capitolo 2

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"Abby ..." la mamma mi chiama dalla stanza dei gemelli, " Tesoro, potresti venire per piacere, ho bisogno di una mano." Ancora assonnata mi alzo e la raggiungo, la trovo con una marea di scatoloni tra le mani e i gemelli attaccati alle gambe. Scoppio in una risata così forte, che papà entra nella stanza spaventato, ma alla vista di quella scena inizia a ridere anche lui. "Invece di ridere, potreste anche aiutarmi." Ci dice la mamma. Papà le va in contro e le prende le scatole dalle mani, mentre io le stacco i gemelli dalle gambe. "Ma cosa stavate combinando tutti e due eh." Dico, a quei mostriciattoli, con una voce stridula. I due mi accennano un sorriso e iniziano a fare dei versi, a modo loro stanno rispondendo alla mia domanda. Che amori, iniziano a gironzolare nella stanza e io li lascio fare. La mamma li guarda sorridendo, poi volge lo sguardo a me e mi chiede: "Hai iniziato a sistemare le tue cose, tesoro?" guardo l'orologio che porto al polso, e noto che sono quasi le 18:00. Ho dormito per un paio di ore com'è possibile che nessuno si sia accorto di nulla? "Mamma, veramente mi sono appisolata, possibile che non ve ne siate resi conto." faccio riferendomi a entrambi. I due si volgono uno sguardo perplesso e mi rispondono di no. Ancora mi chiedo come sia possibile, sono stata in camera per un po', e nessuno dei due si è chiesto dov'ero. Evidentemente erano troppo indaffarati con le varie cose.   " Mhh, va bene, allora inizio a sistemare le cose." Poi ricordo di avere ben poco con me e che il resto della roba le avrebbero dovute spedire nei giorni successive alla nostra partenza. "Okay, tesoro, la tua valigia è rimasta all'ingresso, il resto dovrebbe arrivare domani." Mi dice mio padre, come se mi avesse letto nel pensiero. Gli sorrido, accennando un grazie con la testa, e mi dirigo verso l'ingresso per prendere la valigia. Scendo di fretta le scale, prendo la roba e vado verso la mia camera, quando dalla finestra del salotto noto due ragazzi, immagino abitino nella casa affianco, i due sono molto alti ed entrambi hanno una bella presenza fisica. Da dietro sembrano uguali, ma guardando bene uno è più alto dell'altro. Sembrerebbero entrambi castani, ma il più altro ha i capelli leggermente più chiari. Al sole sono veramente bellissimi. Faccio per muovermi, quando entrambi si girano. Per frazione di secondi ci guardiamo, subito distolgo lo sguardo e salgo le scale, mi sento così in imbarazzo in questo momento, ma perché si sono girati? Forse si saranno sentiti osservati. Corro velocemente in camera, mi chiudo la porta alle spalle mi ci poggio sopra e penso alla figuraccia che ho appena fatto. Non oso immaginare cosa pensino di me in questo momento, mi avranno presa per pazza. Aiutooo, perché mi sono fermata a fissarli. Mi sposto con le spalle dalla porta e poggio la valigia sul letto, la apro e inizio a fare il punto della situazione. Con me non ho tantissime cose, ma visto che il resto della roba dovrebbe arrivare domani non vado in paranoia. La prima cosa che trovo aprendo la valigia è il mio libro preferito AFTER. Lo prendo, e come sempre con il dito sfioro la scritta in rilievo. Lo poggio sul comodino di fianco al letto e penso di riniziarlo, per la settima volta, prima di andare a dormire. Amo quel libro e spero, un giorno, di avere una storia d'amore come quello di Tessa e Hardin. Poso il libro e riprendo il lavoro, inizio a sistemare i vestiti e mi rendo conto che la cabina armadio è più grande di quello che pensavo, è veramente molto profonda. Dovrò fare molte compere per riempirla completamente, inizio a sorridere, quando ricordo che era una delle cose preferite di Megan. Adesso non potremmo più farla insieme, e questa cosa mi devasta. Una lacrima mi scende sul viso e spero che non mi sostituisca tanto in fretta. Cerco di cambiare pensiero concentrandomi sulle cose che ho portato, metto il pigiama con gli orsetti sotto il cuscino, anche se non credo che qui faccia molto freddo. Prendo i jeans, due vestitini e una salopette per deporli sulle grucce. Poi sistemo le poche magliette sui rispettivi scaffali e chiudo. Guardo la valigia e ricordo di aver portato con me anche le foto senza cornice. Le prendo e le poggio sulla scrivania, domani dovrò cercare un negozio per comprare una lavagnetta in sughero e appenderle. Non ne ho molte, ma sono veramente bellissime. Prendo il beauty-case che ho nella valigia e lo porto in bagno. Sono una di quelle persone che tiene molto alla sua pelle, quindi compro molte creme, ma soprattutto amo i trucchi. Inizio a sistemare le varie cose nel bagno, e mi rendo conto di aver dimenticato di portare con me i prodotti per i capelli. Ormai sono quasi le 20:00 e non credo che i negozi stiano ancora aperti, "Mammaaaa ... " lei mi raggiunge immediatamente con Samantha alle calcagne, la segue ovunque, "Mamma, pensi che i negozi siano ancora aperti?" lei mi guarda con aria perplessa e mi dice: "Penso di si, ma perché?" "Ho dimenticato di portare le varie cose che utilizzo per i capelli, e dopo 5 ore di aereo dovrei fare uno shampoo." "Abby, puoi provare ad andare in centro, l'unica cosa dovrai andare a piedi, le macchine non ci sono ancora." Giusto le macchine, avevo dimenticato questo piccolo particolare. "Va bene mamma, vado immediatamente, cercherò su google maps il primo negozio nelle vicinanze." Lei mi guarda, mi sorride e mi dice: "Mi raccomando fa attenzione, non conosciamo ancora bene la zona. Sul tavolo della cucina trovi la mia borsa, prendi i soldi e fai presto." Le do un bacio e corro giù in cucina. Prendo i soldi dalla sua borsa, la felpa celeste che prima avevo messo sul corrimano e esco di corsa. Accendo il mio telefono, che come sempre è scarico, e velocemente cerco il negozio. Il più vicino è a dieci minuti. Inizio a camminare, quando vedo uno dei ragazzi che avevo notato giù dalla finestra del salotto. Da vicino sembra ancora più bello, penso sia il ragazzo più basso, ma non ne sono sicura. Si gira e mi guarda, spero non mi riconosca." Ciao ..." resto di stucco al suo saluto, non mi aspettavo mi rivolgesse la parola. " Ciao ... " gli rispondo, con una voce bassa. " Sei nuova da queste parti vero?" "Si sono arrivata proprio oggi." Lui mi guarda, resto sbalordita dal colore dei suoi occhi. Sono veramente chiarissimi, penso di non aver mai visto una cosa del genere. "Sei arrivata oggi eh, allora benvenuta a Miami. Spero ti troverai bene qui." Gli sorrido, con uno dei miei sorrisi più timidi e gli dico: " Grazie, lo spero." Lui sorride, sicuro di se e mi porge la mano. " Che sbadato, piacere io sono Mark Cooper." Mark, che bel nome, gli si addice proprio." Piacere mio Mark, io sono Abby, Abby Walker." Mi guarda perplesso e mi dice: "Abbyyy" dice pensieroso," diminutivo di Abigayl ?" resto veramente di stucco, quasi nessuno riesce al primo tentativo. Lui sorride, come se mi avesse letto nel pensiero. Che magnifico sorriso, guardandolo attentamente noto che ha un accenno di fossette, le adoro. "si Abby è il diminutivo di Abigayle, ma come hai fatto a indovinare? " mi guarda sorridendo, e mi sfiora la mano. A quel tacco mi sento strana, mai nessuno mi aveva sfiorata in quel modo, con una dolcezza tale da farmi battere forte il cuore. "Semplice, non ho indovinato. Ho pensato fosse così e l'ho detto." Mi dice con così tanta convinzione. Mi dondolo sulle punte dei piedi, e noto che il sole sta calando." Che succede   Abby, ti ho messa a disagio? " mi chiede. Certo che non mi ha messo a disagio , per un semplice tocco sulla mano, ma chi si crede di essere. "Ma certo che no, mica mi imbarazzo per così poco. È solo che devo andare ad un negozio non molto lontano da qui, e mi sono resa conto che sta facendo buio." Mi guarda e mi dice: " Perfetto, anche io devo andare a fare compere, se vuoi ti ci porto io." Ma mi ha presa per pazza questo qui, è convinto che salirò in macchina di una persona che ho appena conosciuto? "mhh guarda di solito non salgo in macchina di persone sconosciute, ti ringrazio ma preferisco andare a piedi, tanto è a soli dieci minuti." Gli dico con una voce molto imbarazzata. "Guarda che non mordo, volevo fare un gesto carino per la nuova arrivata, ipotizzo tu debba andare al negozio di Bob. È l'unico più vicino." Bob, che nome   strano, penso. Lui mi guarda, aspettando una risposta." Penso proprio di si, se mi dici che è quello più vicino sicuramente sarà Bob." Dico sorridendo, non so perché trovi questo nome così buffo. Forse perché lo darei ad un cane. Sorrido, lui se ne rende conto e mi porge la mano "Che fai Abigayle, vieni con me, ero diretto proprio lì. Possiamo andarci a piedi se proprio non vuoi salire nella mia macchina." Mi dice sorridendo. Quel sorriso, come faccio a dire di no a quel sorriso. Poi me l'ha chiesto chiamandomi con il mio nome per intero, è incredibile ha toccato un mio punto debole. E va bene andrò con lui. D'altronde si è fatto quasi buio, faccio per accendere il telefono e noto che si è anche spento. Questo è un segno devo andare con lui, non ho più google maps che mi indica la strada. "e va bene" gli dico. Mi guarda e sorride a 365 denti. " sia chiaro, vengo con te solo perché il mio telefono mi ha abbandonata e ho veramente bisogno di queste cose." Gli dico, mostrandogli il telefono. Lui mi guarda, sorride ancora e mi dice: "Certo come no."ci guardiamo e nello stesso istante scoppiamo a ridere. 

Sono riuscita a scrivere più in fretta del previsto, forse sarà l'euforia, spero di riuscirlo a fare sempre così da non farvi aspettare molto. Fatemi sapere cosa ne pensate.

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