Capitolo 4

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Harleen
20:00
Entro nel parco dell'Arkham Asylum con un mitragliatore come richiesto da J. Sono riuscita a recuperarlo dalla casa di Pamela, è stato Batman a donarglielo. Non essendo molto brava nei combattimenti e poco atletica è stata l'unico cosa che Batman poteva darle per proteggerla da quelli invidiosi di lei che avrebbero potuto attaccarla anche a casa.
Lei non ne sa niente, ed è meglio così. Sto vagando per il grandissimo giardino e non capisco che cosa stia succedendo. Pensavo lo avrei trovato qui, invece non c'è. Continuo a vagare andando avanti e indietro nell'oscurità. Fa freddo e potrebbe mettersi a piovere da un momento all'altro. Non so ancora se questo mitra serva a J o a me, ma mi ha pur sempre comandato di portarlo.
So che è insano ma lo voglio, il fatto che mi comandi non mi da fastidio, mi piace devo dire, e lui è molto più di un pazzo. Lui è intelligente, colto, e non è colpa sua se è diventato così. Il dolce Joseph Kerr voleva un mondo di bene a sua sorella, e la sua scomparsa l'ha reso così. Lui vive la vita libero, spensierato, senza farsi troppi problemi, e anche se si conclude con omicidi e massacri di massa, almeno fa quello che vuole, quando lo vuole e come lo vuole. Questa è la chiave per la libertà.
Ad un tratto sento delle braccia muscolose attirarmi al petto e io mi giro di scatto impaurita. Quando mi accorgo di avere due pozzi di ghiaccio davanti mi tranquillizzo.
<<Bene, bene, bene, guarda cosa abbiamo qui>> sorride sadico.
<<Ciao J>> gli sorrido.
<<Ciao mia bellissima Harley>> e sfoga una grandissima risata. È lunga ed inquietante, probabilmente l'hanno sentita in ogni angolo di Gotham.
<<Ecco a te l'arma che mi avevi chiesto>> gli porgo il mitragliatore di precisione.
Se lo rigira tra le mani facendogli fare qualche giro camminando a cerchio. Ogni cosa che fa è bella, lui è così affascinante.
<<Ma che bel mitra, baby. Dove lo hai trovato?>> sibila con gli occhi spiritati e un sorriso enorme su quelle bellissime labbra carnose. Non so se gli piacerà tanto la risposta.
<<Da Pamela. È un regalo di Batman, glielo ha dato perché si potesse proteggere dagli invidiosi quando lui non può aiutarla>> sussurro impaurita dalla sua reazione.
<<Tu... tu, tu, tu vuoi dirmi che questo mitra è di Batman?>> ride. Urla.
<<Si...>> guardo a terra. Lui continua a ridere in modo insano, una risata che in realtà è bella, poi si blocca e si avvicina alzandomi con due dita il viso per guardarlo.
<<Non sai quanto mi stai rendendo felice di poter usare la sua arma per fare questo massacro, e poi per uccidere proprio lui>> mi osserva serissimo dritto negli occhi, per poi scoppiare un'altra volta in una risata fragorosa, mandando indietro la testa, per poi girarsi dall'altra parte e urlare alla città di Gotham allargando le braccia. È uno spettacolo fantastico. Così inquietante e pazzo.
Rimango a fissarlo imbambolata, finché velocissimo non si gira verso di me mettendomi sulla bocca la mano con il tatuaggio del grande sorriso guardandomi divertito.
<<Ho deciso in questo momento che tu dovrai essere mia. Solo mia. Farò di tutto pur di obbligarti ad amarmi, che tu lo voglia o no>> mi inebria il viso con il suo dolce fiato.
<<Ma io voglio amarti, io ti amo. Non mi obblighi a fare niente>> sussurro aprendogli il mio cuore.
<<Amare e rispettare gli ordini sono due cose diverse, che possono come no andare a braccetto. In quanto mia Regina non dovrai solo amarmi, dovrai anche stare alle mie regole, eseguire quello che ti dico, e assecondare ogni mio desiderio. Devi imparare ad amarmi, perché io non sono un uomo normale che puoi trovare in qualunque città. Oh no, io sono il Joker!>>
<<Lo so J, io ti amo per quello che sei>> accarezzo il suo viso avvicinandolo al mio.
<<Così mi piaci, baby. Questa sera ti lascerò usare un po' il mitragliatore, tanto per uccidere qualcuno per me, ci stai? Loro mi hanno fatto soffrire, mi hanno usato, hanno solo parlato di me. Vendicami>> si avvicina di più.
Non ho mai usato un arma, ne tanto meno una mitragliatrice. Lui vede che esito e si allontana.
<<Vuoi o no guadagnarti la mia fiducia?>> tuona inquietante.
<<Si, tutto quello che vuoi, voglio dimostrarti che ti amo e che ti puoi fidare di me.>>
<<Allora ti conviene farlo, ma solo a chi ti dico io e quando te lo dico io. Per il resto il mitra è mio>>

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