75. Un cuore grigio.

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Jungkook mi trascinò in mezzo alla pista così velocemente che non mi resi neppure conto delle sue intenzioni. Attorno a noi una massa di persone ballava come se non ci fosse un domani, mentre io mi sentivo il corpo pesante perché ero incapace di fare anche un solo passo a ritmo di musica. Jk sembrò cogliere la mia insicurezza nello sguardo e mi portò le mani sui fianchi. "Segui me e andrai benissimo." Mi sorrise.

"Non credo..." mormorai lanciando un'occhiata preoccupata alla tizia di fianco che lo fissava concentrata. Pazzesco come fossi più preoccupata io di lui riguardo a un attacco di massa dei possibili fan. Tra i bodyguard del locale erano mimetizzati alla perfezione anche quelli dei BTS, che proprio in quell'istante ci stavano spiando da un soppalco.

"Da brava, piccola Auri." mi strizzò un occhio. Nel frattempo scorsi Suga farsi largo tra la folla poco più in là con due mojito in mano. Scossi il capo. Se Camilla non cedeva questa notte, non lo avrebbe più fatto.

"Io posso anche provare, ma preparati alle mie mosse da urlo." Avvampai pensando a quanto facessi pena. Il ciocco della città non poteva mettersi a ballare.

Sulle prime sembrava andare tutto per il meglio, finché un ragazzo dall'aria fin troppo famigliare non si attaccò come una sanguisuga alla vicina spiona e non iniziarono le luci a interferenza stile discoteca. La testa iniziò a girami e le gambe diventarono troppo pesanti perché riuscissi a muoverle. Incespicai in qualcosa e finii addosso alla tizia che ci stava fissando da minuti.

"Scusami." biascicai, sul punto di svenire. Quella mi squadrò con aria di rimprovero e quando la Alberto posò i suoi occhi di smeraldo sul mio viso mi venne un conato di vomito. Dovevo essere bianca come un cencio perché Jk mi portò una mano sulla fronte e la mia ex fiamma si scansò dalla ragazza per aiutarmi a sorreggermi.

"Lasciala. Posso tenerla anche da solo moscerino.". Kookie scansò Alberto con una spinta.

"Dove la porti? Pensi che possa stuprarla se resta in questa stanza?" gli rinfacciò l'altro. In tutto ciò la ragazza era disorientata, insieme a tutti i vicini ormai concentrati su di me.

"Sto benissimo, sono solo le luci...". Barcollai. "Ecco perché non vado mai in discoteca." mormorai infine.

"Io... potevi dirmelo Auri! Avrei evitato di trascinarti in mezzo alla pista." si preoccupò Jungkook, mentre si faceva largo per arrivare alla porta che portava sulla spiaggia.

"Ma eri così felice..." sussurrai. Non volevo rovinare la sua serata da ragazzo normale, doveva essere la prima da anni da quando era diventato IDOL.

"Auri..." Scuoteva la testa mentre mi prese direttamente in braccio. Alberto ci stava ancora seguendo come un cane da caccia. Kookie se ne accorse. "Idiota, la smetti di seguirci?"

"No, lei è mia amica prima che tua.". Si avvicinò.

"Tu, piccolo bastardo non sei mai stato suo amico. Pensi che non sappia cosa le hai fatto? Vergognati!". Strinse i denti. Ero abbastanza vicina al suo viso per vedere la rabbia ribollire nei suoi occhi castani.

Il rossiccio si morse un labbro. "Tu non eri qua anni fa, non sai nulla né di lei né di ciò che sta dietro al suo passato."

"Oh... eccome se lo so!"

Avevo paura che da un momento all'altro mi avrebbe lasciata cadere per prenderlo a botte.

"Intanto per cominciare, va a prenderle dell'acqua se non vuoi che svenga." disse Alberto, osservandomi preoccupato. "E' più bianca di un cencio."

"Vacci tu! Non sono così stupido da lasciarti sola con lei.". Strinse la presa ancor di più.

"No. Dentro c'è la mia fidanzata che romperebbe le scatole tartassandomi di domande. Non voglio di certo che ci raggiunga e che ti riconosca. E' mezz'ora che ti fissa, dopotutto è un'Army."

"Non le credere!" intervenni io, con la voce ridotta a un sussurro per quanto stessi male. "Non era con lui al vostro concerto, quindi sta mentendo."

"Ovvio che non c'era! E' tornata ieri pomeriggio dall'America.". Levò gli occhi al cielo. "Mi ha già chiesto due volte se per me tu fossi un IDOL o chissà che, ma le ho risposto di no. Non farmi pentire della mia scelta."

Non potevo negare di aver notato i ripetivi sguardi della tizia. Oh...e va bene! "Vai pure Jk."

"Sicura?"

"Sì." risposi. Mi adagiò sul patino che si trovava a riva e scomparve dentro il locale, mentre restai a guardare il mare incresparsi sotto un cielo limpido e stellato. Un posto perfetto per innamorarsi, un posto da favola. Peccato che adesso mi trovassi lì con Alberto invece che con Jungkook. Lo scorsi con la coda dell'occhio salire sul pattino e sedermisi accanto.

"Ritorna dove eri." protestai, subito allerta.

Lui soffocò una risata. "Buffo, cinque anni fa avresti pagato qualsiasi cosa perché facessi questo."

"Questo cosa? Sederti di fianco...". Non terminai la frase che mi ritrovai le sue labbra attaccate alle mie. Feci per respingerlo, ma ero allo stremo delle forze e le sue braccia mi cingevano troppo forte. Mio Dio quanto lo odiavo... e odiavo ancora di più me stessa per sentire ancora un tuffo nel petto quando lo vedevo. Spostò le mani ovunque gli capitasse: nei capelli, lungo la mia schiena, potei giurare di averlo sentito persino sfiorarmi il didietro. Finalmente mi lasciò riprendere un attimo il respiro e potei parlare. "Smettila! Smettila subito!" ansimai.

"Smettila tu, di fingere." disse, leccandosi le labbra.

"Fingere?"

Lui non badò alle mie parole e mi si appiccicò addosso ancora di più, fino a costringermi a sdraiarmi sul patino.

"Tog...ti." provai a dire, tra una boccata d'aria e l'altra. Ironico come tempo fa avrei dato qualunque cosa per questo e invece adesso avrei pagato chiunque per togliermelo di dosso. Sentii la sua lingua intrufolarsi di prepotenza nella mia bocca, poco prima che lui cadesse a terra come una pera cotta.

"Ma cosa è stato..." iniziò Alberto che ora si trovava sulla sabbia. Quando provai ad alzarmi a sedere il viso di Jk mi comparve sopra, insieme a un bicchiere d'acqua.

"Cosa ti ha fatto?" mi chiese.

"Non lo so più neppure io.". Ero talmente rincoglionita che iniziavo a preoccuparmi di essermi drogata per sbaglio.

"Quello che un cinese come te non saprebbe fare." intervenne il pel di carota.

Prima che facessi in tempo a finire di bere, Jungkook diede un pugno bello potente in faccia al ragazzo.

"No!" esclamai, essendomi quasi del tutto ripresa per la sorpresa. Questa era l'ultima cosa che mi sarei aspettata dal coniglietto Kookie. Non che il ragazzo non si meritasse questo, ma non volevo che ci andasse di mezzo Jungkook.

"Sì, invece. Ora mi ha rotto.". Mentre Alberto era accasciato a terra dal dolore, Jk gli sferrò un calcio nel basso ventre. "E adesso vediamo chi cercherai di ingravidare con il cazzo rotto."

Non sapevo se ridere alla battuta o piangere per ciò in cui si stava cacciando. E se Alberto avesse rivelato cosa gli avesse fatto? E se una marea di articoli di gossip avessero riportato foto di come lo aveva ridotto , accompagnate dalle sue parole contro il cantante?

"Resterai... lo... stesso... un muso giallo di merda." farfugliò Alberto, anche se era in preda al dolore. "Una razza inferiore con occhi a mongolo."

Kookie stava per mollargli un altro colpo, ma io lo stappai in tempo. "No. E' un perfetto idiota, ma non assecondarlo."

Forse capì dove volevo andare a parare, ma ciò non gli impedì di sputargli addosso. "Razzista di merda."

"Alcune persone non sono ancora talmente evolute affinché la loro vista possa permettergli di vedere il mondo a colori e ne ignorano le varie sfumature." dissi, lanciando uno sguardo assassino al ragazzo in terra. "Vive in un mondo grigio quanto il suo cuore."

"Ammettilo però... ti è piaciuto." disse quando ero ancora abbastanza vicina per sentirlo.

Kookie strinse la sua mano nella mia. "Che cretina che ero. Che cretina.". Diedi le spalle al rossiccio e tornammo nel locale.

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Spazio per l'autrice 🙋🏼‍♀️: E voi che avreste fatto ad Alberto?

Please, fix this torn heart (BTS, WATTYS 2019) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora