11.

24 2 0
                                    

Lei.

Tre mesi dopo.

-Andrea, fermati!- Lo rincorro per il parco abbandonato, è da un po' che non lo portavo qui, ho paura che si faccia male, ma, come Miriam, è il suo posto preferito, non ne capisco il motivo, ma vuole sempre venire qui a giocare, non sa i pericoli che corre.

-Daiiiii, come sei noiosaaaaaa!
-Lo sai che è pericoloso! Se cadi?- Mi fa strano essere qui, dopo tre mesi in cui non ci mettevo più piede, in questo poco tempo sono cambiate molte cose, adesso abito con Marianne, non sono più tornata in quella casa, ho lasciato il lavoro al bar e aiuto Jo nel suo studio, non faccio più corse clandestine e sto ricostruendo, a poco a poco, i pezzi della mia vita, anche se, fra questi, non c'è il più importante, il pezzo che ho dovuto abbandonare ma a cui non ho mai smesso di pensare. Mi manca, ogni giorno, in ogni momento, ma mi sono convinta che è stato meglio per lui, da quando sono entrata nella sua vita non ho fatto altro che rovinargliela e distruggergliela. Ogni giorno lo vedo a scuola, non mi rivolge la parola e io faccio finta che la sua freddezza e le sue prese in giro non mi facciano così male da togliermi il fiato. Appena è tornato a scuola, una volta dimesso dall'ospedale, ha cominciato anche lui a insultarmi, non mi si è più avvicinato se non per spingermi o sbattermi i libri a terra, non lo riconosco più, i suoi occhi sono gelidi e vuoti, e io ne sono l'unica causa, vorrei chiedergli scusa ma sono convinta che stia meglio senza di me, deve aiutare sua madre, prendersi cura di lei, non può avere distrazioni, e io lo ero, gli ho rovinato soltanto la vita.

-Non cadrò!
-Ti prego Andrea lo sai che ho paura- lo vedo fermarsi e serrare i pugni, lo raggiungo velocemente affiancandolo, ma quando alzo lo sguardo, l'aria che ho nei polmoni esce di colpo lasciandomi senza fiato, seduto sulla mia altalena c'è una figura, Mattia.

-Andrea vieni, andiamo- sussurro piano prendendogli la mano e cercando di portarlo via, ma lui non ne vuole sapere.
-Lui è il ragazzo che ti fa piangere!- Urla attirando anche la sua attenzione, per un attimo mi guarda sorpreso ma il suo sguardo torna velocemente freddo e distaccato, fa comparire il ghigno che ho imparato a odiare, mi ricorda che quello che ho davanti non è lui ma una maschera che io stessa ho creato.
-Oh, che sorpresa, la disagiata- abbasso il volto cercando nuovamente di tirare Andrea verso di me per tornare a casa, ma, di nuovo, lui non mi ascolta.
-Come ti chiami?- Gli chiede all'improvviso, guardo Andrea sorpresa e confusa dalla domanda che ha posto a Mattia, cosa ha in mente?
-Mattia... - anche lui sembra abbastanza sorpreso abbassando lo sguardo verso il ragazzino di undici anni al mio fianco.
-Allora sei davvero tu il ragazzo cattivo che la fa sempre piangere...
-Andrea...
-No, è lui! Tu urli sempre il suo nome quando fai gli incubi la notte- vedo Mattia alzare lo sguardo sorpreso, sembra quasi sconvolto, non riesco a sostenere il suo sguardo, mi abbasso velocemente e prendo Andrea in braccio portandolo via con me, non volevo che sapesse. Da quando ho lasciato l'ospedale non faccio altro che avere incubi, a volte lo chiamo a squarciagola fino a non avere più voce, ma lui non viene, non arriva mai, non mi salva e io rimango al buio, altre lui è sul pavimento con un rivolo di sangue a incorniciargli la testa quasi come un'aureola, vicino a lui c'è Sara, io li guardo dall'alto, le mie mani sono insanguinate.

Non potevo rimanere con lui, non potevo uccidere anche lui, non poteva rimanere per sempre al buio con me, avrei spento anche la sua luce e questo non avrei mai potuto permettere che accadesse, dovevo lasciarlo andare e così ho fatto, nonostante il vuoto costante che sento.

Cammino per le vie vuote e buie, fa freddo, ma devo assolutamente trovare Marianne, sono ore che è fuori, so che il suo lavoro è questo, ma sono preoccupata, di solito mi invia sempre un messaggio per avvertirmi di dove si trova e con chi, in caso di bisogno, invece ora... non ho ricevuto niente per ore, non era mai successo e il fatto che le sue colleghe non sappiano dove sia, dal momento che la sua postazione è deserta, non mi tranquillizza per niente.

Lui & LeiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora