Una valigia di ricordi

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POV's Tish
Le luci si sono spente, io continuo a piangere mentre vengo bistrattata qua e là per interviste e cose varie. Dopo un po' finalmente mi lasciano libera, mi volto verso le sedioline blu e Vincenzo e Alberto non ci sono già più. Mentre fisso le sedute, si avvicina una ragazza della produzione e mi dice:
< Li abbiamo fatti uscire, ma tranquilla potrai salutarli dopo in casetta >
Le sorrido e mi faccio guidare verso l'uscita. Non mi sono neanche accorta che nel frattempo ho anche smesso di piangere, avrò finito le lacrime probabilmente, ho il trucco rovinato, i puntini sbavati e mi sento totalmente persa. Ormai questo posto era diventato la mia casa, la mia quotidianità, sarà difficile tornare alla vita di tutti i giorni.
Mentre penso questo, percorro la strada che porta dallo studio alla casetta, fuori fa freddo, come dentro di me del resto. Arrivo là fuori, mi sento rigida e senza forze, attraverso il giardino e apro la porta.
In salotto non c'è nessuno, mi avvio verso la mia stanza per recuperare le mie cose. Apro l'armadio, comincio a buttare cose alla rinfusa nella mia valigia finché non vedo dallo specchio che qualcuno sulla porta mi sta guardando.

Come farei a non riconoscerlo?!
Quegli occhi li riconoscerei tra mille.
Così mi giro verso di lui, che mi fissa senza dire niente. Ha gli occhi lucidi lo vedo, e io sto per tirare fuori altre lacrime ( stupida a pensare di averle esaurite) ma provo a trattenerle.

< Se devi dire qualcosa, ti prego fallo adesso > gli dico.
E lui: < Lo sai non sono mai stato molto bravo con le parole, ma stasera ho realizzato che con te non mi sono mai servite, perché ci siamo sempre capiti semplicemente guardandoci negli occhi. E quando stasera non riuscivo a incrociare i tuoi, ho capito che in queste settimane ho fatto un grande errore negando a me stesso che i miei sentimenti per te non sono mai cambiati >

Io sono seduta sul letto con gli occhi sbarrati, non so che dire, lui mi vede titubante e continua:
< Dopo che ci siamo chiariti quel pomeriggio, entrambi eravamo d'accordo sul fatto di aver permesso troppe volte ai nostri sentimenti di interferire con il nostro percorso e che quindi fosse meglio concentrarsi sulla musica e basta. Stare in casetta insieme non è stato facile, incontrare i tuoi occhi ogni mattina, sentirti cantare e ballare con Vale, ma mi sono sforzato di starti lontano, di convincere te e me stesso che tutto quello che c'era tra noi era una favola che forse avevamo idealizzato troppo. Ma stasera, quando ho realizzato che ti stavo perdendo per sempre, tutto ciò che provavo è tornato a galla >

Si è seduto sul mio letto affianco a me, io mi giro con le gambe incrociate e lui si gira ad accarezzarmi la guancia, mentre con l'altra mano tiene la mia.
E così tra le lacrime trovo il coraggio di dire anche io qualcosa:
< Quando siamo entrati in casetta pensavo e speravo che saremmo riusciti a ricostruire l'intesa di un tempo, ma più io ti cercavo e più tu mi evitavi, più ti volevo e tu più mi sfuggivi. All'inizio è stata dura, poi piano piano mi sono abituata o almeno ci ho provato. Ho soffocato ogni sentimento eppure appena incontravo anche per sbaglio i tuoi occhi, mi tradivo. >

Mi stringe la mano più forte, la sua mano dalla guancia è scesa al mio fianco, si avvicina fino ad unire la sua fronte alla mia.

< Mi dispiace se ti ho fatto soffrire, Tish ti giuro che tu sei stata la persona più importante per me qua dentro. L'unica che mi ha capito dall'inizio, l'unica che non mi ha mai guardato con pregiudizio, sei un tesoro a cui forse non ho dato il giusto valore. E solo stasera ho capito che voglio che tu mi dia la possibilità fuori da qui di essere di nuovo NOI. Voglio portarti in moto a Taormina, voglio farti assaggiare la granita siciliana, voglio fare l'amore con te sotto il cielo di Messina >

E si fionda sulle mie labbra, con veemenza e passione. Gli butto le mie braccia al collo. Quanto mi erano mancati i suoi baci!
Sa essere dolce e passionale, guerra e pace. Così incuranti delle telecamere, ci diamo tutti i baci che ci siamo negati in queste settimane, finché esausti non ci stacchiamo per guardarci negli occhi e gli dico:

< Sei stato proprio uno stronzo! Scusa ma te lo dovevo dire. >
E scoppiamo a ridere insieme. Anche questo mi era mancato, ridere di lui e ridere con lui.

Così ci alziamo dal mio letto, finisco di raccogliere le mie cose e passo a salutare Vincenzo che era rimasto nell'altra stanza. Lo abbraccio forte e gli auguro di vincere il circuito danza.
Poi Alberto mi porge la valigia e mi accompagna in giardino.
Ci abbracciamo, lui mi stringe i fianchi e io gli cingo il collo con le mie braccia.
< Tish, promettimi che mi penserai. >
E io:
< Tu promettimi di vincere anche per me, per noi, per tutto quello in cui abbiamo sempre creduto. Porta un po' di me in finale con te. Ti penserò ogni giorno, ogni istante. >
E lui:
< Ti prometto che fuori da qui inizieremo una nuova favola >
E io:
< Una promessa è una questione d'onore, ricorda! >

Gli do un ultimo bacio sfuggente e lascio per sempre la casetta blu.

Se stasera ti fidassi anche tu, potremmo ricominciare anche adesso. Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora