«Incompreso»

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Titolo: Incompreso
Parole: 459
Genere: Amore/Triste

-Ma quanto bella è stasera la Luna?- chiese Andrea a Giorgio. Erano le tre del mattino del 7 agosto 1936, e questi due ragazzi, migliori amici dal momento in cui si sono visti, erano sdraiati sul prato del giardino del più piccolo, ossia Andrea.
-Penso sia bellissima- disse Giorgio. Era ipnotizzato dall'immensitá del manto stellare, ma sapeva che era una piccola parte di ciò che in realtà è l'Universo. Amava fantasticare e fare lunghi viaggi mentali, amava trascrivere i suoi pensieri in poesie che poi presentava a scuola, erano il suo orgoglio.
-Sai Andrea, debbo farti una confessione che mi tormenta assai- mormorò Giorgio mettendosi a sedere, poggiando la schiena sul tronco dell'albero che si trovava dietro i due. Andrea fece la stessa cosa e lo guardò fisso negli occhi, mandando in sobbuglio lo stomaco del ragazzo. Quei suoi occhi così belli illuminati dalla luce della luna erano ancora più belli, li trovava affascinanti, magnetici, da perderci la testa.
-Dimmi tutto- rispose l'altro con tono pacato ed un'espressione serena.
-È contro l'etichetta, contro le regole, nessuno nemmeno ci pensa che io potrei esserlo, eppure è così..- cominciò lui, tutto preoccupato, facendo trasparire nel volto di Andrea confusione. -..nessuno può immaginarlo, non so come sia successo, ma è così Andrea, io penso di provare qualcosa per te che va oltre l'affetto amicale che dovrebbe esserci. Cioè chiarisco la situazione un attimo: amo il fatto che tu mi accarezzi così spesso, lo fai con una dolcezza tale che mi disarma. Quel sorriso che sfoggi solo con me è impressionante, il più bello che io, Giorgio Ferrario, abbia mai visto in vita mia. Il modo in cui parli di attualità e presupponi ad una guerra, la tua intelligenza fine e la tua eleganza. Amo il tuo carattere, sei dolce ed altruista, non penso che essere tuo amico mi possa bastare, ma questo non lo deve sapere nessuno, però capisci, non riuscivo più a nasconderlo, penso di amarti da ormai sette anni Andrea- disse Giorgio abbassando lo sguardo, non aveva il coraggio di guardarlo, non voleva sapere la sua reazione, che invece arrivò fin troppo in fretta. Sentì un dolore alla guancia e con la coda dell'occhio vide la mano dell'altro allontanarsi. Gli aveva dato uno schiaffo, e nemmeno piano.
-Ma che ti prende? Ti sei per caso bevuto il cervello? Come puoi anche solo pensarlo? Io per te provo un grande affetto, non ti amo, devi fartene una ragione- urlacchió il ragazzo. Giorgio si stava sentendo male. Aveva rovinato tutto, tutto quello che aveva gli stava sfuggendo di mano, aveva fatto cadere il fragile vaso che conteneva l'amore che provava, ma purtroppo ora stava camminando a piedi nudi sui cocci del vaso, stava male, essere rifiutato faceva più male di quanto immaginasse.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jan 08, 2020 ⏰

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𝐎𝐧𝐞 𝐒𝐡𝐨𝐭𝐬 ;; 𝐌𝐨𝐬𝐭𝐫𝐨 Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora