Perchè non me?

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Allison

 ‘Sei sicura? Se hai cambiato idea, posso sempre tornare indietro.’

Sicura era una grossa parola per me, l’eterna indecisa. La paura di commettere un passo falso a volte era così grande che senza il consiglio di Liam o di mia madre non riuscivo a prendere una decisione. Oppure dopo aver scelto da sola, mille dubbi mi hanno sempre assillato finchè qualcuno non mi convinceva di aver fatto la scelta giusta. E nonostante odiassi questa parte di me,non avevo mai fatto nulla per modificarla nonostante mi ripromettessi di essere più decisa la prossima volta. Liam si ostinava a ripetermi che faccio troppo affidamento sul futuro senza prestare abbastanza attenzione al presente e sapevo avesse perfettamente ragione, ma era più forte di me. Vorrei fosse stato qui per potermi suggerire la risposta migliore, ma ero sola con Louis e dovevo sbrigarmela da me. Quando si è indecisi tra un si e un no, la risposta da dare è si  perché se fosse un no, lo sapremmo..no?

‘Si.’

Sorrisi per rassicurarlo non certa fosse il monosillabo corretto da pronunciare, non certa fosse la mossa giusta ma il bisogno di avere qualcuno accanto sovrastò qualsiasi altro pensiero e la paura di restare sola non mi permise di ragionare lucidamente probabilmente.

Sorrise di rimando e mi venne da chiedermi se non ci fosse qualcosa di sbagliato in tutto ciò nei confronti di Niall. Non sarebbe successo niente, ma era troppo presto. Cosa avrebbe pensato nel sapermi in casa con lui? sicuramente sarebbe saltato a conclusioni affrettate e probabilmente sarebbe venuto a dirmene quattro. Ma non era quello il momento per preoccuparmene, avevo bisogno di Louis per lasciare Niall fuori dai miei pensieri e per impedirmi di stare sotto le coperte per le prossime ventiquattro ore.

 Egoista era la parola giusta, non sicura.

 ‘Se continui così, vedrò il fumo uscire dalle tue orecchie.’

Non mi ero nemmeno resa conto di essermi persa, ancora una volta, nel vortice tortuoso presente dentro la mia testa.  

‘Scusa. Generalmente sono più loquace. ‘

Mi concentrai sullo scatto della serratura, senza sapere cos’altro aggiungere. Sperai con tutto il cuore che lui sapesse come interrompere quel silenzio imbarazzante instauratosi tra noi.

‘Lo so. E non c’è bisogno di scusarsi sempre, sai? Uno studio dice che la maggior parte delle volte che ci si scusa, la colpa non è nostra.’

La sua espressione solenne mi costrinse a reprimere una risata. Sembrava un bambino che dimostrava agli ospiti di aver studiato abbastanza.

 ‘Davvero? Chi ha fatto questo stupido studio?’

Non rispose immediatamente, perso nell’osservare la mia camera e i suoi monili. Osservai la sua espressione assorta davanti alle foto appese alla parete bianca.

‘Il sottoscritto. Non ci credi?’

Non mi diede il tempo di controbattere, e si voltò verso di me con un sorriso dipinto sul volto.

Questione di sguardi // Louis Tomlinson.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora