Capitolo 7

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Annabeth's pov

Entrai in camera di Percy silenziosamente e senza bussare, mi poggiai allo stipite della porta e lo guardai mentre era davanti allo specchio a sistemare la camicia.

Quando sbuffò per l'ennesima volta decisi di andare ad aiutarlo.

- Dai lascia fare a me - dissi ridacchiando

Finii di abbottonargli la camicia e la stirai sulle sue spalle e sul suo petto.

- Grazie - borbottò

- Sei nervoso? -

- E per cosa dovrei essere nervoso? -

Alzai gli occhi al cielo.
Voleva far vedere che questa cena di lavoro del padre non gli faceva effetto, ma in realtà non era così e lo sapevo. A Percy piaceva fare il duro e fare l'indifferente nelle questioni che riguardavano il padre.

- Andrà tutto bene - gli sussurrai baciandolo

- Guarda che a me non cambia nulla - si lamentò - Non farti strane idee -

- Percy...sei incorreggibile -

                            ***

Percy's pov

Troppa gente, troppo elegante, troppo ricca.
Queste cose non mi piacevano e mio padre ci trovava gusto a farmi partecipare a questi eventi.

Mi guardai intorno spaesato: la cena non era ancora iniziate e stavamo facendo l'aperitivo di ben venuto. Parlavano tutti di lavoro, soldi, affari futuri e Annabeth era sparita.
Dove? Non ne avevo la minima idea.

Mi sbottonai i primi bottoni della camicia, cominciava a mancarmi l'aria.

- E quindi è questo tuo figlio? - chiese un uomo avvicinandosi insieme a mio padre

- Si lui è Percy - rispose lui

- E quindi ti affiancherà nel tuo lavoro finché non prenderà il tuo posto, spero che sarai all'altezza di tuo padre ragazzo - disse l'uomo

Feci per rispondere ma mio padre mi sorprese

- Percy è già alla mia altezza, so già che l'azienda nelle sue mani sarà più che al sicuro -

- Hai molta stima di lui - continuò il tipo

- E non me ne pento -

L'uomo annuì e allungò una mano verso di me per stringerla

- Signore, spero di poter lavorare con te in futuro -

- Lo spero anche io - risposi

Poi si allontanò lasciandomi insieme a mio padre

- Pensi davvero quello che hai detto? - chiesi per togliermi un dubbio

Sapevo che mio padre voleva lasciarmi l'Olympia, ma non pensavo che mi desse tutta questa fiducia

- Certo che lo penso, non darei mai la mia azienda nelle mani di un incapace - rispose papà - Sei mio figlio e l'azienda è tua, non ci sono dubbi e non ho mai pensato il contrario figliolo -

- Emh... grazie - borbottai sentendomi arrossire

Non pensavo che mio padre mi vedesse in questo modo e che avesse tutta questa fiducia in me, pensavo di essere solo un combinaguai e che avrebbe preferito dare l'azienda ad uno sconosciuto piuttosto che a me e invece mi ero sbagliato di grosso

- Non so se sono in grado di portarla avanti - confessai

- Non è una cosa che accadrà adesso, ragazzo mio. Ti guiderò io, sta tranquillo - mi disse mettendomi un braccio intorno alle spalle - Adesso andiamo a conoscere un po' di gente -

- Ok - dissi prendendo un bel respiro

Dovevo rilassarmi.

                                 ***
Annabeth mi posò una mano sulla gamba e la guardai facendo un sorriso.
La cena stava andando bene e avevano cominciato a parlare di affari con mio padre. Avevo ormai capito che papà era quello più influente là dentro e la gente considerava anche me come tale. Solo che ero meno capace negli affari e mi stavo agitando

- Percy mi accompagni in bagno? - mi chiese la mia ragazza stringendo la presa

Annuii e mi alzai, porgendogli la mano per aiutarla a fare altrettanto.

Davanti alla porta del bagno, però, mi sorprese: mi afferrò per la camicia e mi trascinò all'interno della stanza.

- Vieni qui, stai andando alla grande ma hai bisogno di rilassarti un po' - mi disse cominciando a baciarmi

Ricambiai subito e con enfasi. Fu Annabeth a prendere l'iniziativa e mi infilò la lingua in bocca per giocare con la mia. Mi accesi all'improvviso, rendendomi conto dello stato in cui ero fino a quel momento.
L'afferrai per le cosce e la poggiai sul ripiano del lavandino per mettermi in mezzo alle sue gambe. Mi staccai e feci una smorfia

- Che c'è? - chiese con il fiatone

- Il vestito - risposi deglutendo - È lungo e ingombrante -

- Se vuoi posso toglierlo - mi disse maliziosa accarezzandomi i capelli

- No, nel bagno no - risposi e la presi per i fianchi per farla scendere

Gli diedi un bacio a stampo e mi allontanai.
Annabeth mise il broncio, delusa dal fatto che mi ero fermato. Ma sul serio, non l'avrei mai fatto in un bagno pubblico e se non mi calmavo un attimo avrei fatto l'esatto opposto di quello che mi stavo ripromettendo

- Non possiamo iniziare e fermarci così - si lamentò avvicinandosi

Indietreggiai fino alla parete. I pantaloni si erano ristretti da un po' e se continuava così sarebbe saltato qualcosa.

- Annabeth sul serio, al bagno di casa ok, in quello pubblico no - dissi e gli indicai i pantaloni per fargli capire che era meglio se mi stava lontano

Ma lei sorrise e si poggiò contro il mio corpo

- Lascia fare a me, Jackson e tornerai a tavola rilassato e come nuovo - sussurrò al mio orecchio slacciandomi la cinta

Oh cavolo!

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