Lo sento sospirare e avvicinarsi, mi scanso di riflesso ma lui non demorde e mi attira a sé.
-Non posso distrarmi dal mio obiettivo, ma non riesco neanche ad allontanarmi da te- dice tra i miei capelli mentre io rimango in silenzio a osservare la scuola, non so come rispondere alla sua affermazione, anch'io sento di essergli legata ma so anche che non posso stargli vicina, non solo per me ma anche per lui, vicino a me sarebbe solo in pericolo.
-Forse è meglio se...
-Non dirlo, non ci riesco. Ma perché preoccuparci? È possibile che sia solo una cosa passeggera, vediamo semplicemente come va, partendo dall'essere amici.
Non sono sicura che restando vicini le cose miglioreranno, almeno per me, ma, anche se non dovrebbe, l'idea di restargli vicina mi piace mentre non riesco a sopportare quella di allontanarmi da lui.***
Sono passati due mesi da quel giorno, non so come definire il nostro rapporto. Siamo amici, credo, scherziamo e parliamo a lavoro e durante la pausa pranzo, ma non sappiamo niente l'uno dell'altro, io non gli racconto niente di me e lui fa lo stesso, i nostri argomenti riguardano più che altro la scuola e il lavoro. A volte sento il bisogno di confidarmi con lui di raccontargli qualcosa su di me, ma scaccio sempre l'idea, non posso parlargli di me, se lo facessi vorrebbe dire che ho cominciato a fidarmi di qualcuno, che ho cominciato a tenere a lui e non posso permettermelo, non voglio che lasci un'altra voragine dentro di me quando se ne andrà, perché lo farà, quando si renderà conto di come sono, di com'è la mia vita, se ne andrà ed io dovrò raccogliere i pezzi e non penso di riuscire a rimetterli di nuovo insieme, dopo. Non posso però evitare di sentire gli occhi pizzicare e lo stomaco contorcersi ogni volta che una ragazza gli salta addosso baciandolo o lo vedo uscire sfatto da qualche bagno o entrare in ritardo in classe seguito da qualcuna, non posso evitare di sentirmi male e abbassare lo sguardo per non vedere la scena, fingere qualche sorriso e parlare tranquillamente di tutte le sue ragazze. È difficile auto-convincermi che non m'importa, che può fare quello che vuole, ogni volta che vedo quelle scene sento un dolore maggiore di quello che continua a infliggermi mio padre,come ho fatto a caderci? Come ho fatto ad affezionarmi a lui fino a questo punto?
Le parole che aveva pronunciato quel giorno in classe mi tormentano, che significava quel "per ora"? Per ora eravamo amici e poi non lo saremmo più stati nel senso che non saremmo stati più niente o che saremmo stati qualcosa di più? Non so quale delle due prospettive mi spaventi maggiormente. L'unica cosa che continua a farci litigare sono i continui lividi che ricoprono il mio corpo e il fatto che molti simili ai miei siano anche sul suo, di corpo, ho provato a chiedergli come se li sia fatti, ma non mi risponde, rimane in silenzio guardando di fronte a sé, per poi rivolgermi la stessa domanda, facendo rimanere me, questa volta, in silenzio.
-Che cosa osservi così attentamente?- Mi chiede dal basso.
Sono seduta sul mio solito ramo, osservo la scuola e quanto mi sembri desolata ora che non vi è nessuno, mi chiedo se la lascerò mai, se abbandonerò mai questo posto, posso farlo? Lo merito davvero? Che diritto ho di realizzare il mio sogno quando lei non ha potuto? Che cosa farò dopo quest'anno? Potrò andare all'università?
-Niente in particolare, che ci fai qui?- Lo vedo arrampicarsi e salire piano.
-Ti ho vista venire qua e ti ho seguita, di solito ci vieni quando sei triste- fa spallucce.
Mi piacerebbe dirgli che non sarei triste se non avessi passato tutto il giorno a evitare di vederlo passare da una ragazza a un'altra, ma rimango in silenzio, che diritto avrei di dirgli una cosa del genere? Può vivere la sua vita come vuole e comunque io non potrei dargli niente.
-Non sono triste solo... pensierosa.
-Già pensierosa, peccato che lo sei sempre- sospira tristemente, so che vorrebbe vedermi felice per questo fa di tutto per farmi ridere ma non sono più quella che ero, ora non riesco più ad apprezzare quello che la vita mi offre, a ridere per più di venti secondi e a buttarmi senza paura, fino a qualche anno fa, nonostante quello che mio padre mi facesse, l'indifferenza di mia madre e quello che avevo fatto. Riuscivo a vedere ancora un briciolo di felicità nel mio futuro, una piccola speranza di perdonarmi un giorno, ed essere serena e felice, ma poi tutto è crollato e ora ho smesso di crederci, anche quell'ultima scintilla si è spenta per sempre, sono cresciuta da allora e ho capito che ho fatto qualcosa di semplicemente troppo brutto per essere perdonata, ho una colpa troppo grande per essere espiata.
-Sono una persona riflessiva- alzo una spalla destra con una smorfia, ieri sera mi ha colpita lì con una bottiglia di birra, ho cercato di togliere tutti i frammenti di vetro ma alla fine mi sono arresa a camminare per le strade buie della città fino a casa di Rita e farmi aiutare, quando ha aperto la porta e mi ha trovata in quello stato per poco non è svenuta.
Vive da sola dopo che il marito è morto due anni fa e i figli si sono trasferiti per lavoro, mi piace andarla a trovare e farle compagnia, darle una mano, so quanto si senta sola e quanto gli manchi l'amore della sua vita, era un uomo fantastico, l'ho considerato il nonno che non ho mai conosciuto, loro ci sono stati sempre per me e quando se n'è andato ho sofferto tanto pur cercando di confortare Rita come meglio potevo.
-Cos'hai sta volta?- Il suo tono sembra rassegnato, è da qualche giorno che lo usa, ormai si sarà arreso all'evidenza che non gli dirò niente.
-Niente.
-Perché ti ostini a non volermi dire niente?
-E tu perché ti ostini a fare lo stesso?- Ribatto decisa, non può farmi la predica quando lui fa lo stesso.
-Io ho addosso questi lividi per un buon motivo, non penso che per te sia la stessa cosa.
-Non puoi saperlo... - abbasso lo sguardo sconfortata, -magari lo merito- aggiungo in un sussurro sperando che lui non lo senta ma, ovviamente, non è così.
-Nessuno merita di essere costantemente picchiato, cazzo credo di averti visto addosso delle bruciature!- Urla spazientito.
-Magari io sì! Magari io merito tutto questo, forse anche di peggi!- Mi guarda stranulato per diversi secondi, sta per parlare ma lo blocco adirata, -tu non mi conosci, non sai niente di me, tu non sai cosa ho fatto, non sai cosa significa avere un peso che ti schiaccia quasi impedendoti di respirare, essere costantemente circondata dal buio e sapere che non puoi fare niente per cambiare le cose, che non puoi tornare indietro!
-E allora parla, raccontami cosa hai fatto di così terribile da meritare tutto questo.
-Non posso- sussurro.
-Non piangi mai... - costata lasciandomi interdetta, come ci siamo arrivati a questo?
-Ho smesso di piangere molti anni fa.
-Perché?
-Non lo so, forse non ho più lacrime da versare...
-Dovresti farlo, dovresti sfogarti.
-Non ci riesco, non so più come si fa- abbasso lo sguardo arrabbiata e sconfitta, a volte ci ho provato, ho cercato di piangere per alleviare anche in minima parte questo dolore ma, semplicemente, non ne sono più capace, non riesco più a farlo o forse è semplicemente la mia punizione.
Lo vedo con la coda dell'occhio osservarmi per poi sentirlo sospirare e scendere dall'albero, mi lascio andare all'indietro, guardo il cielo, vorrei volare, allontanarmi da tutto, dimenticare tutto.
-Neanche tu mi conosci, non sono come credi, so fin troppo bene cosa significa sentirsi costantemente in colpa per qualcosa che hai fatto e che non potrai mai cambiare- gli sento dire, prima di andarsene definitivamente. Non ho tempo di riflettere sulle sue parole che sento la suoneria del mio cellulare, rimango interdetta davanti al nome che appare sul display.
"Hey Principessa, come te la passi?"
"Quando?"
"Andiamo non posso averti chiamata per sapere come stai?"
"Tieni troppo ai tuoi soldi quindi no, quando e dove?"
"Mi conosci bene... al ponte a mezzanotte e mezzo."
"Ci sarò" dico e riattacco, è da tanto che lo stavo aspettando, mi mancava sentirmi viva.
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Lui & Lei
ChickLitLei è una ragazza fragile e sola con un segreto che pian piano la sta schiacciando. Lui è un ragazzo arrabbiato con il mondo che pensa l'amore sia solo una perdita di tempo. ¡So di non essere bravissima nella scrittura ma ho voluto pubblicare lo ste...