Anche a sei case di distanza si sentiva la musica pop provenire dalla villa della mia ex. Indossavo un paio di jeans neri con sfumature blu, una maglia a maniche corte, che sembrava più una canotta, dei Metallica e le Vans. I capelli me li ero ritinti dopo scuola e ora avevano un colore argentato. Mi ricordavano il sogno della cascata.
Non c'era bisogno di bussare, la porta era già aperta. Tantissimi ragazzi gridavano, bevevano e occupavano lo spazio di quella casa. Io e Cal cercammo uno spazio abbastanza grande per riprendere fiato, solo che lui si fissò con il bancone degli alcolici.
-Vodka?-
-Perchè no.-
Un ragazzo più grande di me ci servì un bicchiere con quel liquido trasparente. Lo mandai giù tutto in una volta e dopo pochi secondi sentii la gola in fiamme. Sembrava di soffocare ma da una parte mi piaceva. Ne presi un altro e Calum mi seguì. Il bicchierino vuoto e la gola che bruciava.
Partì una canzone a me sconosciuta ma invitante. Notai che in un angolo un paio di ragazze dalle labbra carnose e dal vestito provocante ci avevano addocchiato. Optai per un altro bicchiere del liquido trasparente e poi ero pronto per svariate cazzate. Bevvi di colpo e trascinai Cal con me.
-Belle signorine, ballate?-
Seguì una risatina che mi fece ribrezzo e una delle due, la mora, mi prese per la maglia tirandomi nella mischia. Era difficile muoversi e la voglia di scappare era tanta quando la mora iniziò a strusciarmi addosso. Cosa credeva? Risi.
La musica forte mi stordiva, aiutata dai tre bicchieri di prima, la gente schiacciata che dondolava senza muoversi davvero, i tanti che si baciavano con foga lasciandosi dei segni evidenti sulla pelle. Probabilmente le svariate stanze di quella casa, che erano molte da quanto ricordavo, dovevano essere tutte occupate.
Il mio sguardo perso di concentrazione vagava da un punto ad un altro fino a fermarsi sulla porta d'ingresso. Luke era appena entrato, i capelli aggiustati col gel, una maglia nera con una camicia rossa, che gli stava da Dio, e i soliti pantaloni neri.
Cercai di raggiungerlo spingendo chi mi si parava davanti ma qualcuno mi prese il braccio e mi trascinò lontano da lui. Una ragazza alta, bionda, dai lineamenti provocanti mi sorrideva ubriaca. Non era cambiata.
-Mikey!-
Mi abbracciò.
-Quanto hai bevuto?-
-Non fare il solito guastafeste.-
-Shay, perchè non mi hai più parlato dopo che ci siamo lasciati?-
-La vuoi sapere una cosa?-
Non mi aveva risposto ma annuii diffidente.
-Sei gay.-
E scoppiò a ridere. Non dissi nulla, mentre con quel poco di lucidità che mi era rimasta pensavo a come poteva averlo capito prima di me.
-Come lo sai?-
-Ehi Luke!-
Gridò correndo incontro al ragazzo per abbracciarlo. Avrei dovuto farlo io.
-Ciao Luke.-
Dissi avvicinandomi.
-Mikey?-
Sul suo viso si sviluppò un sorriso bianchissimo e per un pò credetti che tutta la musica, tutta la gente fosse sparita.
Passarono due ore e avevo perso di vista Luke il che mi fece irrigidire. La mora precedente mi si avvicinò, portò le sue labbra al mio orecchio e mi disse:
-Seguimi.-
Non sapevo che fare ma per ora l'avrei seguita. Pensavo mi portasse in una delle stanze per seguire i suoi ormoni, invece ci ritrovammo in una stanza abbastanza buia con dei ragazzi seduti a terra e una bottiglia nel mezzo. Il gioco della bottiglia, un modo per renderti ridicolo.
Notai Calum seduto nel cerchio e vicino a lui trovai Luke. Allora il gioco mi sembrò interessante.
La bottiglia girava e girava e girava. Avevo baciato una ragazza dai capelli rossi che non conoscevo mentre Cal ne aveva baciate due e Luke tre. La mora era sparita.
Il gruppetto esultò quando la bottiglia si fermò di nuovo su Luke. Ero stanco di vedere le sue labbra baciare qualcun'altro mentre io non ci ero ancora riuscito. Ecco il brutto nel gioco della bottiglia. Sei lì che fissi la bottiglia girare, sperando che capiti a te per baciare chi hai appena capito di amare, anche se amare mi sembrava una parola troppo grossa per definire ciò che provavo nei suoi confronti, la bottiglia gira ma non si ferma su di te e vedi lui leccarsi le labbra mentre cerchi di mantenere l'auto controllo e non prendere a schiaffi chi stava allungando il collo per avvicinarsi e unire le labbra. Sei lì, lo sguardo non più sulla bottiglia ma su di lui, cercando di capire se gli piace quel bacio e inizi a crollare credendo di aver perso tutto.
Poi mi risvegliai dai pensieri quando venni scosso. La bottiglia era ferma per scegliere il prescelto e indicava me. La briciola di lucidità andò a farsi fottere.
Osservai Luke che era già intento a scrutarmi e non pensai al fatto che nessuno si stava opponendo per un bacio fra due maschi. Tanto meno lui. Quei pochi ragazzi che ci dividevano si spostarono e trascinai il mio corpo con le braccia molli verso il mio obbiettivo.
-Allora?-
Disse una, con voce rude.
Fu lui a baciarmi. Tutti ci stavano guardando e mi diede un pò fastidio. Si staccò subito concentrandosi sulla bottiglia.
-Giriamo?- Disse.
Io ero ancora lì, rimbambito. Volevo assaporare ancora di più il suo sapore, mordere le sue labbra, giocare con la lingua.
Mi alzai e senza dire niente andai in bagno. La musica non la sentivo più, nella mia testa c'era solo il rumore triste di quando le nostre bocche si erano separate.Bussarono alla porta.
-Tutto okay?-
Era Luke. Mi aveva seguito, probabilmente pensava che non mi era piaciuto, che ero andato per lavarmi la bocca. Come avrei mai potuto farlo?
Aprii la porta e me lo ritrovai davanti, alto quanto me. Non stava sorridendo, anzi, il suo sguardo era preoccupato.
-Ho la vescica di un criceto.-
Dissi. Frase più stupida di questa non l'avevo mai sentita.
Sorrise per poco e mi rassicurai. Mi prese per mano e mi trascinò via. La sua mano morbida che stringeva la mia. Avrei potuto pensare che mi portasse lontano, prendendo quell'aereo della notte precedente per osservare tutto dall'alto e sentirsi più vicini alle stelle, dove erano più luminose.
Finimmo in una stanza poco illuminata, dove le grida degli ospiti non giungevano. Il cuore sbatteva contro il petto quasi a voler uscire. C'eravamo solo noi due e non mi tranquillizai per nulla.
-Finiamo quello che abbiamo cominciato?-
Disse la voce che non riconobbi più mia. Era più roca e insicura.
-Il bacio?-
Mi disse scrutandomi. Il mio sguardo annuì per me. Non avevo più il controllo del mio corpo.
-Sei ubriaco?-
Mi disse all'improvviso. Erano passate circa tre ore dal vodka ed ero sveglio.
-No.-
Fuori la notte si apprestava a rendere l'ambiente cupo per far spazio alle luci delle costellazione, ma cazzo, nessuna costellazione era in grado di tener testa al sorriso di Luke Hemmings.
E lo baciai, ancora, trattenendo il fiato.
****spazio autrice****
Eccomi qua bella gente!
Vi piace il capitolo?
I miei Muke aww.
Ora dovrei andare, ma continuate a votare, commentare e spargere la voce. Mi fa molto piacere.
STAI LEGGENDO
Chills (muke)
FanfictionL'imperfezione di un nuovo punto di vista e il desiderio di dimenticare la realtà sono le principali caratteristiche di Luke, un ragazzo solitario che spesso si ritrova a dar la colpa di ogni dolore ricevuto alla famiglia a cui appartiene. Una famig...