Pics.

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Allison

Quella mattina era incredibilmente fredda per essere solo Settembre. Generalmente a Donhampton il clima era mite, dovuto anche alla presenza del mare. Dovevo studiare e per questo mi ero alzata presto. Inutilmente. Non riuscivo a concentrarmi e le parole scorrevano sul foglio, senza che ne capissi realmente il significato.  Sentii bussare ed i ricordi della sera prima ritornarono prepotentemente.

*

‘Chi può essere a quest’ora?’ chiesi temendo la risposta. Tutte quelle sorprese in poche ore erano davvero troppo per me, ed il messaggio inquietante sullo specchio non faceva altro che aumentare la mia ansia. Vidi Lydia avvicinarsi ancor più a Harry fino a sfiorare la sua mano. Lui si voltò dolcemente per rassicurarla, mettendola al sicuro dietro il suo corpo. Intenta com’ero ad osservare la scena, non mi accorsi che Louis aveva fatto la stessa identica cosa. Adesso riuscivo a vedere solo le sue spalle e i suoi muscoli tesi sotto la maglia, mentre Liam stava per aprire. Qualcosa,però, ai suoi piedi catturò la sua attenzione e si chinò per raccogliere una busta giallognola .

‘Liam? Non aprirla. Potrebbe essere pericolosa.’ La vocina di Lydia distolse per un attimo la nostra attenzione dal misterioso pacchetto che era stato fatto scivolare sotto la porta. ‘Sai, qualche arma chimica, batteriologica. Oggi sono tra le più usate.’

Adoravo quel suo lato molto ‘fantasioso’ , nonostante spesso esagerasse.

‘Lydia, non siamo in guerra e non penso siano dei terroristi.’

Avremmo continuato a discutere, come capitava in situazioni simili, ma l’espressione di Liam, prima sorpresa poi preoccupata, ci fece smettere. Teneva in mano delle foto di quella stessa sera che ci ritraevano. Erano state scattate in momenti ben precisi: io e Louis distesi sul marciapiede ed Harry e Lydia abbracciati.  

*

Un forte senso di nausea si impossessò di me, mentre mio fratello dalla cucina si fiondava ad aprire. Mi ero sentita così debole, così vulnerabile e adesso stava succedendo ancora. Iniziai a tremare, ma non sentivo freddo.

Liam spalancò la porta, in attimi che a me parvero interminabili, e non potei credere ai miei occhi. Niall era lì, con due occhiaie enormi ed un occhio pesto.

‘Liam..posso parlarvi?’ si passò una mano tra i capelli, come faceva di solito quando era nervoso.

‘Non penso ci sia nulla da dire.’

In realtà avrei voluto ascoltarlo, sapere il perché, ma le gambe non rispondevano ai miei comandi.

‘Per favore. Cinque minuti, non ti chiedo di più. E se non vorrà vedermi..io..io me ne andrò e..rinuncerò a lei.’

Liam rimase fermo, valutando cosa fare fino a che non si spostò di lato per permettergli di passare. Fu allora che mi vide. Il suo sguardo non vagò su tutta la mia figura come al solito, ma si fermò sul mio viso. Sapevo di avere delle occhiaie enormi, gli occhi rossi e i capelli arruffati, ma l’aspetto non era una mia priorità in quel momento. Il cuore mi batteva all’impazzata e la stupida paura che potesse sentirlo si impossessò di me. Avrei voluto spegnerlo, farlo smettere.

Questione di sguardi // Louis Tomlinson.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora