Capitolo 30

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Apro gli occhi. Mi giro e lo vedo lì. A petto nudo con una sigaretta in mano mentre mi guarda.
"Buongiorno stella" mi dice sorridendo.

Io potevo convincermi del fatto che era sbagliato stare con lui fino all'infinito, ma quando me lo trovavo davanti crollava ogni muro che provavo a costruire per non farlo entrare più vicino a me.
Io Niccolò lo amo. Inutile mentire a me stessa. Lo amo e lo perdono. Lo sto perdonando già adesso. Mentre mi guarda con i suoi occhi castani e espira il fumo della sua sigaretta.
Io questa scena la voglio vedere ogni mattina per il resto della mia vita.

Mi sollevo un po'. Continuo a guardarlo.
E ripenso a ieri sera.
"Posso dormire con te?" mi aveva chiesto.
"No Niccolò, meglio di no" gli avevo detto.
"D'accordo" aveva risposto lui
"Ok dormi qui" gli avevo detto
Aveva ridacchiato un po'

"Vuoi fare colazione?" Niccolò mi chiede riportandomi alla realtà
Annuisco. Entro in bagno, mi lavo, e mi ricordo che avevo un solo cambio. Un vestitino corto con la schiena scoperta rosa. Metto quello, esco dal bagno. E mi ricordo nel frattempo che dovevo ancora prenotare il biglietto di ritorno.
"Niccolò ho un problema"
Mi guarda e aspetta che continuo a parlare.
"Devo prenotare il biglietto per catania" gli dico
"Te lo risolvo io. Non lo prenoti" mi guarda e fa spallucce.
Sorrido.
"Forse non ci siamo capiti, sono partita con quello. Ho due vestiti e basta" e indico il mio zaino.
Ride.
"Ok oggi andiamo a fare shopping"
mi dice come se fosse la cosa più normale del mondo.
"No" dico categorica.
"Allora fatti spedire una valigia con le tue cose. Mi avevi promesso che avresti passato l'estate con me" fa il broncio.
"Si Niccolò ma stavamo ancora insieme"
"E ora? Non stiamo insieme?" Mi chiede lui con aria confusa.
Lo guardo.
"Andiamo a fare colazione" dico cambiando discorso.

Scendiamo al bar, e mangiamo.
Nel frattempo chiamo mia mamma cercando di convincerla a mettere un po' di roba mia in valigia e spedirla il prima possibile.
Fortunatamente acconsente e sento dal telefono rumore, segno che stava già provvedendo.

"Stasera vieni a stare da me però" mi dice Niccolò.
"Niccolò non possiamo evitare i problemi. Dobbiamo parlare prima o poi" gli dico.
Lui sospira, e annuisce.

Appena finiamo di mangiare saliamo in camera e lui inizia a parlare non appena chiude la porta.

"Lo so. Mi sono comportato male. Ti ho spiegato per telefono i motivi che mi hanno spinto a comportarmi in quel modo. Non sono giustificabile e lo so. Ti ho mentito e lo so. E mi dispiace, tanto. So che ti ho fatto stare male e che hai sofferto per colpa mia e questo mi lacera. Sapere che hai versato delle lacrime per me mi fa stare malissimo."
Lo interrompo.
"Delle lacrime? Niccolò? Per giorni non mi sono alzata dal letto se non per vomitare chissà cosa dato che non mangiavo assolutamente nulla. Per giorni non ho fatto altro che fissare il soffitto domandandomi per quale cazzo di motivo non ti bastassi, perché non fossi abbastanza per te"
i miei occhi iniziano a diventare lucidi e a lui scende una lacrima, segno che davvero non voleva che io soffrissi.
Inizia ad urlare "io ti amo cazzo"
"E allora perché non ti basto?" Chiedo io.
"Non lo so cosa mi sia preso chiara ma ti prego dammi un'altra possibilità perché senza di te non respiro" mi dice esasperato.
"Niccolò lo dici adesso perché siamo insieme, ma la nostra sarà sempre una relazione a distanza. Non potrà funzionare se a te questo non basta."
"Me lo farò bastare. Voglio te" si avvicina "te e solo te" mi prende il viso tra le mani.
Inizio a piangere.
Mi bacia.
"Ti amo" mi dice tra i baci.
"Ti amo anche io" gli dico mentre singhiozzo.
Mi toglie il vestito.

Appena entro a casa sua, sento quel profumo che non sentivo da tanto e che mi era mancato da morire.
Mentre coccolo Spugna do un'occhiata fugace in giro e vedo che tutto era rimasto com'era.

Niccolò mi lancia una sua maglietta nera e la indosso.
Mentre cucina la pasta Io fumo in terrazza e torturo la mia mente.

Entro da lui con gli occhi lucidi.
"Non so cosa fare Niccolò, la mia testa mi sta torturando. Mi dice che sto sbagliando. Mi dice di non fidarmi di te. Ma io voglio farlo. Ma c'è qualcosa che mi blocca" dico mentre lui mi guarda serio.
Si avvicina a me.
"Prova a fidarti. Mettimi alla prova. Che senso ha stare separati se ci amiamo entrambi?" si avvicina sempre di più.
"Io ti amo Niccolò ma il pensiero che tu possa risentire Federica mi strugge l'anima. Mi sento sempre un passo indietro a lei. Come se non potessi mai arrivare ai suoi livelli per te. Come se lei fosse sempre su un piedistallo e qualsiasi cosa possa fare io, non sarà mai abbastanza. Qualsiasi mio sforzo per conquistarti non sarà mai all'altezza di ciò che lei e per te" dico sinceramente.
Sapevo che i miei complessi di inferiorità forse avrei dovuto tenerli per me, che non fossero proprio così sexy e attraenti, che così facendo magari lo avrei allontanato ma sentivo il bisogno incessante di dirgli la verità, di essere trasparente.
"Tu sei tu, lei e lei. Siete due persone diverse e mi piacete per due motivi diversi. In questi mesi ho creduto che Federica potesse colmare, essendo a pochi metri da casa mia, il vuoto che provocava la tua lontananza. Ma indovina un po'? Non c'è riuscita nemmeno lei dal suo famoso piedistallo. Chiara tu sei perfetta così come sei. Sei perfetta perché sei tu, sei unica. Federica non ha nulla a che vedere con te. Non ha assolutamente niente in più rispetto a te.
Federica è stata una parte fondamentale della mia vita, l'ho amata. Ma un uomo lo capisce quando arriva il momento di finire una relazione. Lo capisce quando ormai è tardi e bisogna cambiare strada. Io l'ho capito. Federica ed io ci vogliamo bene e ce ne vorremo sempre. Ma questo non è più da confondere con l'amore. So cosa è l'amore. So anche cos'è l'amore nei suoi confronti. E non è questo. Quello che le voglio io è solo tanto bene,  che si limita alla mia preoccupazione se sta male, al mio lieve piacere se la incontro per strada, ad un breve abbraccio se ci vediamo per caso, come per dire "Ehi ci siamo amati, non me lo scordo mica", ma l'amore è altro, Chiara. L'amore è quando ti guardo negli occhi e vorrei guardarti per tutto il giorno. L'amore è quando ti vedo struccata in pigiama e comunque pensare che sei la donna più bella del mondo. È dirti che voglio chiamare mia figlia Anastasia. È fare l'amore e avere gli occhi lucidi. L'amore è quando facciamo FaceTime mentre mangiamo o addirittura lasciare la chiamata aperta mentre dormiamo per sentirci più vicini. Io ti amo. A Federica voglio bene. La capisci la differenza? Lo capisci chi è sul piedistallo adesso?" dice in modo calmo e pacato.
Io non mi aspettavo queste parole.
Mi aspettavo una risposta nervosa, secca e concisa. Non mi aspettavo questa descrizione approfondita. Forse ha ragione lui. Devo fidarmi di lui.
In fondo non si nega a nessuno una seconda possibilità no?
No, forse era meglio di no.

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