La SUA casa che diventa un po' la MIA

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POV's Tish

Dopo aver passato un paio di giorni a Roma insieme, io ed Alberto ci siamo dovuti separare. Siamo stati risucchiati dagli impegni, dagli instore, costretti a fare su e giù per l'Italia.
È stata un'esperienza bellissima, firmare i dischi, incontrare i propri fan, vedere tante città diverse, ma inevitabilmente tutto questo ci ha tenuto lontani per quasi un mese.

Un mese in cui ci siamo sentiti costantemente, ci siamo rinnovati le nostre promesse, in cui ogni sera non abbiamo chiuso gli occhi se prima non li incrociavamo con quelli dell'altro in una videochiamata.
È stato bello poter condividere la gioia e il successo con qualcuno a cui sta accadendo esattamente la stessa cosa.
Condividere la felicità, la mia e quella per lui, la sua e quella per me.
Un sogno che ci ha dato forza e continua a darci vita.
Un po' come forse il sentimento che ci lega.

Sono tornata a Gorizia da un paio di giorni e Alberto ha l'ultimo instore oggi a Bologna. Come nostra abitudine, appena finisce l'evento e torna in Albergo, fa partire la nostra videochiamata.
Gli rispondo dalla mia piccola cameretta ed è sempre bellissimo incrociare i suoi occhi, anche se attraverso lo schermo.
Mi manca moltissimo e credo che sia lo stesso per lui.

T: < Hai una faccia stremata, sei stanco ? >
A: < Si amore, in queste settimane non mi sono fermato un attimo. Sto cadendo a pezzi. >
T: < Dai che adesso hai finito, avrai un po' di tempo per riposarti. >
A: < Si infatti, assolutamente. A proposito, io scendo a Messina domani. Vieni con me ? >

Spalanco gli occhi.
Non ero pronta a quella domanda, o meglio non me l'aspettavo. Mi ha sempre detto di volermi portare a conoscere la sua città, i suoi amici, la sua famiglia, ma non so se sono pronta.

A: < Che c'è ? Ti ho spiazzato ? >
T: < A dire il vero un po' si. >

Comincia a ridere, mentre continua a fissare la mia espressione al telefono.

A: < È una cosa che ho detto ingenuamente, lo sai che mi farebbe molto piacere. Se non te la senti, non fa niente. Vorrà dire che ci rivedremo a Roma. >

È deluso lo vedo, ma non mi vuole far pesare questa cosa. Per lui le cose sono sempre così semplici, così ingenuamente facili.
Io invece sono sempre così ansiosa, mi faccio mille pippe mentali.
Vorrei riuscire ad avere anche un briciolo della disinvoltura che ha lui.

T: <Facciamo che ci vengo. Ma vacci piano
con le presentazioni ufficiali, che non sono pronta. >
A: < Ma guarda che non ci dobbiamo mica sposare eh? Ti posso pure presentare come amica del cuore, tanto a te è sempre piaciuto definirci così. O no ? >
T: < Vaffanculo Albe! >

E ride, così come io insieme a lui.
Amo e odio allo stesso tempo quando mi prende in giro, perché in fondo so che è perfettamente come dice lui, per quanto mi costi ammetterlo.

Fa tutto lui, sceglie la compagnia, mi compra il biglietto aereo. Mi manda la carta di imbarco su Whatsapp:

MESSAGGIO DA ALBERTO
Domani la mia casa spero diventi anche un po' la tua. Buonanotte 🖤

Ore 12:00, AEROPORTO DI CATANIA
Sono atterrata da poco meno di un'ora e sono seduta sulle sedie al recupero bagagli. L'aereo di Alberto dovrebbe arrivare a breve ed io non vedo l'ora. Non vedo l'ora di rivedere quei capelli ribelli, quegli occhi di ghiaccio, quei tatuaggi così selvaggi.

Neanche il tempo di immaginare questa scena, che lo intravedo tra la folla. Mi alzo di scatto e comincio a farmi spazio tra la gente per corrergli incontro.
Lui fa lo stesso con me. Scene del genere riusciamo solo ad immaginarle nei film, invece eccoci qua.
Mi fiondo tra le sue braccia e lo stringo forte, così come lui fa con me, con una presa stretta intorno ai miei fianchi. Annuso a pieni polmoni il suo profumo e mi sembra di ritornare a respirare. Subito si fionda voglioso sulle mie labbra, tenendomi la nuca con una mano.
Un bacio che sa di mancanza, di desiderio, di tutto il tempo che abbiamo passato lontani.

A: < Mi sei mancata tantissimo. >
T: < Anche tu. >
E restiamo così a fissarci negli occhi, senza dire niente, riempendo il silenzio con la gioia dei nostri occhi che si sono riuniti.
Mi prende per mano e ci dirigiamo verso l'uscita, dove dovrebbero attenderci due suoi amici.
Come mio solito sono in ansia.
Io non sono la classica tipa che piace alle mamme, non sono la fidanzata di cui vantarsi con gli amici.
Io sono impetuosa, irrequieta, acida e intollerante.
Sono forse troppo alta, forse troppo stronza.
E per quanto Alberto si dimostri sempre fiero di me, non so fino a che punto io posso esserlo io di me stessa.
Provo a mettere questi pensieri da parte, appena arriviamo all'uscita.
I due ragazzi ci stanno aspettando in piedi fuori dall'auto.

A: < Ciccio, Fulvio, lei è Tish. >
T: < Piacere di conoscervi, ragazzi. >
Lo dico timidamente, in contrasto con il loro chiassoso entusiasmo.

C: < E finalmente ce l'hai portata! Non ha fatto altro che parlare di te. Sono molto contento che tu sia qui. >
T: < Spero ne abbia parlato bene almeno. >

Scoppiano a ridere tutti e tre e io li seguo.
F: < Non ti preoccupare, ti ha fatto un'ottima pubblicità. E non solo con noi. >

Quella sua allusione mi porta a ricordare che probabilmente Alberto ha parlato di me anche alla famiglia e che forse non sono così pronta ad incontrarli.
Mi ha solo detto che sua mamma non vede l'ora di conoscermi e che ha sempre desiderato che lui mettesse la testa a posto e portasse una fidanzata a casa.
E ora quella fidanzata sono io.
Mi sa che è stata un po' sfortunata, sicuro non l'aveva immaginata così.

Alberto sistema le nostre valigie nel cofano dell'auto.

A: < Si sente il rumore dei tuoi pensieri, smettila di farti troppe paranoie. Andrà tutto bene. Non stiamo andando al patibolo. >

Mi prende per il collo e mi dà un bacio sfuggente.
Gli avevo detto che volevo dormire in hotel e ovviamente lui non era stato d'accordo. Mi ha detto di avere una casa molto grande e che era uno spreco spendere soldi per dormire in albergo.
Così ci mettiamo in macchina e partiamo per raggiungere Messina.
Lui continua a tenermi la mano per tutto il viaggio, mentre i suoi amici cercano di mettermi a mio agio.
Sono molto simpatici devo dire, non mi sento a disagio con loro e sono sollevata per questo.

Tra una chiacchiera e l'altra arriviamo finalmente a destinazione. I ragazzi ci lasciano fuori casa di Alberto. Li salutiamo, prendiamo le valigie e ci accingiamo a bussare a casa Urso.

A: < Stai tranquilla. Ti ameranno anche loro, esattamente come faccio io. >

Prendo un respiro profondo e mi faccio guidare verso l'ingresso.

Se stasera ti fidassi anche tu, potremmo ricominciare anche adesso. Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora