Capitolo 12.

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Oggi, 11 dicembre del 2016, la sedicenne Alice Jones, è stata investita da un autobus in corsa. Stava attraversando la strada, affermano alcuni presenti sulla scena del delitto, si è fermata e l'autobus l'ha presa in pieno.

Abbiamo intervistato l'autista ancora sconvolto dalla piega dei fatti:

- com'è successo, ci racconti la sua versione.

" stava attraversando la strada, io ero ancora l..lontano. Sapevo che avrei avuto il tempo di frenare, m..ma lei n..non.. Mi scusi..

Dicevo, lei non ha proseguito avanti come immaginavo. Si è bloccata di colpo, si, di colpo! Ha incrociato le braccia, e ha guardato alla sua destra, salutava qualcuno con la mano, sorrideva. Poi si è girata verso di me.. E io.. Non ho mai visto espressione più agghiacciante sulla faccia di una ragazzina.."

- può descriverci il suo volto?

"Era bianca, come un fantasma. Aveva gli occhi pieni di lacrime, ma sorrideva. Uno di quei sorrisi c..consapevoli. Ha mormorato qualcosa, sono riuscito a ricordarmi cosa aveva detto solo dopo l'incidente: <mai più.> Io penso.. Si insomma.. O era sotto effetto di droghe o simili.. Ma.. Non ci credo ancora. In un primo momento ho pensato al suicidio.."

-quindi lei è convinto che si tratti di un suicidio?

"Direi.. Di si."

-aspetteremo i risultati delle analisi tossicologiche e dell'autopsia sul corpo della piccola Alice, da Jane Smith, per la CNN è tutto.

Gabriele spense il televisore. Non mangiava dalla notizia dell'incidente. L'aveva lasciato solo, come aveva potuto? Sembrava guarita, stava bene, le sue guance non avevano ancora ripreso colore ma era un po' più viva. Mangiava di più, dormiva di più, non parlava più di morte e di farmaci per la depressione, aveva smesso di prenderli.

Aveva smesso di prenderli.

Ma certo.

Fece il numero dello psichiatra di Alice: "dottore mi scusi, sono Gabriele, si.. Grazie.. Dispiace a tutti.. Le volevo chiedere quando aveva consigliato ad Alice di smettere di usare i farmaci antidepressivi, e sospendere le sedute mensili."

- non le ho mai detto di farlo.

"Sta.. O mio Dio. Sta scherzando.. Alice, oh Alice.."

Cominciò a singhiozzare, e riattaccò il telefono. Adesso aveva la certezza dell'idea che gli era balenata in mente.

Suicidio. L'autista aveva ragione.

E lui non si era accorto di niente.. Lui che le stava accanto, non si era mai accorto di niente. Ma certo no, tutti particolari che lei teneva per sè, non voleva farlo soffrire.

"CAZZO ALICE. COME HAI POTUTO? AVRESTI DOVUTO DIRMELO, INSIEME POTEVAMO USCIRNE DI NUOVO. O forse non ne sei mai uscita.. Mi hai fatto credere di stare bene perché.. Perché volevi che io fossi felice per un po', hai messo davanti me.. Oh Dio aiutami. L'avevi creata troppo altruista. Così fragile.. Così speciale per me.. Era l'unica persona in grado di combattere a denti stretti e di pensare alla mia felicità come una cosa da non sottovalutare. Oh Alice.. Mi dispiace tanto. Mi dispiace tanto. E tu non ci sei più.. Non ci sei più.." Urlò più a sè stesso che al cielo.

Si accasciò distrattamente sul divano, a piangere e dormire.

Una rosa d'inverno.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora