Resta.

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Harry

Nel vedere Allison con Niall, non potei non sentirmi in colpa. Se solo le avessi mostrato quelle foto stamattina, non si sarebbe sicuramente fatta abbindolare. Avevo sbagliato ad aspettare, ma era da ieri sera che ci riflettevo: quando e come gliele avrei dovute dare? Probabilmente davanti agli altri si sarebbe sentita umiliata ancor di più, per cui avevo deciso di aspettare. Avrei però dovuto richiamarla, non farla andar via e farle vedere il contenuto di quel pacchetto giallo. All'inizio avevo pensato riguardassero me e Lydia, invece riguardavano solo e soltanto Allison ed io mi sentivo in dovere di mostrargliele. Forse era questo il motivo per cui mi erano state spedite? Chiunque fosse stato sapeva che la mia coscienza non mi avrebbe permesso di tenerle nascoste? Se solo fossi stato meno distratto, avrei evitato che tutto si complicasse ancor di più.

Allison

Non esistevano i vecchi signori seduti accanto a noi che discorrevano sulle notizie del giorno, non il rumore delle tazzine sul bancone, non il rumore delle pagine di giornale sfogliate bruscamente, non l'aroma dolce del caffè. Solo i suoi occhi, la sua risata e il suo viso vicino al mio, troppo vicino. L'incantesimo era stato gettato senza che me ne accorgessi o che potessi far qualcosa. Eravam io e lui, come sempre. E l'avrei baciato, sarei ricaduta nella sua trappola, che io vedevo come una gabbia dorata, se il telefono non avesse cominciato a vibrare prepotentemente nella mia tasca. Lo presi velocemente per poterlo mettere a tacere e perdermi ancora una volta nel suo profumo, ma il numero sconosciuto attirò la mia attenzione e feci scorrere il dito sullo schermo.

'Ciao Allison, sono Harry. Probabilmente non è questo la maniera adatta, ma credo sia il momento giusto per mostrarti queste foto. Se hai bisogno di chiarimenti, anche se non so dirti molto di più, adesso sai dove trovarmi.'

L'incantesimo era stato interrotto, aveva esaurito la sua magia ed io ero improvvisamente rinsavita.

Se avessi chiuso gli occhi tutto sarebbe svanito e saremmo stati ancora solo io e lui? Ci provai, augurandomi funzionasse, ma quando li riaprii quelle foto erano ancora lì, sotto i miei occhi e sotto il suo sguardo inconsapevole. Improvvisamente il vociare degli altri clienti, il tintinnare dei cucchiaini sulle piattine, lo scorrere frenetico delle pagine, la risata di un bambino divennero chiare e troppo forti per il mio udito sensibile.

'Allison. Allison, che succede?'

La sua voce non era più una melodia per le mie orecchie, ma un forte stridere come il gesso che graffia la lavagna.

'Io..'

Annaspai alla ricerca di aria che i polmoni si rifiutavano di far entrare.

'Io so quello che non vuoi che io sappia, Niall.'

Non gli lasciai il tempo di ribattere e mi alzai, scappando da lui e dal suo incantesimo. Dovevo allontanarmi, dovevo porre quanta più distanza possibile tra noi, così da non poter più essere ammaliata, così da poter vedere solo le mura fredde e in rovina di quel castello che mi era sembrato così accogliente e caldo anche pochi momenti prima.

'Allison!'

La sua voce lontana, le mie gambe veloci, il petto che frenetico si alzava e si abbassava alla ricerca di più ossigeno. Una goccia, quella che annuncia un gran acquazzone, quella che ti avvisa di ciò che sta per succedere, quella che invece non era arrivata prima nella mia vita, cadde sul mio viso. Come se anche il cielo mi stesse concedendo il permesso per poter piangere in mezzo alla strada senza rendermi ridicola.

'Allison! Fermati, Allison!'

Non mi sarei bloccata, non mi sarei voltata non adesso che i muscoli andavano da sé, non adesso che la crepa era diventata più grande, non adesso che il suo effetto ipnotico era terminato.

Questione di sguardi // Louis Tomlinson.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora