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L'odore di disinfettante mi disgusta, non ho mai odiato gli ospedali, ma, in questo momento, sento di farlo. Da quando mi sono allontanato dalla casa si Zoe, sento svilupparsi in me un senso di intolleranza verso tutto e tutti, non sopporto neanche me stesso, voglio solo riaverla con me.

-Abbiamo chiamato la polizia.
-Sai anche tu che non servirà a niente- rispondo apatico, perché è come mi sento, è come se avessero risucchiato da me tutte le emozioni, mi senti un automa.
-Potrebbe comunque aiutare- scuoto la testa senza rispondere, non ci crede neanche lui.
Mi alzo di scatto, non riesco a stare fermo, mi sento in gabbia, è come se mi mancasse l'aria, ho bisogno di uscire.

Comincio a correre verso l'uscita, quasi come se ne andasse della mia stessa vita, scanso i pazienti e i medici nei corridoi, facendo i gradini due alla volta, l'ascensore è troppo lento, non so se Christopher mi stia seguendo o meno, non me ne preoccupo, non mi interessa cosa sta pensando adesso di me.

Quando raggiungo l'uscita l'aria calda di agosto non allevia minimamente il senso di soffocamento misto a panico che sento, mi accascio sul marciapiede respirando pesantemente, non capisco cosa mi sta succedendo, sento solo dolore, vorrei solo che smettesse.

-Ti senti bene?- Mi raggiunge una voce preoccupata, annuisco senza neanche alzare lo sguardo, non mi importa neanche di star mostrando il mio lato più debole in mezzo ad una strada, dopo aver tentato di nasconderlo per anni. -Tu sei il principe!
Rimango leggermente interdetto dall'urlo che mi spacca i timpani e dalle braccia che mi avvolgono, tanto da distrarmi dallo stato di commiserazione in cui ero caduto, solo allora alzo finalmente lo sguardo.
-Miriam?
-Principe!
-Che ci fai qui?
-Ho accompagnato la mamma, doveva prendere alcune cose al negozio, mi ha detto di non allontanarmi ma dovevo venirti a salutarti, non sei più venuto a trovarmi con Zoe.
Mi sforzo di sorriderle, -scusami piccola guerriera, ho avuto alcune cose da fare, prometto che rimedierò.
-Uffa! Mi annoio da sola. Zoe mi ha detto che per un po' non ci saremmo viste.
-Z-Zoe?
-Sì! Ieri sera è venuta a casa mia, voleva salutarmi, mi ha detto che per un po' non ci saremmo potute vedere, che c'erano delle persone da cui doveva andare.
Sento il cuore perdere qualche battito, l'ansia salire, sapeva già che stavano andando a prenderla? Ha ricevuto qualche altro messaggio di cui non mi ha parlato?
-Era... era da sola?
-Sì, ma ha detto che non devo preoccuparmi che tornerà presto, me l'ha promesso. Ma... tu non sai dov'è? Avete litigato?
-No, non abbiamo litigato ma... non ha voluto dire neanche a me su dove doveva andare.
-Lei è una principessa diversa da quelle delle favole- sorride- è lei a proteggere il suo principe.
-Già- sussurro, cosa ha combinato?
-Miriam!
-Scusa la mamma mi sta chiamando, devo andare.
Corre via lasciandomi ai miei interrogativi, è possibile che mi abbia nascosto di aver ricevuto altri messaggi per proteggermi, eppure... sembrava così tranquilla in questi ultimi giorni, felice.

-Mattia?
-Christopher.
-Andiamo a casa forza, tua madre è preoccupata per te.
Annuisco distrattamente ancora concentrato sulle notizie che Miriam mi ha rivelato.
-Sai se Zoe avesse ricevuto messaggi o chiamate di avvertimento?
-Eh? No, era tranquilla, quasi speranzosa nonostante un costante pizzico di paura si vedesse costantemente nei suoi occhi e nei suoi gesti. Perché me lo chiedi?
-Miriam, una bambina a cui è molto affezionata, mi ha detto che ieri sera è andata da lei per salutarla e dirle che per un po' non avrebbero potuto vedersi.
-Pensi che sospettasse che avrebbero agito presto?
-Ne sono certo.
Sento un vuoto all'altezza del petto e il senso di colpa intensificarsi man mano che i minuti scorrono lenti come ore. Nella mente non fanno che susseguirsi immagini sempre più violente di ciò che potrebbe starle accadendo in questo momento.

-Troveremo un modo per riprendercela.
-Ah sì? E come? Lui non la lascerà mai andare.
-Non lo so ancora, ma deve esserci un modo.
Sospiro bruscamente, non riesco a illudermi che tutta questa faccenda andrà bene, non dopo aver conosciuto quell'uomo e sapendo di cosa è capace.
-Tu non sai dove potrebbe averla portata?
-Ha molti magazzini e case sparse un po' ovunque, non credo la terrebbe nella sua "base", troppo scontato. Non mischia lavoro e... - mi fermo disgustato per poi vomitare fuori le ultime parole -la sua vita privata.
-Ci deve essere un luogo che preferisce, in cui si sente maggiormente al sicuro, o magari più discreto.
-Se esiste io ancora non lo conosco, ma lo scoprirò.
-Come hai intenzione di fare?
-Ho i miei metodi.
-In questo momento non hai un'aria molto rassicurante, se ti metti nei guai non potrai aiutarla.
-Pensi davvero che le persone con cui andrei a parlare chiamerebbero la polizia? Hanno troppe cose da nascondere.
-Questo non mi tranquillizza affatto. Sono cresciuto per strada, credi che non sappia come funziona?
-Non so niente del tuo passato, Zoe non me ne ha parlato.
-Ti basti sapere che so che ciò a cui stai pensando è pericoloso, ma che sono comunque disposto ad aiutarti.
-Potresti mettere in pericolo Luca- lo vedo stringere le mani intorno al volante, se ama Luca almeno la metà di quanto io amo Zoe, non vorrebbe mai che ciò accadesse. -Ti ringrazio per il tuo aiuto ma non posso permettere che tu venga coinvolto, non chiamerebbero la polizia ma è gente vendicativa.
-Hai pensato a tua madre?
-Ha le spalle coperte.
-Che intendi dire?
-Diciamo solo che ha un fratello molto protettivo, non permetterebbe mai che le accadesse qualcosa.
-La tua famiglia nasconde davvero molti segreti a quanto pare.
¬-Abbastanza- mi fermo indeciso se porre la domanda o meno, non sono sicuro di voler saper la risposta -pensi che stia bene?
-Penso che non è morta, lui non lo permetterebbe.
-Ma potrebbe di nuovo... non riuscirebbe a superarlo.- Non risponde.

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⏰ Ultimo aggiornamento: May 11, 2020 ⏰

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