51. Mai chiedere a un coreano cose sull'Italia

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Seojun si posizionò davanti alla lavagna, dove erano scritti i nomi dei ragazzi separati da colonne verticali.

"Per ogni riposta corretta ogni membro si aggiudicherà una x. Chi ne avrà di più alla fine del gioco vincerà, e riceverà un indizio per la seguente caccia al tesoro." spiegò, additando alla lavagna. "Ovviamente, le domande le dovrete fare voi, ragazze."

Noi? E che domande avrei potuto porgli? Ero una frana in quel campo.

"In che ambito?"

Grazie al cielo ci pensò Elisabetta.

"Su tutto, vediamo cosa hanno imparato sul vostro paese."

Lo scenografo pareva alquanto divertito. Lo stesso non si poteva dire di Min-ho, che continuava a essere... Min-ho.

"È stata una sua idea." disse quest'ultimo. "A me non andava tanto a genio, ma gli devo un favore."

Certo, troppo strano sennò. Incominciai a chiedermi se anche il soggiorno in Italia fosse stato organizzato da Seojun, ma il favore che gli doveva non poteva essere così enorme. Cercai di prendermi un attimo per pensare a cosa inventarmi.

"Aurora, a te l'onore." disse lo sceneggiatore, poco prima di far partire le telecamere.

"Cosa?"

Lo guardai smarrita.

Riprese 🎥:

I Bangtan fecero il segno del cuore in direzione degli obiettivi incordando un:" Ciao Army!"
Non sapevo cosa fare, aveva dato poche indicazioni per il mio scarso quoziente intellettivo.
Dovevo alzarmi e andare alla cattedra?
Neanche morta, mi sarebbe parso di starmene a un'interrogazione.
Improvvisai, nominando Tae, che se ne stava a fissarmi come se non stesse aspettando
altro.

"Mi dica prof." disse, facendo il segno della vittoria con l'indice e il medio.

Non potei far altro che sparare la prima cosa che la mia mente pescò da una marea di pensieri inutili.

"In quale città italiana è stata inventata la pizza?"

Troppo facile. Neanche un bambino l'avrebbe sbagliata.
Aprii la bocca per proporne un'altra, ma V fu più lesto.

"Pisa." gridò.

"Non era Napoli?"

La convinzione con cui l'aveva pronunciato mi aveva fatto insorgere il dubbio. Possibile che avessi avuto l'idea sbagliata per anni?

"E la risposta è...". Nam si coprì con una mano la bocca, per non farsi beccare mentre mi suggeriva le battute.

E se sbagliavo?

"È...è errato.". La voce mi tremò.

Avevo paura di aver detto un'enorme castroneria.

"Ma cosa mi dici!? E allora per quale motivo Pisa si chiama Pisa? Perché ci si mangia
la pisa!"

"Pizza. Si pronuncia pizza."

Elisabetta si trattenne dal ridere, finendo per fare mille smorfie.

"Sicura?". Tae non ne era ancora convinto.

J-Hope abbandonò il suo posto per prendere il martelletto di plastica che si trovava sulla cattedra.
Si avvicinò a V e glielo picchiò in testa. Il giocattolo fece un rumore acuto e non ce la feci a trattenere una risata.
L'espressione di Taeyhung era oro colato. Aveva sgranato gli occhi e la mascella inferiore gli era caduta.
Hobi gli richiuse la bocca.
Seojun alzò un cartello da dietro alle quinte, con su scritto Elisabetta.
Lei raddrizzò la schiena e mise su il solito risolino. La sua domanda non poté che essere per Jimin.

Please, fix this torn heart (BTS, WATTYS 2019) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora