La prima immagine che mi si presenta vanti agli occhi quando li apro è il ricordo di Zoe distesa sul pavimento mentre cerca di coprirsi inutilmente lo stomaco. Solo ora, però, mi viene in mente che neanche in quel momento ha pianto, non ha nemmeno urlato, è rimasta a subire passivamente. Sento un enorme vuoto aprirsi al centro del mio petto all'idea di quanto dolore deve aver subito e sopportato, è ovvio che ora sia spezzata, chi potrebbe farcela da solo?
Eppure ieri sera Marco ha detto che la prima volta che ha partecipato a una gara c'era un ragazzo con lei, che fine ha fatto? È perché se n'è andato che ora lei è così triste e chiusa? Nonostante sia felice che non sia stata sempre sola, l'idea che per lei lui fosse importante e magari qualcosa in più di un amico mi turba e infastidisce, non so perché sono geloso di lei, o meglio non so perché le sono così legato, perché la sento mia.Scendo di sotto con la testa che gira, sono solo le cinque, ma sono abituato a dormire per poche ore a notte, mi siedo vicino a mia madre donandole un bacio sulla testa mentre lei mi sorride.
-Come va la scuola?
-Bene, è iniziata solo da due mesi... - sinceramente non so cosa dirle, studio quel minimo che mi permette di avere la sufficienza e non penso che le farebbe piacere sapere che trascorro i miei intervalli scopando con qualche ragazza che mi si getta addosso per cercare di non pensare a una certa ragazza.
-Ti sei già fatto degli amici?
-Sì, lo sai che vado d'accordo con tutti- sappiamo entrambi che non è la verità. Dopo che ci siamo allontanati da quell'uomo, sono diventato più aggressivo, facevo sempre a botte e spesso finivo in punizione, non avevo una buona reputazione, stavo con i ragazzi più grandi, fumavo, non sempre sigarette, bevevo ed erano più le ore passate fuori dalla classe che quelle dentro. Ho cambiato il mio nuovo modo di essere solo quando una sera ho trovato mia madre sdraiata sul divano con le guance umide e una torta con le candeline ormai spente e consumate, era il mio compleanno e lei voleva farmi una sorpresa, ai piedi del tavolino c'era un pacco è una lettera. Aprii prima quella, mi faceva gli auguri e mi ricordava che mi voleva bene e che era fiera di me, ma come poteva esserlo visto quello che ero diventato? Quello che avevo fatto? Non era così che lei mi aveva insegnato a essere, irrispettoso, alcolizzato e drogato, ho preso il pacchetto, c'era una cornice e una nostra foto insieme, ora sul mio comodino. Allora mi ripromisi che sarei cambiato e migliorato per lei, che sarei stato la sua ancora e la sua forza, ho smesso di causare risse e ho cominciato a studiare di più, ho smesso di bere e di fumare erba, mi sono allontanato dalla compagnia sbagliata in cui ero finito e ho cominciato a isolarmi preferendo stare per conto mio.-Ne sono felice, il lavoro invece?
-Tutto bene, è piuttosto tranquillo, non girano cattive persone.
-Ne sono sollevata e ... le ragazze?- Sapevo che voleva andare a finire qui, è fissata con il volermi vedere affianco a una brava ragazza, che magari mi aiuti a mettere la testa apposto.
-Non c'è nessuna ragazza, solo le solite- mia madre sa il mio modo di fare con le ragazze, l'ha scoperto una volta che mi ha trovato con una delle solite al letto, non ha commentato ma la sera mi ha detto che capiva dovessi sfogare i miei impulsi ma preferiva che accadesse fuori e non in casa e, se proprio non avevo un altro posto, quando lei non era presente, la conversazione più imbarazzante della mia vita.
-Non c'è proprio nessuna che ti fa battere il cuore?- Sorride maliziosa. Che ha oggi? Non posso comunque evitare che mi venga in mente lei, il suo sorriso raro ma bellissimo e i suoi vuoti ma espressivi occhi.
-No, nessuna.
-Davvero? Allora perché hai gli occhi sognanti e la testa altrove ultimamente?
-Che dici, non è vero.
-Eppure sei arrossito! Dai dimmi chi è- in questo momento sembra tanto una bambina che fa gli occhi dolci al padre per ottenere quello che vuole, scuoto la testa esasperato sapendo già che non mi lascerà in pace fino a quando non sputerò tutta la verità.
-C'è questa ragazza... siamo in classe insieme e per coincidenza siamo anche colleghi, non so spiegarti cosa provo per lei, è diversa da tutte le ragazze che ho incontrato, in lei c'è tanta sofferenza e senso di colpa. Desidero aiutarla ma lei non vuole, eppure io mi sento così protettivo nei suoi confronti, vorrei riempire di botte chiunque le faccia male e, se lo avessi fatto, a quest'ora ci sarebbero la metà degli alunni che ci sono ora in quella scuola, come si permettono di insultare e far male al mio angelo? Spesso la seguo per vederla salire sul suo albero dietro la scuola, ci va quando è triste, anche se lei dice che lo fa per pensare, ma io l'ho osservata attentamente, da lontano, mentre i suoi occhi si perdono nel vuoto. Non l'ho mai vista piangere, ha detto di aver smesso da molto tempo ormai. È così fragile e a volte appare così piccola e sola che vorrei abbracciarla e dirle che io ci sono, che le sono vicino. Non sai quante volte mi sono costretto a guardarla da lontano per evitare di stringerla a me e baciarla, per farle capire che io la voglio così com'è. Non so per quanto resisterò prima di cedere al desiderio di assaggiare quelle labbra, soprattutto quando sento quegli stupidi ragazzi fare allusioni su di lei, ho dovuto stringere i pugni e conficcarmi le unghie nel palmo della mano per non prendere a pugni un ragazzo che in bagno ha detto che poteva anche essere strana e sfigata ma che se la scoperebbe comunque. In quel momento ho visto rosso, avrei voluto prenderlo e sbatterlo contro il muro dicendogli che doveva starle lontano perché lei è solo mia,- esprimo tutti i miei pensieri finalmente ad alta voce, non mi rendo neanche conto di quello che dico, come se stessi parlando al nulla, è bello sfogarsi e sentirsi liberi dai dubbi che ti opprimono. -È bellissima, ha degli occhi incredibili, un misto di marrone e verde che si fondono per creare sfumature indefinibili, sorride poco ma ha il sorriso più bello che io abbia mai visto e la sua risata, l'ho sentita solo una volta ma sembrava davvero quella di un angelo. È anche gentile e altruista, la vedo spesso fermarsi a parlare con qualche triste barbone che molti ignorano e portagli qualcosa da mangiare, si ferma sempre ad accarezzare gli animali che incontra senza paura che questi possano farle del male, e poi è buona. La settimana scorsa ha visto una di quelle ragazze che la prendono in giro seduta sul pavimento del corridoio mentre piangeva, le si è seduta vicino e l'ha abbracciata senza dire niente, solo per farle sentire che c'era qualcuno vicino a lei, io ero nascosto in una sgabuzzino, dopo... lo sai, sono rimasto incantato ad osservare quella scena finché la ragazza, sentendo la campanella suonare e vedendo già alcuni ragazzi uscire dalle classi si è alzata e ha cominciato a sputarle contro i peggiori insulti mentre lei è rimasta semplicemente lì a subire senza dire una parola. Come fa una persona così meravigliosa a odiarsi così tanto? A pensare di meritare il dolore che sta ricevendo persino dai suoi stessi genitori?- Urlo quasi, ponendo le ultime due domande, non ci arrivo, non capisco proprio perché si senta così, vorrei che si liberasse dal peso della colpa che le grava sulle spalle.
Per un po' rimaniamo entrambi in silenzio.
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Lui & Lei
ChickLitLei è una ragazza fragile e sola con un segreto che pian piano la sta schiacciando. Lui è un ragazzo arrabbiato con il mondo che pensa l'amore sia solo una perdita di tempo. ¡So di non essere bravissima nella scrittura ma ho voluto pubblicare lo ste...