho bisogno di un parere medico.”
“Qui ti sbagli, Shelby! Ho una cosuccia per te.” disse Amabel scavando nella borsa alla ricerca di una custodia rigida di colore nero. Tommy l’accettò e, non appena l’aprì, corrugò la fronte.
“Non metterò un fottuto paio di occhiali. Te lo scordi!”
“Sei tu che ti scordi di continuare a vederci bene se non li usi. Non fare il bambinone e mettili, saranno utili per leggere il giornale e contare i soldi sporchi.”
“Noto che ti diverti ad insultarmi.”
“Oh, non sai quanto! Dai, prova gli occhiali, su!”
“Ti accontento, riccona.”
Tommy con uno sbuffò fece scivolare gli occhi sul naso e li sistemò in modo che gli stessero comodi. Doveva ammettere che ci vedeva decisamente meglio.
“Sei davvero attraente con gli occhiali, signor Shelby. Ti donano un’area intelligente.”
“Stai dicendo che non sono intelligente?” chiese Tommy mascherando una risata. Infilò le mani in tasca e si avvicinò a lei che gli mise le mani sulle spalle.
“Sì, è quello che sto dicendo.” Ripose Amabel ridendo. Tommy tentò di baciarla ma lei si scansò prontamente.
“La porta è chiusa, Bel. Non ci può vedere nessuno.”
“Lo so, ma si staranno domandando come mai siamo chiusi nel tuo ufficio.”
Tommy si sedette sulla poltrona e si accese una sigaretta, era infastidito da quella ritrosia dovuta al timore di essere scoperti.
“Sono Tommy Shelby, faccio quello che mi pare e nessuno mi fa domande. Devi stare tranquilla.”
“Ne abbiamo già parlato, Thomas, e non voglio ritornare sulla questione. Non prendertela.”
“Come preferisci.”
Amabel captò la sua irritazione e sospirò, sebbene non fosse contenta neanche lei di quella situazione. Si sedette sulla scrivania in mezzo alle gambe di Tommy e si chinò a baciargli a stampo le labbra, ma lui la trattenne approfondendo il bacio.
“Contento adesso? Hai avuto il premio per aver indossato gli occhiali.”
Tommy sorrise compiaciuto, in fondo lui vinceva sempre. Amabel lo osservò e lo trovò bello da fare male con la sigaretta all’angolo della bocca, gli occhi azzurri puntati su di lei e le labbra increspate in un ghigno. Si ridestò quando la mano di Tommy le sfiorò per sbaglio il ginocchio.
“Domani sei libera? Voglio portarti in un posto.”
“Sono liberissima dal momento che non ho un lavoro fisso. L’ospedale sta ancora valutando la mia assunzione dopo che me ne sono andata. Dove mi porti?”
“E’ una sorpresa. Ti piacerà, vedrai.” Disse lui con una nota enigmatica nella voce. Amabel sorrise di rimando.
“Mmh, mi voglio fidare di te. Adesso vado ad aprire lo studio. Ci vediamo domani al solito posto?”
Il ‘solito posto’ era un rudere alla periferia di Birmingham dove si incontravano per stare insieme lontani da tutti e tutto.
“Al solito posto.”
Tommy la vide lasciare l’ufficio con un sorriso e d’istinto sorrise anche lui. Quella donna riusciva a smuovergli l’animo.

Red right hand || Tommy Shelby Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora