The best unexpected

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Allison

Non riuscivo a prender sonno e continuavo a muovermi da un lato all'altro con la vana speranza di poter spegnere i pensieri. Avevo sbagliato poche ore prima a salire su quella moto. Il sorriso di Louis ne era stata la prova. Non avrei dovuto dargli false speranze, non avrei dovuto stargli così vicino.

Ero stata debole, ancora una volta e avevo preferito mettere a tacere la mente e il cuore, lasciandomi accarezzare dal vento. Non avevo pensato all'effetto che tutto ciò avrebbe avuto su di lui, l'avevo capito in ritardo. Conoscevo quello sguardo, perché anche io lo avevo qualche anno prima, prima che le cose precipitassero rovinosamente. Sapevo anche che, nonostante gli avessi fatto capire di voler solo un'amicizia, al cuor non si comanda e lui non poteva smettere di interessarsi a me solo perché ero stata io a chiederglielo.

Ero stata egoista, ancora una volta. Ero così spaventata da essermi aggrappata alle sue ali, senza preoccuparmi di poterle lacerare, proprio come era stato fatto con le mie. Avrei dovuto allontanarlo, avrei dovuto porre fine a tutta questa situazione e lo avrei fatto. Il fatto che io gli piacessi era palese e ne sarei stata felice in un altro momento, in un'altra vita forse. Ma non adesso. Non potevo dare lui ciò che meritava ed era questo il problema. Non potevo e basta. Se ne sarebbe fatto una ragione e infine avrebbe capito che non avermi avuto sarebbe stata la cosa migliore capitatagli. Il bianco non può essere sporcato col nero, perché il grigio può diventare più cupo, ma non può ritornare ad essere candido.

Morfeo non aveva alcuna intenzione di accogliermi tra le sue braccia, e stufa aprii gli occhi per osservare il soffitto buio. Quando dormivo con Niall mi voltavo ad osservare il suo viso sereno finchè non apriva un occhio chiedendomi cosa non andasse. Sorrisi ricordando la sua voce roca e portai una mano sul fianco, proprio dove ci sarebbe stata la sua, se fosse stato con me in quel momento. Nonostante avessi cercato di non ammetterlo per tutto il pomeriggio, mi mancava da morire. Nonostante tutto ciò che era successo, mi distruggeva sapere di non poterlo più avere accanto. Nonostante fosse una mia decisione. Mi alzai e silenziosamente, per non svegliare Lydia, mi avvicinai all'armadio. L'anta cigolò come sempre, ma il respiro profondo e ritmico mi assicurò di non averla disturbata. Frugai tra le pile di vestiti e maglie ripiegate con cura da mia madre finchè non lo trovai: il maglione di Niall, che ero riuscita a nascondere frettolosamente, prima che Lydia impacchettasse anche quello, come aveva fatto con qualsiasi altro oggetto che mi ricordasse lui. Lo strinsi forte, inspirando profondamente. Il profumo era svanito, ma riuscivo comunque a percepirlo, seppur debolmente. Amavo chiamarlo 'maglione felice' perché era legato ad uno dei ricordi più belli che avevamo insieme e che riportavo alla mente quando ne avevo davvero bisogno. Quel giorno aveva organizzato un picnic a sorpresa sul lago vicino a casa dei miei nonni, dove stavo trascorrendo le vacanze. Ero goffamente caduta in acqua mentre cercavo di scappare da lui, come una bambina fugge per non subire il solletico. Faceva ancora freddo e mi diede quel maglione per non farmi ammalare, rimanendo con indosso solo una maglia fina. Sorridevo ancora al pensiero di quella giornata ricca di allegria e felicità. Eravamo noi e la natura, nessun problema, nessuna lacrima, nessuna delusione. Forse, non c'erano stati più giorni così spensierati. Era stato un declino lento e rovinoso che avevo cercato di arrestare, ma avevo fallito senza neppure rendermene conto. Inspirai più forte, scacciando gli ultimi pensieri ed indossai il maglione con la speranza che potesse far terminare quest'incubo e riportarmi su quel lago, con lui, a ridere di me.

Lydia

Mi era sempre piaciuto guardare fuori dal finestrino durante un viaggio, ma quella mattina mi risultava difficile concentrarmi in qualcosa di diverso dalla coscia di Harry a contatto con la mia. Liam si era offerto di accompagnare anche loro, ma Allison aveva deciso di sedersi davanti, abbandonandomi da sola tra il riccio e Louis, che invece non faceva altro che fissare la sua immagine riflessa nello specchietto. Con molta probabilità Harry si era accorto del mio disagio a causa delle guance rosse e più cercavo di non arrossire più accadeva. Con la coda dell'occhio riuscivo a veder il sorriso sghembo nato sul suo volto, dopo avermi visto stringere maggiormente la borsa che tenevo in grembo.

Dovevo restare calma.

Avevo sempre avuto un difetto: pensare troppo. Sentivo la necessità di razionalizzare ogni evento e mantenere il controllo. Non ero mai stata una ragazza impulsiva o avventurosa; non ero mai uscita dagli schemi, non avevo mai preso decisioni azzardate e se da un lato ciò mi aveva aiutato a commettere pochi errori, dall'altro lato rappresentava un gran limite. Soprattutto perché molto spesso, nonostante ci provassi con tutta me stessa, non potevo prevedere ogni aspetto della mia vita e soprattutto non potevo 'prevedere' le altre persone, e perché il pensare troppo mi portava a rimuginare su ogni situazione e ogni imprevisto mi rendeva agitata ed estremamente paranoica. E la gamba che Harry continuava a strusciare sulla mia era un evento non compreso nella lista di quel giorno. La sua presenza stessa era stata una sorpresa.

'Siamo nervose, oggi?'

La sua voce roca fece breccia tra i miei pensieri, impedendomi di restare lucida. Strinsi più forte l'oggetto tra le mie mani.

'Se continui così riuscirò a vedere il fumo uscire dalle tue orecchie.'

Mi voltai a guardarlo per abbozzare un sorriso e mettere fino alla tortura eseguita dalle sue corde vocali sulle mie vie uditive , ma era così vicino che potevo percepire il suo caldo respiro sulla pelle. Risalii lentamente dalle sue labbra ipnotiche ai suoi occhi e lì rimasi ammaliata dal verde ,particolarmente chiaro quella mattina. Fu lui stesso ad interrompere il contatto visivo creatosi e ne fui felice. Lui e tutto ciò che lo riguardava mi destabilizzava ed ero certa ne fosse consapevole, come ero certa lo divertisse vedere quella Lydia fuori controllo che tanto odiavo.

Cercai di spegnere il cervello e rilassarmi chiudendo gli occhi, ma alcuni istanti dopo sentii una leggera pressione sul dorso della mano e mi irrigidii. Doveva aver notato la repentina contrazione dei muscoli del mio corpo, ma non si fermò e intrecciò le nostre dita. Nonostante il battito accelerato e l'imbarazzo che provavo, non lo allontanai e strinsi la presa, facendolo sorridere.

Mi era sempre piaciuto guardare fuori dal finestrino durante un viaggio, ma questa volta guardare il ragazzo accanto a me era decisamente il migliore imprevisto che mi potesse accadere.

Louis

'Finalmente! Non riuscivo più a stare seduto in quella macchina!'

Eravamo appena arrivati e mi ero catapultato fuori per sgranchirmi le gambe, oltre a voler fuggire dai due piccioncini che si eran tenuti per mano per tutto il viaggio con la convinzione di non essere visti.

'Styles, io e te dobbiam parlare, piccioncino. Ma dopo perché adesso scappo che ho biochimica.'

Anche Allison avrebbe dovuto seguire quel corso quel semestre e avevo parlato con la speranza che mi chiedesse di aspettarla, ma non accennava a tirare la testa fuori dalla macchina. Ero certo mi avesse sentito.

'Anche io e Allison dobbiamo seguire biochimica! Aspetta. Veniamo con te!'

Sorrisi a Lydia, felice del fatto che lo avesse proposto. La rossa iniziava a starmi sempre più simpatica ed iniziava quasi a dispiacermi di averla fatta imbarazzare pochi secondi prima.

'Ehm..no, Lydia in realtà io..io devo passare in biblioteca, quindi..ci vediamo dopo. Ciao!'

Era balzata fuori dall'auto così velocemente da non permettermi nemmeno di elaborare le sue parole, lasciandoci lì tutti esterrefatti.

'Ma quale libro le serve, se li ha già tutti?'

Lydia mi guardò interrogativa e l'unica cosa che potei fare fu alzare le spalle.

Mi stava evitando tutta la mattina, ed io ero stato così convinto di me stesso da non essermene reso conto. Per questo non aveva voluto prender posto nei sedili posteriori, in modo da evitare ogni contatto ed era scappata prima che potesse anche solo incrociare il mio sguardo. Non mi aveva neanche considerato, come se non fossi lì anche io! Ogni volta che pensavo di aver fatto progressi con lei, mi ritrovavo invece ancor prima del punto da cui avevamo iniziato, come nel gioco dell'oca quando dopo aver tirato il dado, hai l'obbligo di tornare indietro. Solo che a me questo gioco iniziava a stancare.
Buonasera everybody!
Scusatemi. So che il capitolo è iniziato 'bene' ( si la parte di Als mi piace) ed è finito da schifo. è stato difficilissimo terminarlo, tanto che ho pensato di postare un mini capitolo col solo punto di vista di Allison. :(
Per cui, sentitevi pure liberi di lanciare uova e pomodori alla sottoscritta.
A presto, L.

Questione di sguardi // Louis Tomlinson.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora