Capitolo 11

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Sono seduta in macchina nel parcheggio di un fast food e aspetto che Rider esca con qualcosa da mangiare. Mi sono scordata di dirgli che sono vegetariana perciò spero che non se ne esca da li con qualche hamburger tra le mani .

Mentre osservo la porta in vetro del locale e aspetto di vederlo uscire vengo travolta da pensieri contrastanti. Non dovrei trovarmi qui.

Non riesco a non pensare al modo in cui mi ha trattato senza nemmeno conoscermi . Le parole di Jack sono ancora nella mia testa. E' vero , non conosco nemmeno lui ma tra i due è sicuramente quello di cui dovrei fidarmi di più.

Eppure, almeno nell'ultima mezz'ora, Raider è stato gentile con me. Forse dovrei dargli una possibilità.

Mentre lo aspetto non riesco a smettere di pensare che voglio passare altro tempo con lui, che non voglio mi riporti a casa.

Quando esce dal locale con le buste di carta in mano non riesco a trattenere una risatina.

"Cosa hai da ridere Pig?" - mi chiede accorgendosi della mia espressione divertita.

Scuoto la testa e afferro uno dei due sacchetti per permettergli di richiudere lo sportello.

L'odore di fritto inizia a farmi venire fame e l'espressione del mio viso mi tradisce.

"Non ancora Pig dobbiamo prima trovare un posto decente dove fermarci! "- mi dice divertito.

Evito di rispondergli e inizio ad osservare fuori dal finestrino. Dovrei sentirmi a disagio eppure l'idea di passare del tempo con lui non mi dispiace. C'è un continuo cambio di atmosfera in sua presenza e non riesco mai a capire se devo prepararmi ad uno scontro o meno ma in questo momento mi sento stranamente rilassata.

Tiro un lungo sospiro e spero di non dovermene pentire.

"Allora dovresti farmi vedere la citta!"- gli dico guardando un punto fisso davanti a me. "Sono arrivata da soli tre giorni e non ho ancora visto niente" – aggiungo frettolosamente come per giustificarmi.

Non mi volto ma lo vedo comunque osservarmi in silenzio come se non si aspettasse una proposta del genere da parte mia e aspettasse di vedermi cambiare idea da un momento all'altro.

" Perché no " – dice accennando un sorriso mentre accende il motore e mette in moto .

Rimaniamo in silenzio per tutto il tragitto fino a che non ci ritroviamo di fronte il Denver Art Museum, chiaramente chiuso.

Mi passa uno dei sacchetti di carta e iniziamo a mangiare . Come pensavo in entrambi i sacchetti ci sono degli hamburger . Non gli dico nulla e mi limito a mangiare le patatine.

"Dovresti prima mangiare l'hamburger, non hai idea di cosa ti stai perdendo" – mormora guardando storto il mio sacchetto ancora pieno.

"Non posso" – dico trattenendo un sorriso mentre porto alla bocca un'altra patatina.

"Hai per caso qualche allergia?"

Scuoto la testa ma il suo sguardo insistente mi dice che quel semplice gesto non gli basta

" Sono vegetariana" – ammetto studiando la sua espressione che da sorpresa diventa confusa e infine divertita.

Scoppia a ridere come se gli avessi detto un'assurdità.

"Vegetariana!"- ripete prendendomi in giro.

Lo guardo storto e mi spingo lateralmente sul sedile allontanandomi da lui.

"Perchè?" – chiede cercando di trattenere il sorriso che minaccia di spuntargli sulle labbra.

Ruoto gli occhi al cielo e mi lascio andare contro il sedile. Che domanda stupida!

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