Capitolo 3

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Harleen
Ho passato tutta la notte a piangere e molto probabilmente anche durante quel piccolo lasso di tempo in cui sono riuscita a dormire non ho smesso di bagnare il mio cuscino.
La reazione di J ieri mi ha veramente colpito come un brutale pugnale il cuore, lacerandolo in un milione di pezzi.
È veramente questo quello che faccio al Joker? Lo faccio ridere di me? È questo quello che pensa lui di me, che sono divertente anche quando sono completamente seria? Non dico che lui debba assolutamente amarmi, ma un po' di tatto, un minimo di gentilezza poteva concedermela, sono sempre stata gentile con lui, ho sempre cercato di aiutarlo, soprattutto moralmente, ma l'ho sempre fatto. Ho sempre voluto ascoltarlo, ammirata dai suoi racconti e dalla pazzia che trasmette. Non trovo una valida ragione per la quale lui abbia deciso di raccontarmi tutte quelle cose, eppure lo ha fatto e so bene che stare davanti al Joker, ascoltandolo parlare dei suoi piani e di quello che ha fatto spingendosi in dettagli non utili agli altri, se non per cercare di imitarlo, non è una cosa che succede a tutti, quindi in un certo senso mi sento fortunata. Sono felice che il Joker, il grande, potente e pazzo Joker si sia aperto con me, proprio con me. Eppure di essere gentile non ci pensa minimamente...
Mi alzo dal letto, stanca come mai lo ero stata prima. In un modo o in un altro devo poter recuperare questo sonno, non sono molto pratica nel dormire poco e stare sveglia fino a tardi, svegliandomi poi la mattina dopo relativamente presto. Se questo succede posso diventare particolarmente nervosa.
Faccio colazione e poi mi butto sotto il getto della doccia. L'acqua è calda e mi accarezza la pelle. La sensazione che l'acqua mi regala è sempre bellissima e rilassante.
Finisco la doccia e mi preparo velocemente per andare nel piccolo teatro a fare quello che più mi piace. Preparo anche una borsa con il cambio perché dopo ho un appuntamento con J.
Ormai pronta mi appresto ad uscire, e mentre cammino per i marciapiedi mi arriva una chiamata da Pam.
<<Com'è andata con il signor romanticone?>> domanda Pamela al telefono.
<<Ti prego, lasciami in pace... non gliene frega nulla di me, mi ha riso in faccia quando gli ho detto che voglio cercare di aiutarlo, che voglio dimostrargli che lo amo>> sussurro col cuore spezzato.
<<Ma perché gliel'hai detto?>> dice sbigottita la mia amica.
<<Perché dopo quello che ieri mi hai detto pensavo che ci fosse una possibilità per noi due...>> dico demoralizzata.
<<E c'è ancora tesoro! Ma non credi che sia ovvio che ti rida in faccia? È normale, ti ho detto che ha paura dell'amore, non puoi improvvisamente dirgli tutto quello e pretendere che lui la prenda bene.>>
<<Lo so, ma non mi aspettavo che mi avrebbe lanciata al muro e mi avesse riso in faccia>> torno a singhiozzare.
<<Harley... cosa gli hai detto?>> cerca di capire Pamela.
<<Sono entrata e ho subito messo in chiaro che avrei parlato io, e che al massimo poi lui avrebbe risposto. Ho iniziato a raccontargli quello che tu ieri mi hai detto come se fosse una favola, come se non stessi parlando di lui, sua sorella e Batman, ma lui sin dalla prime parole che ho pronunciato ha capito di chi stavo parlando, e si è innervosito. Era così spaventoso con quello sguardo. Gli ho chiesto di andare avanti e lui, stranamente, si è calmato e mi ha lasciato proseguire. Gli ho detto tutto. Gli ho detto anche che la mia intenzione non era quella di prenderlo in giro, di dirgli che è un mostro, ma di fargli capire che so che l'ha fatto per amore, anche se ha commesso cose gravissime, lo ha fatto per sua sorella, e so che per questo motivo lui ha paura di fidarsi di nuovo di qualcuno, di voler bene o di amare qualcuno. Gli ho detto che però vorrei poter provare a farlo sentire di nuovo amato e dargli una possibilità di amare qualcun'altro, e lui mi ha riso in faccia. Letteralmente.>>
<<Harley... tu sei pazza quanto lui. Come pretendi che lui abbia una buona reazione alla tua confessione se sai che ha paura di quello e dopo che gli fai ricordare la morte di sua sorella? Mi sembra una reazione normalissima quella che ha avuto, troppo normale per essere il Joker, perciò vedi domani come ti si presenta, e poi vedrai cosa fare.
È una normale reazione di respinta delle cose che ti fanno paura, devi fare in modo che lui possa fidarsi di te senza che tu gli dica che deve farlo. Non è così che funziona, e tu cara la mia psichiatra dovresti saperlo meglio di me! Fai in modo che si fidi di te, aspetta, sii paziente, e vedrai che forse lui riuscirà ad amarti.>>
Riattacca e mi lascia sola nei miei pensieri. Continuo a camminare per andare verso il piccolo teatro adiacente ad una chiesetta. È molto carino e quasi intimo. So per certo che è chiuso, che non c'è nessuno, perciò lo uso per fare le mie acrobazie. Sono molto snodata e quello che faccio mi piace, mi sento viva quando mi esibisco tra rampe, cerchi, fasce. È il mio mondo, e saltare sempre più in alto mi fa sentire libera in quel momento sfuggevole che finisce dopo poco che inizia.
Mi posso sfogare, posso esprimere quello che sento. L'aria intorno a me è come se si potesse percepire, come se avesse una superficie su cui io scivolo leggiadra.

Harley Quinn and The JokerDove le storie prendono vita. Scoprilo ora