I don't know what that means, but the tone was the right one!

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«Grace, che ci facciamo qui? L'appuntamento con Templeton è fra un'ora.»
Lei m'ignorò, facendo scattare l'interruttore dell'obitorio.«Lui non è da solo, e non è stupido. Sa che noi non siamo stupidi, e anche se crede il contrario sa per certo che conosciamo qualcuno che non lo è.»
«Se si riferisce a me, Miss, sono lusingato.»
«E piantala.» sbuffai, reprimendo un sorrisetto.
«E anche lui, come noi, ha una mano su quel fronte. Sappiamo che parla con qualcuno. Sappiamo che un personaggio, forse più personaggi, hanno commesso i delitti dove lui si sarebbe esposto troppo. Sappiamo anche che l'hanno incastrato.»
«E lui ne è consapevole.» mi poggiai al tavolo.«Per questo vuole il proiettile.»
«Esatto!» Grace tirò fuori la lavagna di sughero, molto più ordinata di quanto ricordassi.«Perciò, quando tu sei andato sulla scena del sesto omicidio io ho pensato di...»
«Grace. Ti avevo detto di andare a casa, Cristo.»
Un movimento concitato di mani.«Lo so. Ma avevo bisogno di concentrarmi su qualcosa, buttarmi a capofitto su un pensiero che mi distraesse. Come...»
«Il lavoro.» finì Poirot mestamente «Ironicamente, l'unica gabbia in cui a volte ci chiudiamo di proposito. E buttiamo via la chiave.»
«... Sì.» finì Grace, poco convinta. Non sapeva dove fosse, ma entrambi avevamo afferrato il tono: i suoi occhi viola incrociarono i miei. Io alzai le spalle.«Quindi, ho pensato: tenterà -tenteranno- di manipolarci. Rigirare gli eventi. Farci credere in una giusta causa. Quindi, l'unico modo per essere inattaccabili, l'unico modo per rimanere saldi sui nostri principi...»
«È una solida base.» annuii, convinto «Una conoscenza degli eventi completa quanto la loro. Non fa una piega.»
«Non so cosa significhi, ma il tono era quello giusto!» enfatizzò Grace, correndo alla lavagna. Puntò un dito in alto.«Tre anni fa. Ci sei?»
Annuii «Amy, Calum e Greg sono coinvolti nel processo, ed è la prima occasione di Templeton per conoscerli. Era l'ultimo anno di servizio di Greg per la polizia di Boston.»
«Sera del 12 febbraio.» mi alzai lentamente, seguendo il viso di Calum.«Templeton, perfettamente a conoscenza dei problemi di Calum, lo raggiunge al bar e riaggancia i rapporti con lui iniziando dal processo, a cui ha preso attivamente parte come partner di Greg.»
«Calum aveva anche del Martini, nello stomaco, quindi probabilmente la bottiglia avvelenata è stato un regalo di Templeton. L' ha sorseggiata fino al collasso nel vicolo.»
«E il colpo in testa?» domandò Poirot. Guardai Grace, che scosse la testa, per poi spostare gli occhi sul viso sorridente di Amy.
«Nella notte fra il 12 e il 13 febbraio qualcuno avvelena il cibo di Amy Lou: la proprietaria ha dichiarato che lei preparava sempre i pasti davanti a una finestra. Quindi...»
«Chiunque l'abbia avvelenata, nessuna delle due l'ha visto.» conclusi.
«La ragazza deve essere andata in shock anafilattico, ma la sonnolenza provocata dalla passiflora le ha impedito di chiedere aiuto.» Poirot girò intorno al tavolo.«Il 15 febbraio, due giorni dopo, Greg viene ucciso al parco pubblico. Di nuovo, non ci sono testimoni.»
«Il 16 febbraio è solo una grande ipotesi.» staccai la foto di Mike, il cuoco, dal muro.« Sappiamo che la vittima era un ex pregiudicato, che durante la sua carriera di spacciatore ha fatto fare non poche figuracce a Templeton, ma lo stesso alibi vale anche per un altro paio di poliziotti.»
«È una prova circostanziale.» Grace mosse una mano.«Per quanto ne sappiamo, potrebbe anche essere un imitatore.»
«Nei giorni successivi, Templeton sostiene di avere una pista su Leana, la donna della casa di riposo. Il 20 febbraio viene trovata morta.»
«Due giorni dopo, qualcuno spara al giudice Warlowe con la pistola di Templeton. A quanto pare, non è una svista.» Poirot si accarezzò brevemente i baffi.
«Il 23 febbraio James viene trovato morto per annegamento. È morto intorno all'una del mattino.»
«Il tempo che serviva a Templeton dal poligono a Cambridge.»
Silenzio. Tossicchiai appena, prima di continuare:«E, infine, nella notte tra il 23 e il 24 febbraio, tua madre fa un incidente che le costa la vita. Dobbiamo ancora capire se lui c'entra qualcosa.»
Grace si lasciò cadere all'indietro, sulla sedia, sospirando. Si passò una mano sulla fronte.
«Immagino...» il detective fece due lunghi passi avanti.«Che sia il momento di comunicarvi le mie ricerche.»
Alzai appena la testa.«Scusami?»
«Signorino, vorrei ricordarle che io non ho bisogno di dormire, e che probabilmente questi assassini fanno parte del problema che mi ha portato qui.»
«Che problema?» Grace non sapeva nemmeno dove guardare, quindi si riferiva a me.
«Ah, non lo so. Non abbiamo mai affrontato questo argomento. Ti dispiace, Poirot?»
«Ho ragione di credere che qualcuno, qualcuno del mio mondo, voglia sovvertire l'ordine, una condizione che personalmente deploro. Sarebbe una catastrofe, il modo in cui il nostro universo ne verrebbe danneggiato... danni incalcolabili.»
«In che senso? Tu non sei tipo, non so, immortale?»
«Nessuno lo è, signorino.» lo sguardo di Poirot si addolcì.«Quando la gente non si ricorderà più di me, giungerà anche il mio tempo. Ma c'è un modo per sveltire il processo.»
Grace drizzò la schiena.«Vogliono... ucciderti?»
«Oh, no, miss. Non possono, ma la sua apprensione mi scalda il cuore. Non possono uccidermi. Ma possono fare in modo che la gente si scordi di me. Di tutti quelli che si opporranno. Temo, con una convinzione salda, che chi ci sia contro sappia come fare.»
«Io mi...» sentii la saliva prosciugarsi.«Potrei scordarmi di te, Poirot?»
«Non lei, signorino. Milioni di persone. Adattamenti cinematografici, libri, commedie. Tutto cancellato, in un processo accelerato che alla fine sarebbe comunque avvenuto.»
Quando finì di parlare, intrecciò le dita dietro la schiena. Parve invecchiato di almeno cent'anni, pallido e stanco.
«Ho bisogno del vostro aiuto...» continuò stancamente «Per arrivare alla radice del problema. Non so quanto ci metteremo, ma colossi della letteratura sono in pericolo. Sherlock Holmes. Madame Bovary, per quanto sia irritante quella donna. Elizabeth e Mr Darcy, Romeo e Giulietta, più recenti il Piccolo Principe e Mattia Pascal. L' intera Odissea...»
«Un attimo, sai chi ha scritto l'Odissea?»
«Signorino!»
«Scusa.»
«E la lista è ancora lunghissima. Potremmo star qui tutta la notte. Il punto è, che io ho condotto le mie ricerche. Recentemente, qualche mio conoscente, e anche alcuni Puri, hanno riferito a Boston una certa attività.»
«Tipo?» Grace si poggiò alla mano.
«Delle carte della regina di cuori, Jay Gatsby e Dorian Gray. Nemo da Ventimila Leghe sotto i Mari. Il giudice Wargrave di Dieci Piccoli Indiani per le vie dei parchi...»
«Il verso di Greg aveva qualcosa di diverso. Era in un foglietto.» ricordò Grace, annuendo.
«Una cosa molto da Wargrave, i fogli di carta. Un perfezionista mascalzone bastardo.»
«Poirot, ha ucciso nove persone, più lui, perché lo trovava appagante.»
«Difatti.»
«Gatsby nel libro non mi sembrava così cattivo.» mormorò Grace.«Mi stava simpatico. Erano Daisy e Tom, gli stronzi.»
«Non siamo esseri incorruttibili, miss. E Daisy è una ragazza molto dolce, seppure un po'ingenua. Ha lasciato Tom tempo fa.»
«Che scoop.» borbottai con voce piatta, ed entrambi mi guardarono male.«Che c'è? Fondamentalmente il Grande Gatsby è un uomo che ha finto di essere un altro per gran parte della sua vita. Non si chiamava nemmeno Jay Gatsby.»
«Non è questo il punto del Grande Gatsby.»
«E quale sarebbe, Grae? L'eterna devozione di un uomo per una donna? Annullare il suo stesso essere per piacere a una ragazza? Molto profondo.»
Lei avvampò, guardando altrove.«Poirot, scusami, voi avete un capo o cose del genere?»
«Siamo indipendenti, miss. Molto spesso nemmeno ci conosciamo tutti. Ma o l'affluenza di personaggi è dovuta al nostro nemico, o è una grandissima coincidenza.»
«E se non fosse una grandissima coincidenza?» domandai.
«Significa che noi due siamo un bersaglio, signorino. Vogliono tenerci impegnati per distrarci da quello che sta succedendo, e se poi casualmente ci uccidono...»
«Vi uccidono?»
«... tanto meglio per loro.» finii, ignorando Grace.«Quindi, in conclusione, è molto più grande e pericoloso di quello che sembra.»
Poirot soppesò le mie parole, poi annuí «Non avrei saputo dirlo meglio.»
Il silenzio calò sull'obitorio, pesante. Il mio cellulare vibrò una volta, ma lo ignorai.
Altro messaggio. Grace alzò la testa.«Non rispondi?»
«Non ne vale la pena.»
«E se è lui?»
Presi il telefono, allungandomi sul tavolo, e lo sbloccai.

hai: due nuovi messaggi

numero sconosciuto, 20:4o
a destra, dal Boston Design Center. 21:30, dietro il container nove.

numero sconosciuto, 20:41
spero tu sia bravo a sparare come credo.

••
"Omero o chi per lui", l'unica frase che ti rimane impressa dal liceo classico.
Non preoccuparti, Malcom, il dubbio è lo stesso per tutti.

Cronache Gialle: Dieci Piccoli IndianiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora