7-"Forse ho detto una bugia"

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<Fabrizio passami la chiave inglese... Oh cazzo Bizio, quella alla tua destra!>
Ermal stava riparando un tubo sotto il lavandino della casa mentre Fabrizio aveva il compito di passargli gli attrezzi, cosa che tuttavia gli risultava complicata.
<Bizio? Mo me dai pure un soprannome?>
<Fabrizio ti affogo nell'acqua qui per terra se non mi dai la fottuta chiave inglese>
<oh scusa amore, ecco> continuava a ridere il moro, sentendolo brontolare a bassa voce.

Dopo qualche minuto di silenzio fu proprio il riccio a rompere il silenzio:
<FINITO!> aveva urlato gioioso alzandosi dal pavimento coi vestiti fradici.
<Ermal sei bellissimo tutto bagnato> aveva riso il moro.
<direi che è arrivato il momento di affogarti>
Appena pronunciate le parole, il riccio si era lanciato su Fabrizio, schizzandolo e spingendolo dentro l'acqua rimasta sul pavimento.
<immagino di meritarmelo> continuava a sghignazzare in risposta quest'ultimo.

Dopo svariati minuti passati a schizzarsi e in seguito a raccogliere l'acqua, Ermal si era accorto dell'ora che avevano fatto.
<devo andare.. mia mamma sarà in pensiero>
<aspetta piccolè, ti presto dei vestiti asciutti che mi dispiace mandarti a casa così>
Fabrizio l'aveva portato in camera sua e gli aveva dato un paio di pantaloni della tuta e una maglia dei Metallica.
<esci ora, così mi cambio>
<ehm.. Andrea ha appena passato il mocio, se passo ora lascio le impronte. Dai piccolè non guardo, promesso>
<uff- aveva sospirato Ermal- girati allora>
Fabrizio si era prontamente girato mentre l'altro si levava i pantaloni.

Il romano però non aveva saputo resistere e dopo pochi secondi aveva posato lo sguardo sul corpo di Ermal
<hai un culo da favola>
<Fabrizio! Dovevi stare girato!>
L'albanese era diventato rosso come un pomodoro sentendo la risata compiaciuta dell'altro.
<no comunque dico davvero..- aveva proseguito il moro avvicinandosi minacciosamente ad Ermal- sei proprio carino, te l'ha mai detto qualcuno?>
Il barese aveva infilato i vestiti velocemente, bofonchiando un timido "no" mentre vedeva quella tentazione umana avvicinarsi a lui.
<mhm.. peccato> continuava Fabrizio, ormai sussurrando.
Ermal però, ricordando che quel figo era anche il fidanzato della sorella,  aveva poggiato le mani sul suo petto allontanandolo ed avvicinandosi alla porta.
<io devo andare..>
<va bene, ti accompagno>

Fabrizio aveva aperto la porta e i due si erano diretti verso la porta d'ingresso.
<grazie di tutto piccolè> aveva detto passandogli una mano fra i ricci.
<di null->
Ermal stava per salutare, quando la voce di Andrea lo interruppe:
<il mocio lo passo io dopo, non serve che lo faccia te>
L'albanese si era allora girato verso il moro, con un sopracciglio alzato e uno sguardo interrogativo.
<Bizio ma non aveva passato il mocio prima?>
<ops.. forse ho detto una bugia perché volevo restare a guardare te> aveva sorriso Fabrizio per poi dargli un veloce bacio sulla guancia e chiudere in fretta la porta prima che l'altro potesse rispondere.

Ermal rimase qualche minuto attonito di fronte alla porta, realizzando l'accaduto: era stato ingannato da Fabrizio perché voleva... guardarlo?
Il riccio sapeva che tutto ciò era sbagliato, così avrebbe rischiato di ferire la sorella e perdere la sua fiducia.
La battaglia che combatteva era fra due lati molto spesso in contrasto della sua personalità: il cuore, che voleva solo poter assaggiare le labbra del moro, e il cervello, che imponeva che ci fosse una distanza fra i due, per non ferire la sorella, super innamorata di Fabrizio.

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