Stropiccio gli occhi, allungo la mano e tocco un corpo. Salto in aria. C'era Niccolò accanto a me senza maglietta. Controllo se sono ancora vestita. Si, menomale.
Sorrido. Dormiva come un bambino, mi sembrava Peter Pan.
Mi alzo senza far rumore e provando a non svegliarlo. Prendo dei vestiti e mi cambio in bagno. Mi metto una tuta grigia e la felpa della honiro e scendo a comprare i cornetti.
Mentre preparo i caffè sento i suoi passetti arrivare verso la cucina, gli porgo il caffè senza zucchero e il cornetto. Mi guarda in segno di ringraziamento.
<<sei fantastica, grazie>> mi dice sbadigliando.
Sorrido, felice di averlo colpito.
Appena finisco la mia colazione prendo una sigaretta dal mio pacchetto e la fumo in cucina, buttando il fumo fuori dalla finestra.
<<Ho un'intervista alle 12, vieni con me?>>
<<Niccolò ma sei matto?>> dico rimanendo interdetta.
Era impazzito.
<<Che c'è di male?>>
A quella domanda non sapevo rispondere. Non sapevo cosa ci fosse di male di preciso, mi rendevo semplicemente conto che era una follia.<<Niccolò ma che cazzo mi devo mettere??? Aiuto>>
Ero letteralmente in crisi. Ci avrebbero fotografato in tantissimi, sarei finita su tutti i giornali, su tutte le fan page su Instagram, non avrei avuto più una vita privata.
<<Come sei catastrofica>> esordisce ridendo come se mi avesse letto nel pensiero.
Mi siedo sul letto. Erano già le 11 e mi sentivo in confusione totale.
<<Vuoi una mano? Se vuoi ti dico io cosa mettere>>
Annuisco sbuffando.
Prende un paio di jeans stretti dall'armadio e una canottiera nera.
<<E ti lasci la felpa che hai addosso, sarai perfetta, come sempre>>
Sorrido.
Gli ordino di uscire dalla mia stanza e mi vesto.
Mi scoppiava la testa. Stavo entrando nel panico.
Esco dalla stanza e lo trovo che urla al telefono <<A Jacopo sto arrivando, sono in macchina c'è la fila>> e simula il suono del clacson. Rido di gusto. Lo tiro dalla mano <<Muoviamoci prima che cambi idea>>.Arriviamo alla sede di RTL, ci sono tantissime ragazze fuori dalla radio che urlano il suo nome con il suo cd in mano. Imbarazzata mi tiro su il cappuccio della felpa e rimango in disparte mentre firma qualche disco.
Mi prende per mano ed entriamo.
<<Ciao a tutti regà>> saluta sorridendo. Lo accolgono affettuosamente.
Tremavo dall'ansia. Mi sentivo a disagio e fuori luogo e tutti mi guardavano come fossi un'aliena. Mi sentivo sotto pressione.
<<Cazzo ce n'è voluto cojone ma che fine avevi fat...>> il famosissimo Jacopo si accorge di me.
Sussurra qualcosa all'orecchio di Niccolò.
<<Faccio quello che voglio>> risponde Niccolò.
Niccolò mi si avvicina <<Stella sto andando lì dentro, tu resta qui fai la brava>>
Annuisco impaurita.
Jacopo si avvicina <<Ciao, piacere Jacopo>> mi presento a mia volta.
Si accorge che la mia mano trema.
<<Ti prendo un bicchiere d'acqua, siediti tranquilla>>
Mi siedo.
Torna pochi secondi dopo con un bicchiere d'acqua.
<<So quello che stai provando. Io Niccolò lo conosco molto bene. È raro che porti i suoi amici qui figuriamoci una ragazza. Devi essere speciale>>
Arrossisco.
<<Niccolò è famoso, Chiara.>>
I miei occhi iniziano a diventare lucidi.
<<Lui ti dirà duemila volte di dimenticarti che è famoso, di vederlo come se fosse un ragazzo di ventitré anni qualunque. Trattalo come se fosse un ragazzo "normale", ma in cuor tuo non scordarti di quello che fa. Il suo lavoro non è per niente normale. E non è solo un lavoro>>
Mi scende una lacrima.
<<Ma io e Niccolò ci conosciamo a stento>>
Mi sorride con l'aria di chi vedeva già tutto il nostro futuro.
Mi da una pacca sulla spalla e torna a sbrigare le sue cose.<<Ecco a voi, popolo di RTL 102.5, ULTIMO>>
Niccolò mi lanciava qualche occhiata ogni tanto, e proseguiva tranquillamente la sua intervista. Rideva, cantava, parlava...
Passa un'ora.
<<È ora di salutarci Niccolò, grazie per essere passato>>
Finiscono i convenevoli e ritorna da me. Mi stampa un bacio in guancia.
<<Andiamo>> mi prende per mano. Alzo il cappuccio della mia felpa e mi metto gli occhiali da sole.
Stavolta non si ferma a salutare i fans, manda baci da lontano e si scusa dicendo di essere in ritardo.Saliamo in auto.
<<Che succede chiarè?>>
Lo guardo. Mette la sua mano sulla mia coscia. Avrei dovuto dirgli di smetterla di vederci, perché era complicato, era ciò che mia aveva fatto capire Jacopo. Ma non ci riuscivo. Avevo le parole bloccate in bocca.
<<Niccolò...>>
Mi guarda con aria interrogativa.
<<Niente>> dico sorridendo.Arriviamo a casa sua. Spugna mi assale, facendomi cadere a terra. Ci coccoliamo per un bel po' e mi ritorna il buonumore. Era una carica di felicità, come il suo padrone.
<<Chia, vado a farmi la doccia>>
Mi metto a fumare in terrazza. Sento squillare il telefono, entro pensando fosse il mio, e invece a vibrare era quello di Niccolò. Mi avvicino.
"Federica" stava chiamando. La sua ex.
Lascio squillare il telefono.
Non appena finisce di suonare vedo dei messaggi sul blocco schermo da parte sempre sua "Nic dove sei? Richiamami"
Stava pure risentendo la sua ex.
Ma io non volevo assolutamente farmi prendere per il culo da nessuno, tanto meno da uno che si sentiva tre cazzi e mezzo e conoscevo da qualche giorno.
Prendo la mia borsa e faccio per andarmene.
Esce dal bagno, mi guarda. <<Che stai a fa?>>
<<Me ne sto andando Niccolò>> dico con la voce strozzata.
<<e perché te ne stai andando?>>
<<Perché io non dovrei nemmeno essere qui>>
Si avvicina. Aveva i capelli bagnati e spettinati. La tovaglia attorno alla vita e quel fisico pieno di tatuaggi che mi distraeva dall'andarmene.
Si avvicina a me sempre di più.
<<Secondo me dovresti proprio essere qui invece>>
Aveva uno sguardo che mi immobilizzava. Tenevo la maniglia della porta con una mano e con l'altra stringevo il pugno cercando di non piangere.
Mi sentivo così vulnerabile.
Mi prende la mano.
<<Che succede?>>
Sbotto.
<<succede che io me lo scordo ma tu sei un personaggio famoso. Succede che io sono stata male troppe volte e ho paura di continuare a star male. Sono venuta a Roma per scappare dai miei problemi, dal panico infame che mi limita l'aria. E qui volevo rilassarmi. E ci sei tu che mi porti in un secondo 3 metri sopra il cielo e poi non lo so cazzo>>
Appena finisco mi rendo conto che stavo urlando. Lui mi guardava in silenzio.
<<Ah chiarè, io non so come fare co te. Me fai venì er mal di testa, stai fissa dentro la mia testa tutto il giorno e non te movi>> dice calmo.
Avevo le lacrime agli occhi. Agisco d'istinto. Mi avvicino e lo bacio.
Lascio cadere la borsa. Mi spinge al muro e ci lasciamo andare al bacio più intenso forse della mia vita. Mi stringeva il corpo e mi baciava, le labbra, il collo, e io ero in estasi.
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tra l'eleganza delle stelle
Fiksi PenggemarRoma. Può un viaggio cambiarti la vita? Lei aveva bisogno soltanto di qualcuno che la guardasse come se fosse l'unica cosa bella al mondo, lui aveva bisogno di qualcuno che gli volesse bene aldilà della sua fama; erano perfetti per stare insieme.