bullets and guns

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«Aveva un processo stamattina. L'ha trovato l'imputato, è sotto shock. Credo l'abbiano portato in un ufficio, se vuoi interrogarlo, ma non caverai nulla.»
«Chiederò agli agenti che lo tengono in custodia.» osservai il ragazzino che stava schiacciato tra due energumeni.«Anzi, no. Quanti anni ha, diciassette?»
Grace si strinse la cartella al petto, come sempre.«Furto con scasso di una concessionaria. Ti prego, non me lo chiedere. Si è presentato prima per fare buona impressione, o almeno lui dice così. Non ha aggiunto altro.»
«Avrà bisogno di almeno due giorni, per riprendersi. Praticamente inutile. Tu che mi dici?»
«Ti dico che nessuno è entrato qui, e nessuno avrebbe potuto, a meno che...»
«... nessuno possa vederlo. Lo so. Poirot mi ha parlato di alcuni omicidi perpetrati da personaggi dei libri. Una discussione interessante.»
«Tipo?» domandò a bassa voce, seguendomi.
«Oh, Kennedy, per esempio. Mi scusi, può lasciarci il proiettile sulla fronte? Lo esaminiamo noi. Grazie.» sfilai la bustina da un membro del coroner, mentre Grace ancora mi fissava.«Che c'è?»
«Tu hai appena detto che...»
«Una lunghissima diatriba fra lui e Capitan Uncino. Brutta storia davvero.»
Grace continuò a fissarmi ad occhi sgranati, un giovane con la macchina fotografica si girò a guardarci e Poirot si sfilò la pipa dalle labbra per ridacchiare.

«Devi invitare Templeton al poligono di tiro.»
«Scusami?» chiesi lentamente, alzando la testa su di lei. Grace sorrise, girandosi dalla lavagna.
«Massì! Devi farmi avere un suo proiettile.»
«Non ti seguo.»
Alzò gli occhi al cielo, prendendo una foto dal piano vicino alla lavagna. La agitò e me la porse.
Mentre Poirot si avvicinava per guardare, alzai il capo «Cos'è?»
«Un proiettile. Scalfito.»
«Il contatto con la calotta cranica avrebbe potuto...»
«Non ci sono segni.» incrociò le braccia «Ti basta?»
Incrociai le braccia anch'io.«Un difetto di fabbrica, magari.»
«Togliamoci il dubbio, allora. E poi...» mosse il peso da un piede all'altro.«Abbiamo sempre più possibilità che sia lui.»
«E perché?»
Silenzio.
«Grace, cosa hai fatto?»
«Non dirlo con quel tono.» ridacchiò, nervosa.«Come se avessi fatto chissà che. Non ho combinato nulla di grave.»
«Quindi hai combinato qualcosa.» mi alzai «Ascolta, Grace, so che può sembrare strano, ma sto tentando di seguire un tuo consiglio. Fammi capire bene: sei andata da sola a fare cosa?»
«Sono stata alla clinica, stamattina, e ho mostrato una foto di Templeton per-»
«Sei psicopatica?»
«Avevi detto che non ti saresti arrabbiato.»
«Ah no, ho detto che avrei provato ad assecondarti.» alzai una mano.«Ma primo: la presenza di Templeton lì è perfettamente giustificabile con una pista, e un giudice ci riderebbe in faccia. Scommetto che negli ultimi giorni è venuto un paio di volte tranne, tu guarda, la mattina dell'omicidio.»
«Vero.» mormorò.
«Secondo, questa è un'indagine ufficiosa, quindi ufficialmente Templeton non è un sospettato. Sai che significa, accusare un poliziotto di essere pluriomicida nel tempo libero?»
Alzò le spalle, con una maschera d'indifferenza.
«Terzo: Gesù, Grace. Se Templeton viene a sapere che sei andata lì, e lui è l'assassino, sei fottuta.»
«Non ho paura di quello lì.»
«Come se potesse mai prendere di mira di te. È comunque un poliziotto, non è stupido. Quelli attorno a te? Sì.»
Un secondo d'esitazione.«Anche... anche voi?»
Io e Poirot ci guardammo.
«Non è da escludere.» rispose per entrambi, poggiandosi al bastone da passeggio.«In più anche i miei... colleghi potrebbero decidere di farle visita. Le ricordo che abbiamo appurato la loro collaborazione.»
«Ho capito, ho fatto una cazzata, okay. Va bene.» allargò i palmi delle mani.«Possiamo andare avanti?»
«Possiamo andare- stai prendendo questa cosa con parecchia leggerezza.»
«Non è vero.»
Le lanciai un'occhiataccia.«Come ti pare.»
Si sedette alla scrivania. Due respiri profondi.«Bene. Se non è un difetto di fabbrica, e potrebbe non esserlo, è un difetto della canna della pistola.»
«E Templeton è così stupido da usare l'arma di ordinanza per un omicidio.» la interruppi.«Brillante.»
«Non parlare in lingue che non conosco, Malcom. Se non ha sparato lui al giudice Warlove, è tutto da dire. Ed è probabile che sia stato uno di loro», e non sapendo dove indicare, continuò con un:«Dov'è che sei, Poirot?»
«Vicino alla lavagna di sughero, Miss.»
«Fai finta che ti abbia indicato, ti va? Bene. E adesso, dicevo, invitalo al poligono. Un giovane poliziotto che, per farsi perdonare, offre un tipico passatempo da sbirri al suo collega più anziano.» si alzò e inchiodò la foto alla lavagna.
«Ti sembro il tipo, per caso?»
«No. Per niente.»
«Grazie.»
«... Ma Templeton è il tipo che lo apprezzerà. Fidati. Si vede, insomma. È in continua ricerca di reverenziale rispetto da parte dei colleghi.» mosse una mano all'aria.«L'impertinente baby-poliziotto che gli chiede perdono per aver alzato la voce? La Luna sentirà il solletico del suo ego che si alza fin lì.»
Esitai «E io?»
Mordicchiò appena la penna «Tu cosa?»
«Intendo, come mi vedi?»
«Confidenziale.» una pausa.«E io?»
«Vorrei saperlo.» ci guardammo un secondo. Lei inarcò le sopracciglia e si rigirò.«Non sto scherzando.»
Non si voltò ancora, con la penna in mano.«Fammi capire.»
Alzai le spalle, cercando di tagliar corto.«Sei... oserei dire riservata, ma illeggibile è più veritiero, da parte mia.»
«Quindi io...» ridacchiò «Io? Per te?»
«La vuoi piantare?»
«Sono sinceramente lusingata.»
Alzai gli occhi al cielo «Okay, i tuoi dieci secondi di gloria sono appena finiti.»
«Chi ti dice che non lo faccia apposta? A fare tutto questo.»
Mi voltai: personalmente, le avevo dato di schiena per tutto il tempo. Lei stava poggiata con le spalle al muro.
«Scusa?»
«Ti ho fatto una domanda semplice. Ti ho chiesto se, a tuo parere, io non lo faccia di proposito.»
Altro silenzio. Sorriso pacato.«Vado a consultare un trattato in biblioteca, per un esame. A dopo.»
Si scostò dal muro, mi scivolò a sinistra e si chiuse la porta alle spalle.
«Che... strano.»
«Ou contraire.» si auto-citò «Un discorso affascinante.»
«In che senso?»
«Non parlavo mica del suo.»

Cronache Gialle: Dieci Piccoli IndianiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora