Capitolo 2

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Mi butto sul letto e chiamo mia madre. Le racconto tutto, la tranquillizzo e chiudo.
Sistemo i vestiti e il resto e mi rendo conto che erano già le 7 di sera.
Mi metto un paio di jeans stretti, una camicetta a righe blu e bianche, le fila bianche, il giubbotto di pelle prendo la borsetta a tracolla bianca ed esco.
Cerco la enjoy più vicina. Salgo in macchina e cerco di capire dove andare. Dovevo mangiare qualcosa.
Mi avvicino al centro e mi fermo in una via piena di locali. Mi fermo in un locale sulla destra, una pizzeria. Entro e mi siedo. Mangio la mia Margherita ed esausta decido di tornare a casa.
Mi metto il pigiama e crollo a dormire subito dopo aver fumato una sigaretta in terrazza.

Mi suona la sveglia alle 10:00. Piena di sonno, mi alzo dal letto. Entro sotto la doccia e mi lavo. Poi mi vesto, metto dei pantaloni beige con le tascone, le mie fila, un top bianco e una giacca bianca.
Prendo la mia cara amata enjoy e decido di fermami al centro.
Mi siedo nel primo bar che trovo: ordino un cappuccino e un cornetto alla crema. Noto un ragazzo che stava prendendo un caffè amaro senza zucchero. Penso "come diamine fa a bere il caffè amaro?..
Mah"
Questo ragazzo si gira come se avesse sentito i miei pensieri, e guardando le mie tre bustine di zucchero già aperte sul tavolo, si avvicina e mi dice "sai che chi beve il caffè con lo zucchero si dice che sia una persona positiva?"
Non riesco a replicare.
Ma perché mi trovo sempre in difficoltà con i bei ragazzi? Mi sforzo di dire qualcosa di sensato e dico "e tu quindi sei una persona negativa?"
Lui ride e dice "così pare"
Ad un certo punto arriva un ragazzo che strilla "Niccolò dai dobbiamo andare, siamo in ritardo per l'in store".
Non ci credo, quello era davvero Ultimo? Mi sento la tachicardia. Non mi era mai capitato di vedere qualcuno di famoso da così vicino.
Lui mi sorride e se ne va.
Io pago la mia colazione e ancora un po' destabilizzata inizio a fare una passeggiata per il centro di Roma. Sentivo l'aria frizzantina della primavera entrarmi nelle vene. Ma continuavo a pensare a Niccolò.
Cerco sull'iPhone dove faceva il firma copie e a che ora.
Torno a casa, neanche pranzo, mi vesto con i jeans più carini che avevo, un top rosso che arrivava all'ombelico, la cintura nera, le mie fila bianche e la giacca bianca.
Prendo la enjoy e mi dirigo alla discoteca laziale.

Mi immergo in una folla di bambine minorenni e urlanti: chi piangeva, chi cantava, chi rideva. Erano tutte lì emozionate. Mi sentivo un pesce fuor d'acqua. Tenendo in mano il mio cd, lo vedo arrivare.
Ma che ci faccio io li? Ho 22 anni, forse sono troppo grande per stare in mezzo alle 15enni. Chissà cosa penserà di me. Forse che sono una bimba minchia.
Mentre mi torturavo e mi domandavo se andarmene o no, mi rendo conto che stava arrivando il mio turno.
Salgo due scalini, e mi avvicino a lui. Mi guarda e mi dice "ti ho già vista, o sbaglio?"
Per un attimo mi blocco. Mi aveva riconosciuta.
"Si, sono quella del caffè zuccherato"
Dico ridendo.
"Mi fa piacere rivederti"
"Non sai quanto faccia piacere a me"
Gli scappa una risata, mi firma il cd, facciamo la foto e dice "ci vediamo in giro".

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