42. Tae e la fan stuprata

360 42 20
                                    

Lui fece un risolino di chi la sa lunga e acconsentì che lo portassi dove credevo.

Andai verso il ponte per raggiungere Corso Italia, quando Jk additò il muretto dove era impressa una scritta su una lastra.

"Cosa è?"

Si tolse la sciarpa. Con quel sole doveva star bollendo come un termos.
Mi misi dritta e tirai la pancia indentro, cercando di assumere la postura di una guida turistica.

"Quella è un'epigrafe che riporta le parole del poeta Leopardi. Dice che non ha visto niente di simile in nessun'altra città d'Europa. Lui era nato a Recanati nel 1798, ma ha soggiornato per un periodo anche qua."

Si prese un attimo per ammirare il paesaggio e riempendosi il ventre d'aria. Le sue labbra si curvarono leggermente verso l'alto.

"Questo tizio aveva gusto."

Arrossii. Era il mio scrittore preferito ed era nato il mio stesso giorno.

"Vieni.". Mi incamminai per il ponte, infilandomi lo spicciolame nella tasca libera. A ogni passo emettevo un ticchettio irritante.

Mi raggiunse, chinando il capo quando delle ragazze passavano.

"Jungkook, cosa fai? Rinfilati il foulard, non mi importa se ci sono più di venti gradi."

Tentai di abbassare la voce di qualche ottava, per ottenere un tono simile a quello di RM.

"Se la può mettere al culo la sciarpa."

Risi. Era la prima volta che gli sentivo usare un linguaggio del genere.




Una volta nella via dei negozi, Jk fece per abbassarsi il cappello sugli occhi.

"Cavolo. Me lo sono tolto per le riprese."

"Ti posso garantire che non ti riconoscerà nessuno. Basta che capiscano che sei con me e non sospetteranno niente. Insomma, quante possibilità di sono che Jeon Jungkook si trovi in questa via con un'italiana che non dimostra neanche la sua età?"

Mi portai una ciocca dietro all'orecchio.

"Non hai tutti i torti."

Quell'affermazione mi fece un po' male. Forse perché aveva confermato la mia tesi della somiglianza con una bimba?
Le nostre mani si sfiorarono, fino a intrecciarsi tra loro. Sentii un lieve formicolio che si tramutò subito in una scossa elettrica.
Lui inclinò leggermente la testa, facendo la solita espressione da coniglietto.

"Chi sospetterebbe che Jeon Jungkook avesse una ragazza così carina?" sussurrò.

Avvampai così violentemente che i muscoli della mia pancia si contrassero. Stavo per sciogliermi come un cubetto di ghiaccio lasciato al sole.
Mi venne in mente come Nam mi tenesse la mano, stringendola alla sua come se avesse timore che potessi scappare. La presa di Kookie invece era più morbida, delicata come una farfalla.

Percorremmo la via senza essere interrotti una sola volta. La mia convinzione non si era rivelata fallace per il momento.

"Allora, questo pranzo-merenda dove lo vuoi fare?"

Me ne ero già dimenticata, proprio come mi ero dimenticata del fatto che ci fossimo persi.
Pensai velocemente, non volevo fargli perdere ancora tempo. Scelsi una gelateria che mi ispirava, non avevo voglia di panini con quel caldo.
Delle tizie sedute a un tavolino ci fissarono, o meglio, fissarono Jk.

"Due gelati al cioccolato e fior di latte." dissi al gelataio. "Nel cono."

Alzai bene la voce, perché quelle capissero che ero italiana e scartassero l'ipotesi che accanto a me ci potesse essere un qualsiasi tipo di idol coreano.

Please, fix this torn heart (BTS, WATTYS 2019) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora