Accarezzavo con l'indice la federa del cuscino formando piccoli cerchi invisibili. Gli occhi seguivano i lenti movimenti mentre una sensazione di stanchezza istigava le palpebre a chiudersi. Fuori, per la prima volta dopo anni, nevicava. I fiocchi bianchi cadevano privi di allegria. Nessuna luce a illuminarmi, solo il freddo contro le finestre a osservarmi. La neve non procurava rumore quando arrivava a terra, non come la pioggia. Non aveva una musica propria. Solo il silenzio. Ma il silenzio della neve mi piaceva.
L'indice continuava a girare ignaro che lo stavo osservando. Piccoli cerchi su un appoggio liscio e morbido.
Era difficile non pensare all'immagine della sera precedente. Sotto una cascata, l'acqua che mi arrivava al petto. Era calda l'acqua, calda come il sole senza bruciare. C'erano le nuvole bianche come macchie nella perfezione di un cielo celeste privo di qualsiasi forma di inquinamento. Pensavo di essere solo, mentre la mia pelle nuda assaporava ogni minima goccia di purezza. Ma davanti a me c'era un ragazzo biondo, gli occhi come quel cielo puro e le labbra come i papaveri che sorgevano a riva. Sorrideva rivolto a me. Anch'io sorridevo, senza motivo. Era bello stare lì. Le braccia sottili gli cadevano lungo il busto magro fino in acqua. Io vedevo solo il suo viso, le curve spalle, il petto liscio. Le clavicole sembravano richiamare le mie labbra. Era solo un sogno, no? Solo un bellissimo sogno. Mi avvicinai piano, con l'acqua dolce che scorreva sui miei fianchi quasi a farmi il solletico. Lui rimase lì senza smettere di mostrare quei denti bianchissimi. Allora mi abbasai fino a che il mio respiro non venne a contatto con la sua pelle. E, con riluttanza, gli baciai appena sopra una clavicola. Era bagnato, e assaporai la dolcezza di quel laghetto. C'eravamo solo noi due. Nemmeno animali. Alzai la testa per riguardare la cascata che un pò schizzava sulla mia schiena. Lui portò le mani tra i miei capelli, senza pressione, e mi avvicino al suo viso. La bellezza spiccava su ogni centrimetro del ragazzo davanti a me e io preferii guardare lui che il panorama tra noi. Inevitabilmente passai dall'essere l'anima che affogava in quell'acqua all'anima che la beveva. Passai dal morire al sopravvivere. Passai dall'osservarlo al baciarlo.
Mi alzai per una doccia. Dovevo smetterla di pensare a quel sogno e concentrarmi sul da fare. Era domenica, niente scuola. Ricordai di aver un incontro con Ashton su sua richiesta. Cercai di non vestirmi troppo invernale, ma il cappello di lana in testa lo misi comunque. Vedere la neve senza la finestra di mezzo era molto più affascinante. Un fiocco si appoggiò sulla mia guancia destra per poi sciogliersi al calore del mio corpo. Un brivido, quasi fosse l'unica sensazione che provavo. Ogni volta che provavo dei brividi li associavo a Luke. O, meglio, la mia mente li associava a Luke.
Ashton portava fra i capelli una bandana americana grigia abbinata alla felpa invernale che indossava.
-Ciao Mikey.-
-Ehi Ash. Come va?-
-Non c'è male. E a te?-
-Non c'è male.-
Risposi a ripetizione.
-Volevo farti vedere una cosa. Non è lontana, dobbiamo solo camminare un pò.-
Aveva ragione, non era lontana. Arrivammo subito senza pericolo di scivolare a terra. A riva di un laghetto che non avevo mai visto prima da quelle parti, ergeva una villa a due piani con vetrate al posto dei muri.
-La mia nuova casa.-
Disse orgoglioso Ashton.
-Vieni a vivere qua? E i tuoi?-
-Ho vent'anni Michael. Sono libero. Mi sto anche trovando un nuovo lavoro, ma per ora continuo a preparare drink al locale in centro.-
-Verrai a vivere da solo?-
-E' questo il bello.-
Disse, precedendo il silenziò che seguì.
-Questa casa è per me, te e Cal.-
Disse poi, fissandomi negli occhi quasi a marchiarmi con questa notizia.
Avevamo sempre progettato di andare a vivere insieme, ma sembravano ormai sogni di adolescienti bisognosi di isolarsi dalla società.
-Calum che ha detto?-
-Sì. Per lui va benissimo. Si sta già preparando. Manchi solo tu.-
-Come sono i costi?-
-Divisi per tre non sono molto alti, era una casa in vendita da molto tempo e mi hanno fatto una buona offerta, compresa di mutuo.-
Gli si dipinse un enorme sorriso sul viso convinto che accettassi.
-Perfetto...cercherò un lavoretto per mantenermi dopo scuola. Ora tocca solo dirlo ai miei.-
Ci lasciammo la casa sul lago alle spalle mentre tornavamo a casa con la neve che imbiancava il paesaggio.
* * * * * *
-Devo andare mamma, ne ho bisogno. -
Discutevo con i miei sulla notizia di andare a vivere nella casa a vetri. Che poi era più un discutere con mia madre visto che l'uomo ridicolo che diceva di essere mio padre non faceva altro che dire "fai quello che vuoi". Mi dispiaceva lasciare mia madre sola in casa con quell'uomo ma non sopportavo più stare chiuso lì.
-Te lo proibisco!-
Sbraitò mia madre, al culmine delle lacrime. Avevo una gran voglia di tornare al silenzio dei fiocchi di neve.
-Non riesco più a stare qui! Me ne devo andare. Mi manca l'ossigeno, sono soffocato. So occuparmi di me stesso, e tu lo sai bene. Quindi lasciami andare. Non andrò lontano, mamma, non ti voglio lasciare.-
E probabilmente per stanchezza e perchè mi voleva bene, annuì. Sarei andato nella nuova casa con Ashton e Calum il giorno dopo, al più presto. Così in camera mia le valigie mi aspettavano e non vedevo l'ora di salutare la camera che da piccolo mi sembrava un regno e ora una prigione.
Mi avvicinai all'unica finestra in camera mia e poggiai sul vetro gelino il palmo della mano lasciando poi un impronta. Che fosse un addio?
La neve continuava a cadere sotto il mio sguardo e finalmente mi sentii rilassato.
****spazio autrice****
Scusate il ritardo ma ieri avevo mal di testa.
Non ho altro da dire.
Hola! -PoisonPrincess_
STAI LEGGENDO
Chills (muke)
FanfictionL'imperfezione di un nuovo punto di vista e il desiderio di dimenticare la realtà sono le principali caratteristiche di Luke, un ragazzo solitario che spesso si ritrova a dar la colpa di ogni dolore ricevuto alla famiglia a cui appartiene. Una famig...