Capitolo 3

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La mattina seguente quando mi sveglio, Bob è già fuori per lavoro. Apro il frigorifero ma quando lo richiudo mi accorgo del biglietto di scuse attaccato sopra.

E' praticamente vuoto e la cosa non mi stupisce affatto. Nemmeno prima era solito fare la spesa e le cose non devono essere cambiate durante questo tempo. Scoppio a ridere quando vedo il segno di una faccina sul post-it giallo.

Il bello di Denver è che l'aria è secca perciò nonostante le temperature siano elevate, non c'è quell'aria umida e appiccicosa che si respira a Portland.

Mentre cammino per il centro mi stupisco di ricordare piuttosto bene la strada che abbiamo fatto ieri. Mi ritrovo di fronte la stessa tavola calda del giorno prima. Se non altro è presto, non la troverò affollata come ieri. La struttura è in mattoni rossi e la porta d'ingresso cigola quando entro.

Daisy mi sorride vendendomi entrare, raggiungo il bancone e ordino una tazza di caffe. Mi stupisce nel mostrarsi diplomatica, non mi riempie di domande e mi lascia anche il tempo di fare colazione in tranquillità.

Prendo la mia tazza fumante di caffè e mi avvio verso uno dei tavoli liberi. Quando sollevo lo sguardo noto gli stessi tipi del giorno precedente superare la porta d'ingresso. Non mi notano e la mia posizione mi permettere di osservarli meglio. Sono l'esatto opposto gli uni dagli altri ma c'è qualcosa nel loro portamento che li rende somiglianti. Mentre li osservo la ragazza prende un vassoio e si allontana dal bancone con uno slancio veloce ed elegante. E' quel tipo di ragazza che fa cadere l''autostima a tutte le altre.

Non mi rendo nemmeno conto di fissarli fino a quando i miei occhi non guizzano verso il ragazzo al bancone . Non l'avevo ancora notato. Come se si sentisse osservato si volta nella mia direzione. E' interamente sdraiato sui gomiti. Sta sorridendo a Daisy ma quando mi guarda la sua espressione diventa neutra.

Abbasso istintivamente lo sguardo in imbarazzo . E' il meno appariscente ma sicuramente il più interessate. Non mi rendo conto di aver risollevato lo sguardo fino a quando non vengo catturata nuovamente dai suoi occhi. Sembrano neri ma probabilmente è solo il suo sguardo imbronciato a renderli tali. Mi sta osservando ma non nel modo in cui normalmente le persone osservano la gente. Inizialmente il suo sguardo è indifferente ma poi passa dall'irritazione al disprezzo in un istante. Riesco persino a sentire il cambio del suo sguardo riflettere sul mio corpo.

Mentre mi squadra mi ritiro sulla sedia ma non riesco comunque a distogliere lo sguardo da lui. Lo seguo fino a quando non lo vedo oltrepassare la porta d'ingresso, mentre io rimango al mio posto attonita, incredula e incapace di pensare lucidamente.


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