Capitolo |2|

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Mi avevano dato una stanza isolata in un corridoio pressoché vuoto con una porta a chiusura ermetica che si serrava tutte le sere alle otto, entro le quali ero obbligata ad essere a letto. Avevo anche cominciato a riacquisire alcuni ricordi; ancora però nulla di preciso o degno di nota.  

Tutte le mattine mi portavano la colazione in camera e subito dopo essermi preparata mi dirigevo alla stanza di controllo della radura dove, grazie alle scacertole, potevo vedere cosa facessero i miei amici, se la loro vita fosse variata in qualche modo. Non mi sembrava fosse cambiato molto: il lavoro e la ricerca nel labirinto procedevano normalmente. L'unica differenza che notai era che fosse difficile vederli sorridere; sembravano tutti perennemente malinconici. Assistii prima all'arrivo di Thomas e il giorno seguente a quello di Teresa. Vidi come Alby era stato punto e come il nuovo arrivato fosse entrato nel labirinto per aiutare lui e Minho finendo inevitabilmente chiuso all'esterno. Vidi con sollievo i due far cadere quattro dolenti nella scarpata e tornare sani e salvi nella radura, Alby impazzire per il siero e Teresa rimanere in coma.

Una mattina una donna con indosso l'uniforme blu e bianca mi raggiunse nella sala delle telecamere chiedendomi di seguirla. Così feci. Percorsi con lei una serie di corridoi al piano superiore fino a fermarci davanti a una porta; lì si trovava già Ava Paige.
«ciao Amelia» salutò con un sorriso cordiale «cosa vuole farmi vedere?» chiesi guardando per un attimo la porta alla ricerca di una targa; non individuando nulla che potesse rivelarmi cosa ci fosse oltre tornai a guardare la donna «beh pensavo che ti avrebbe fatto piacere vedere Alan. E' da tanto che non vi incontrate dopotutto» spalancai gli occhi irrigidendomi; come avevo potuto dimenticarmi di Alan?

 Annuii più volte e mi fiondai dentro la stanza appena aprì la porta con una tessera di riconoscimento. Dentro vidi un piccolo bambino -avrebbe dovuto avere tra i due e i tre anni- seduto su un piccolo letto che giocava con delle macchinine colorate; aveva un visino infantile dalle guance paffute, i capelli riccioluti e chiari, pelle lattea spruzzata di lentiggini sul viso e occhi azzurri. Era quasi identico al padre. 

Appena ci sentì entrare nella stanza si girò e rimase un attimo a fissarmi inclinando la testa di lato, poi si alzò e si avvicinò a piccoli passi timidi fermandosi proprio davanti a me con gli occhioni lucidi «mamma sei tu?» chiese con una bellissima vocina tremula. Mi abbassai al suo livello sentendo le lacrime minacciare di uscire e annuii sorridendo commossa. Mi saltò in braccio finalmente scoppiando a piangere e io lo strinsi forte sollevandolo da terra. Mi sedetti sul suo lettino e lo cullai finché non si calmò, allora gli feci posare il capo sul mio petto e inizia a fargli carezze tra i capelli mentre guardavo il suo dolce visino bagnato dalle lacrime «mamma cosa ti è successo ai capelli? Sembri più vecchia di Ava» guardandomi con gli occhioni curiosi passò una delle sue manine tra i miei capelli bianchi «non mi piacevano più marroni quindi li ho tinti» sorrisi decidendo di mentirgli per non farlo preoccupare della mia salute. Per fortuna non si fece altre domande e riaffondò il viso nel mio petto «sei comunque bella mamma» sussurrò stringendo le manine sulla mia maglietta. Sorrisi lasciando andare una piccola risata e lo strinsi a me. Mi incupii di colpo alla domanda seguente «mamma...dov'è papà?» non sapevo cosa rispondergli. Di certo non avrei potuto dirgli la verità. Ricordai cosa gli avevo raccontato quando era stato separato da noi: gli avevo detto che era stato mandato ad aiutare delle persone che stavano male e che non sarebbe tornato per un po'. Decisi di mentirgli di nuovo a malincuore «è ancora ad aiutare quelle persone piccolo» «e quando torna?» alzò la testolina contornata dai leggeri riccioli color dell'oro e mi guardò con i suoi occhioni azzurri speranzosi «tra poco tempo piccolo. Non preoccuparti» distolsi lo sguardo accarezzandogli una guancia con la mano. Speravo davvero in quello che gli avevo detto.

The Maze Runner- The ImmortalDove le storie prendono vita. Scoprilo ora