Un treno per Gorizia

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POV's Tish

Dopo una notte insonne, la produzione mi accompagna alla stazione. Sono stanchissima, al sol pensiero del viaggio che mi aspetta mi sento morire. Occhiali scuri, niente trucco (solo i miei immancabili puntini) e salgo sul treno. Fortunatamente il vagone è abbastanza vuoto, per cui riesco a chiudere un po' gli occhi e riposare.
Cado in un sonno profondo, che viene interrotto dal mio cellulare che vibra:

MESSAGGIO DA MAMMA: Amore noi siamo in stazione ad aspettarti. Non vedo l'ora di riabbracciarti.

Leggo quel messaggio e sorrido, dentro e fuori. Mia mamma è la persona più importante della mia vita: sa essere la mia amica, la mia confidente, severa se serve.
Le rispondo con un cuore, lo sa che non mi lascio andare facilmente a smancerie.

Così finalmente arrivo a Gorizia, il treno si ferma, prendo le mie cose e scendo, mentre già comincio a guardarmi intorno.
Senza neanche accorgermene, Boris e Mamma mi si fiondano addosso.
Dio solo sa la sensazione che provo : mi sento libera, amata, coccolata. Loro sono le uniche persone che riescono ad andare facilmente oltre la mia corazza e a leggermi dentro.

Ci mettiamo in macchina, direzione casa. Appena apro la porta d'ingresso, vengo accolta dal calore dei miei amici pelosetti, che cominciano a festeggiare intorno a me.
Mi erano mancati tantissimo anche loro!

Prendo la valigia e mi dirigo nella mia stanza per sistemare le mie cose, seguita da Miroslav che non ha alcuna intenzione di lasciarmi andare.
Comincio a sistemare i vestiti, quando trovo nella valigia il raccoglitore di Amici con i testi dei brani.
Non ricordavo di averlo messo in valigia la sera prima.
Così lo apro, ci sono le varie canzoni che ho cantato, gli abbozzi dei miei inediti, finché non trovo un ultimo foglio: il testo di Accanto a te, l'inedito di Alberto.
Lo prendo, giro il foglio e vedo che c'è scritto qualcosa:

Ti ho lasciato questo foglio per ricordarti che nonostante tutto io non ho mai smesso di amarti, anche quando tutto tra di noi era andato in frantumi. Quando non sapevo da solo dare voce al mio dolore e ho chiesto a Giordana di trovare le parole giuste. Le ho detto che volevo parlare di come fossi l'unica con cui riconoscevo me stesso, l'unica con cui volevo condividere il silenzio della domenica nel letto della tua stanza, l'unica di cui volevo riconquistare la fiducia, l'unica con cui volevo ricominciare. Stringi questo foglio come fosse il mio cuore, appena sarò fuori, ricominceremo da qui.
Pensami.
Ti amo
A.

Inutile dire che sono in un lago di lacrime, mentre mia mamma bussa alla mia porta ed entrando nella stanza, mi vede sul letto con quel foglio in mano.
Si siede accanto a me e mi abbraccia forte, in questo momento mi sento piccolissima tra le sue braccia.
Si stacca e mi chiede:
< Vuoi raccontarmi qualcosa ? >
Io la guardo e sorridendo tra le lacrime le dico:
< Io non voglio più perderlo. >

Se stasera ti fidassi anche tu, potremmo ricominciare anche adesso. Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora