Thirteen.

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Un vestito nero e vistoso le dava l'impressione di una donna d'affari. La scollatura sul davanti l'impressione di una ragazza facile.

-Lukey.-

Mi abbracció. Il suo profumo era forte, diverso da quello di Michael, e mi dava fastidio. La salutai con un cenno della mano e lei riprese a parlare. Per la cronaca: la sua voce era lieve ma avrei preferito il profumo a quello.

-Ho notato che conosci Michael Clifford. Stai attento, è gay. Insomma, un ragazzo bello come te non dovrebbe perdere tempo con lui. Prima ti fa credere che ti ama e poi smette di provare interesse nei tuoi confronti.-

Tratteni una risata. E io che pensavo fosse simpatica.

-E tu come sai queste cose?-

-Sono la sua ex.-

Allora lì mi vennero dei dubbi. Se quello che stava divendo era vero, Michael avrebbe perso interesse per me e amato qualcun'altro e io sarei tornato a essere solo. Solo come sempre.
Mi invitó a prendere un gelato ma rifiutai.
Se avrei perso anche lui sarei tornato a essere quella patatina troppo bruciata che tutti evitavano, forse perché aveva troppo. Troppi soldi, troppa timidezza, troppa bassa autostima.

POV.MICHAEL
Aspettai Luke davanti casa sua, appoggiato ad un muretto. Quando lo vidi dirigersi nella mia direzione non resistetti dall'andargli incontro e abbracciarlo. Sembrava che la tensione lungo il suo corpo si stesse alleviando.

-Com'é andata?-

-Non male.-

La conversazione finì. Tornammo in casa e ci rifugiammo nella sua camera dei segreti.

Stavamo vicino la finestra, lui appoggiato al muro di legno cigolante e io sdraiato su di lui tenendo la testa appoggiata al suo petto. Mi stava accarezzando i capelli.

-Perché mi tiri i capelli?-

-Li sto accarezzando.-

-Nessuno l'ha mai fatto.-

-Accarezzarti i capelli?-

-Averne l'intezione.-

Mi massagió la testa con entrambe le mai e mi rillasai al tocco. La luce frebile del sole del tardo pomeriggio veniva sostituita dalla luce ancora più frebile dei lampioni che entravano dalla finestra gotica. Mi sollevai quel poco che bastava per baciargli le labbra e quello bastó come saluto.

Non aveva detto nulla per tutto il tempo e nonostante le sue braccia mi stringevano più forte a scatti e giocava con le mie ciocche argentee, era teso.

Mi fermai sotto il cilindro di luce artificiale dei lampioni contemplando l'ambiente. I lampioni erano gli unici artefici della magia della notte cittadina e io li amavo particolarmente.
A casa Cal e Ash stavano guardando un film, 'Oblivion' con Tom Cruise. Mi sedetti sul divano proprio nella parte in cui Tom osservava l'immensità del nulla.

Ovviamente ordinammo la cena, incapaci di cucinare. Avrei dovuto prendere lezioni di cucina.
La pizza arrivó in fretta e come i soliti ragazzi della nostra età la mangiammo davanti la tv mentre un canale sportivo trasmetteva la partita di calcio.

-L'appuntamento?-  Chiesi a Ashton.

-È innamorata cotta.-  Disse dopo un sorso di birra.

-E tu?-

-Cosa?-

-Ti piace?-

-Non so. È come le altre.-

Sapevo che intendeva "disposta-a-tutto-pur-di-scoparmi" e non chiesi altro.

Quando entrai in camera la stanza mi sembrò stranamente vuota. Mi stavo abituando alla presenza del biondino e già mi mancava. Sapevo di aver rovinato l'idea di tenerlo lontano ma sapevo anche di non aver mai concluso ogni singolo progetto sputato dalla mia instabile mente. Luke era così fiducioso nei miei confronti che lo avevo lasciato cadere nel dirupo delle mie insicurezze senza avere il tempo di avvisarlo.
Caddi sul letto e mi addormentai subito.

La sveglia delle 6:30 suonava all'impazzata. La voglia di prenderla e lanciarla dalla finestra era tanta ma ne avrei avuto bisogno nei giorni seguenti.
Chissà a scuola come mi sarei comportato con Hemmings.

****spazio autrice****
Pensavo di non riuscire a pubblicare il capitolo oggi e invece eccoci qua.
Grazie per i commenti e i voti, se avete dei consigli per migliorare vi ascolto volentieri, anzi, ne avrei anche bisogno.
Scusate per ieri e la cazzata della 'domanda del giorno'.
Siamo già al trediciesimo capitolo oddio. Sembra ieri che ho cominciato.
È la mia prima fan fiction e spero non faccia così schifo.
Vabbé ora vi lascio, sto diventando pallosa.

Chills (muke)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora