capitolo 11

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Abigayle

Oggi ho intenzione di andare a comprare le cose per la scuola nonostante non mi abbiano ancora inviato la mail di conferma per le lezioni o i corsi che  dovrò frequentare. Mi alzo dal letto ancora assonnata e mi dirigo in cucina, da dove provengono i strani versetti dei gemelli. Scendo velocemente le scale ed entro in cucina salterellando, mi sono svegliata proprio allegra. "Cos'è tutta quest'allegria?" mi chiede la mamma sorridendo. "Non saprei, stamattina mi sono svegliata così." Vado verso i gemelli, che sono seduti nei rispettivi seggioloni, mi abbasso alla loro altezza e li guardo. "Ma buongiorno piccole pesti." Loro mi fissano ridendo e continuando a fare strani versi. Charlotte inizia a sbattere le mani mentre Cory è troppo impegnato a mangiare i cereali, quindi non mi degna di uno sguardo. Faccio per levarglieli, per avere la sua attenzione ma lui inizia a piangere. "Abby ... " mi dice la mamma a voce alta. "Mamma, mi hai fatta saltare." Le dico con la mano sul petto "Non levare i cereali a Cory, sta un attimo buono lascialo stare." Mi dice guardando la ciotola che ho tra le mani. Cory mi guarda e allunga le mani per prendere la ciotola ma io la alzo, adoro stuzzicarlo in questo modo. È incredibile come ami i cereali. "Abby, ti prego." Mi dice la mamma, implorandomi. "Eh va bene, te li do solo perché rompi e mamma si scoccia di sentirti nelle orecchie." Dico a Cory ridandogli la ciotola. Lui mi sorride e contento mette le mani nei cereali. Gli sorrido e mi sposto verso il frigo per fare colazione. Dopo il giochino con Cory mi è venuta voglia di cereali, così decido di fare la zuppa di latte con i Muesli. È una bella giornata così prendo l'occorrente per la colazione e vado fuori sotto il gazebo. Mi siedo, sistemo per bene la tovaglietta sul tavolo e inizio a rompere i biscotti nel latte quando sento una porta cigolare, mi giro e vedo Luke. Ha la faccia ancora assonnata, si sarà svegliato da poco. Mi guarda e si avvicina titubante "Ti ho vista dalla finestra e ho pensato di fare quattro chiacchiere." Vuole chiacchierare con me, mi ha vista più o meno tre volte e mi ha sempre trattata male, adesso vuole chiacchierare con me. Non sta bene. "Vuoi chiacchierare con me? Che ne hai fatto di Luke, lui non parla con le bambine." Gli dico guardandolo negli occhi. "Non volevo darti della bambina, scusami. Di solito con le ragazze come te non faccio lo stronzo." Mi dice avvicinandosi. "Che ho di diverso dalle altre ragazze?" gli chiedo curiosa. "Non saprei, non hai niente di particolare è solo che ... " si ferma riflettendo bene a cosa dire. "Che?" gli dico "Che ... niente, volevo solamente dirti scusa." Mh non so perché si sia fermato, ma di certo mi voleva dire altro. "Cercherò di perdonarti, ma devi fare il bravo." Gli dico sorridendo. "Io ... bravo? Non ti prometto niente, ma ci proverò." Mi dice ricambiando il sorriso. Fa cenno con la mano per chiedermi il permesso di oltrepassare il cancello e io gli faccio si con la testa. Scavalca la staccionata che ci separa e si avvicina, con la mano gli faccio segno di sedersi sulla sedia di fronte la mia e lui mi sorride. Si lascia cadere leggermente sulla sedia e mi dice: "Che meravigliosa mattinata, in cielo non c'è nemmeno una nuova." "Si oggi la giornata è proprio bella." Gli dico guardando a mia volta il cielo. "Raccontami qualcosa di te." dice spiazzandomi. "Cosa vuoi sapere?" Gli chiedo imbarazzata " Non saprei qualcosa di te, qualcosa che mi permetta di conoscerti meglio." Vuole conoscermi meglio? Ma questo è Luke o è un'altra persona? Non lo riconosco e sinceramente non so nemmeno cosa dirgli. "Allora Abby, mi racconti qualcosa di te?"mi dice mentre ruba un biscotto dalla mia tovaglietta. "Hey... " gli dico ridendo "Ne hai tanti, uno a me puoi darlo." Mi dice sorridendo a sua volta. Mi guarda scrutando per bene il mio viso, vorrei tanto sapere cosa sta pensando in questo preciso istante. Ha uno sguardo così sereno che se non l'avessi incontrato precedentemente, e non avessi visto le sue reazioni, lo guarderei con un'altra prospettiva. "Sai che in fondo non sei male?" dice spiazzandomi per la seconda volta. "Sei tu ad avermi giudicato subito." Gli dico immergendo un biscotto nel latte. "Non so perché l'ho fatto." Non so cosa dire così resto in silenzio. Lui continua a fissarmi quando, ad un certo punto, avvicina la sedia alla mia. Mi guarda dritta negli occhi e con la mano destra prende la piccola ciocca di capelli che esce dal mio chignon disordinato e inizia a giocarci. Non mi aspettavo un gesto così dolce da parte sua, pensavo fosse uno di quei ragazzi che odia le cose romantiche e le considera troppo smielate e sentimentali. "Dai Abby parlami di te." Mi dice a voce bassa, ma allo stesso tempo così dolce da non poter rifiatare. "Allora, vuoi che ti parli di me. Non ho molto da dire sulla mia vita, ho sedici anni e sono nata a Los Angeles, dove ho vissuto fino a qualche giorno fa, frequentavo una delle migliori scuole di lì e avevo ottimi voti. Mi piace leggere e amo cantare. Ho una passione sfegatata per i colori che vanno dal blu all'azzurro e sono una buona forchetta. " Luke ascolta con attenzione tutto quello che gli ho detto lo noto dal suo sguardo concentrato. Quando smetto di parlare, mi guarda con attenzione e mi dice: "Vediamo allora effettivamente non mi hai raccontato niente di particolare, ma con quello che mi hai detto adesso ti conosco meglio. Los Angeles è una delle mie città preferite l'ho visitata due volte e andrei volentieri altre. Per la lettura ti posso venire in contro ma per la passione che hai sul colore blu proprio no." mi dice con una smorfia "Ma come si fa a non amare questo colore, eh come si fa!." gli dico avvicinando la mia tazza alla guancia, come se fosse un pupazzo da coccolare. Luke mi guarda con una strana espressione ma poi scoppia a ridere, una risata dolce che sinceramente non mi aspettavo da lui. Si avvicina ancora di più e si sporge in avanti per guardarmi negli occhi, da vicino i suoi occhi sono ancora più verdi. "Voglio che mi racconti qualcosa di te, qualcosa che mi faccia capire chi sei veramente." Mi dice queste parola senza staccare un attimo i suoi occhi dai miei al che mi imbarazzo e divento rossa come un peperone. Luke  mi fissa ancora più intensamente e lentamente si avvicina per dirmi qualcosa nell'orecchio "Non c'è bisogno che t'imbarazzi, con me non devi." quelle parole mi fanno imbarazzare ancora di più, mi faccio coraggio e faccio per parlare ma vengo interrotta dal rumore della tazza che cade e va in frantumi. Quando la vedo a terra mi si spezza il cuore, la mia tazza preferita è ai miei piedi in mille pezzi. "NO! La mia tazza preferita." dico "Abby, scusami non volevo farla cadere." dice Luke sfiorandomi la mano "Mi dispiace tanto di aver rotto la tua tazza preferita." continua. "Luke, tranquillo sono cose che capitano. In fondo è anche colpa mia l'ho presa per avvicinarla alla guancia e l'ho messa troppo vicino al bordo del tavolo." gli dico abbassandomi a prendere i pezzi. "Mi dispiace così tanto Abby, veramente non volevo." mi dice inginocchiandosi per aiutarmi. "Non è niente davvero, tranquillo, ne ho altre." "Ma nessuna sarà così, proprio con il tuo colore preferito." mi dice alzandomi il viso con il dito. Mi alzo e poggio i cocci sul tavolo, faccio per sedermi ma Luke mi ferma e mi prende il braccio tirandomi a se. I suoi occhi adesso sono di un verde intenso, sembra davvero dispiaciuto. "Scusami." mi dice. "Non fa niente." gli dico accennando un sorriso. Lascia la presa sfiorando la mia mano poi arretra di un paio di passi, mi guarda, si sporge di lato e guarda dietro di me e con voce cupa mi dice: "Adesso devo andare, scusami ancora."

Nuovo capitolo.
Scusate se pubblico solo adesso ma ho dovuto fare delle cose e non ho trovato proprio il tempo per scrivere.
In questo capitolo conosciamo un Luke più dolce ma allo stesso tempo sfuggente.
Cosa nasconderà? Qualcosa sta cambiando in Abby e nemmeno lei sa spiegarlo.
Fatemi sapere se vi sta piacendo e cosa pensate di Luke.

An incredible change.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora