3-"Veramente cercavo te"

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La mattina seguente Ermal si era svegliato con dei capelli tremendi, il sonno che gli pesava sugli occhi e una voglia di andare a lavoro inesistente.
Nella speranza di migliorare la situazione aveva deciso di farsi un caffè e filare in macchina.
Aveva anche deciso di portarsi dietro quel maledetto asciugamano che aveva scordato di restituire. Sull'estremità inferiore erano incise le lettere "F.M.", che immaginava fossero le iniziali di Fabrizio.

La spiaggia dove lavorava era già piena di turisti che, come ogni giorno, lo salutavano con un cenno della testa accompagnato da un sorriso.
Ermal era conosciuto in quelle spiagge per aver salvato una bambina dalle onde l'anno precedente, ottenendo il lavoro di bagnino.

Scrutava l'acqua che si infrangeva sulla spiaggia pensando alla serata precedente, ancora lievemente infastidito. Nel borsone affianco alla sua seduta guardava l'asciugamano,  sicuro- e anche scocciato-del fatto che non ridarlo al proprietario sarebbe stato sgarbato.
Infatti il pensiero di rivedere quella faccia saccente lo turbava molto. Dal primo istante in cui i suoi occhi vi si erano posati sopra, un fascio di emozioni l'aveva travolto.
Principalmente rabbia e fastidio si, proprio per quello odiava l'idea di doverlo vedere ancora.

Tuttavia aveva messo da parte l'orgoglio e a fine turno era tornato alla villetta della sera precedente, per chiedere informazioni sul moro.

<Hei...Andrea, se non ricordo male? Sono Ermal, volevo chiederti se sai dove posso trovare quel ragazzo che era alla festa ieri: moro, barba, jeans strappati e maglia nera... un gran coglione..>
Dopo le parole del riccio Andrea era scoppiato a ridere.
<sta qui come mio ospite, perché?>
<ah bene.. senti potresti dargli questo e ringraziare? Grazie mille> Ermal aveva affrettato le ultime parole con la grande speranza di poter fuggire dal tanto poco desiderato incontro con Fabrizio.
<Cert-> Andrea stava per afferrare l'oggetto dalle sue mani, quando cinque dita tatuate lo avevano rubato da sotto i suoi occhi.
<Prego ricciolè.. il coglione ti saluta> aveva detto scimmiottandolo il romano dopo essere sbucato da dietro Andrea.
<Bene, digli che saluto anche io>
Aveva urlato Ermal per poi dirigersi a passo svelto in macchina. Il moro l'aveva fatto agitare al solo sguardo.

Stava per entrare nella vettura quando una voce l'aveva chiamato:
<Ricciolè.. nun m'hai detto come te chiami >
Ermal, che era già seccato dalla perseveranza del Moro nello "scassargli le palle", aveva risposto secco:
< immagino che dovrai scoprirlo da solo >

Erano le 8, il riccio aveva quasi finito il turno in spiaggia e proprio mentre stava per chiudere il primo ombrellone, una figura solitaria gli si era presentata davanti, in controluce.
Questa girava la testa scrutando ogni cosa, come se stesse cercando qualcuno.

<ehm.. mi scusi.. sta cercando qualcuno?> aveva esordito Ermal nel tentativo di aiutare lo sconosciuto.
<Veramente cercavo te>
<me..? Deve aver- poi aveva riconosciuto la voce- oddio, ancora te? Non hai finito di rompere i coglioni? Come mi hai trovato? Vuoi buttarmi anche in mare ora?>
<Andrea mi ha raccontato della tua eroica impresa e del fatto che tu fossi il bagnino.. sono venuto in pace, ho una proposta>
Il più giovane, pur non avendo la minima intenzione di passare altro tempo con l'altro, era stato travolto dalla curiosità.
<sentiamo..>

Underwater| METAMORODove le storie prendono vita. Scoprilo ora