La mia famiglia- Parte 1

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James si rimise in piedi a fatica. La testa gli pulsava ancora terribilmente. Asciugò le lacrime con il polso molto velocemente e fece per avviarsi verso la Tana, cercando di inventarsi una scusa per l'assenza di Albus, quando vide Ted poco distante da lui. Una folata di vento estivo improvvisa scompigliò i capelli di entrambi; i loro sguardi s'incatenarono come al solito e le loro labbra s'incurvarono in sorrisi timidi. La mente di James cominciò a galoppare alla notte precedente, a quando lo aveva sognato e aveva, diciamo, 'approfondito' la cosa. Le sue guance si arrossarono e lui scacciò subito quel pensiero. Ma tanto chi voleva prendere in giro? Era evidente che avesse voglia di trascorrere ogni minuto della sua vita accanto a lui; sentiva questa sensazione salirgli lungo il petto e stringerlo come se fosse intrappolato in un luogo buio e stretto. Era bastato guardarlo, per mandarlo fuori di testa, erano bastati i baci che si erano scambiati per fargli pensare che non desiderava nient'altro al mondo se non stare tra le sue braccia. E così le sue gambe si mossero senza che il suo cervello glielo ordinasse, e il suo cuore non batteva più, o almeno lui non lo sentiva, ma gli andava bene. Gli andava tremendamente bene.

Gli fu vicino senza che se n'accorgesse.

"Non ce la faccio..." gli sussurrò.

"A fare che?" gli domandò Ted.

"A starti lontano... Lo so che sono stato io a chiederti di farlo, ma... Ted io lo so che c'è qualcosa tra me e te, lo sento. E voglio ricordarmi di te, voglio ricordarmi tutto quello che eravamo, ma per farlo ho bisogno di un punto fermo e non di tenerti a distanza! Ho sbagliato e lo so, però, se tu non ci hai già ripensato, ti andrebbe di... "

Ted non gli fece terminare la frase che gli prese il viso tra le mani e lo baciò intensamente. Il vento soffiò di nuovo su di loro, il rossore sulle guance di James scomparve per lasciare posto alla serenità che stava provando in quel momento; si lasciò completamente andare senza pensare a nient'altro. Si staccarono poco dopo.

"Finalmente lo hai capito!" gli sussurrò Ted, sorridendo.

James ridacchiò, il suo viso ancora tra le mani del fratellastro.

"Ti farò tornare la memoria, ok? Te lo prometto!" Ted strofinò i pollici sulle sue guance.

James annuì e si sporse per baciarlo di nuovo. Ted lo accontentò.

"Come mai eri a terra?"

La mente di James tornò, purtroppo, ai ricordi tremendi vissuti poco prima. Si morse il labbro inferiore.

"Ho... ho ricordato i nostri fratelli..."

"Beh, è fantastico! Perché fai quella faccia?"

"Perché Albus mi odia per qualcosa che gli ho fatto... anzi, mi odia proprio in generale..."

"No, non sei tu. Al odia un po' tutto il mondo, ha una personalità un po' complicata...."

James non ne era convinto fino in fondo, però.

"Ted... io non sono una così brutta persona, vero?"

"Vuoi scherzare? No che non lo sei, Jamie. Sei un po' egocentrico, questo sì, ma non vuol dire essere una brutta persona. Non ti devi far influenzare da quello che dice Albus. Quella è un po' d'invidia tipica dei fratelli minori, che credono che quelli più grandi siano sempre privilegiati in qualcosa. Cerca di non pensarci, ok?"

"Non è solo per questo, che sto così..."

"C'è dell'altro?"

"Sì..."

"Allora ne parliamo stasera, tu e io nella tua stanza a mezzanotte, va bene?"

James annuì. Poi gli venne in mente un'informazione che doveva assolutamente chiedere a Ted.

Amnesia|| James Sirius PotterDove le storie prendono vita. Scoprilo ora