Capitolo 5, il bacio.

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Sognare un bacio penserete, è una cosa piacevole.

Non lo metto in dubbio.

Ma se il ragazzo che state baciando è il vostro migliore amico, la persona a cui tenete più al mondo, e dopo quel bacio le cose sono andate degenerando, allora no. Non è piacevole.

Scivolai nel sonno alle ore undici e mezzo. Venivo risucchiata da due braccia calde, uno spirito mi tratteneva giù, come le sirene divorano i marinai sott'acqua.

Ed ecco apparire una scena nel fumo.

Mi ritrovo nel bagno di casa mia, con accanto la mia vecchia e ormai dimenticata migliore amica, Lisa.

Lisa era come una sorella. Da piccole ci scambiavano per gemelle, quando camminavamo per strada.

I suoi occhi erano marroni, i suoi capelli anche, leggermente più lunghi dei miei. Aveva le labbra fine e il naso grazioso. Una dentatura perfetta se non per uno dei denti davanti, un po' più lontano dall'altro. Ma era una cosa che di lei mi piaceva, non avrei sopportato separarmi da quel particolare.

Lisa era alta, magra e ottimista.

Lisa era tutto ciò che io non sono mai stata. Era benestante, ad ogni schiocco di dita otteneva ciò di cui aveva bisogno. A volte mi faceva imbestialire con le sue lamentele sul fisico, pressoché perfetto ai miei occhi.

Eravamo nel bagno al pianoterra di casa mia. E mi stava truccando. Non ero più capace di farlo da sola.

Eravamo vestite con le calze nere, un paio di jeans corti e una maglietta a maniche lunghe. Praticamente uguali. Capelli piastrati. Occhi neri.

Ero raggiante. Trepidante.

Era il giorno del mio 14º compleanno, erano le otto e mezzo, la pizza era in cucina, e cominciavano ad arrivare le prime persone: mio cugino, Giovanni, Michele, Matilde e infine.. Jem. Splendido come al solito.

Misi da parte i regali, e feci accomodare tutti al tavolo. Parlammo del più e del meno, mangiando la pizza. Decidemmo di guardare un film horror, li amavo e li amo tutt'ora. Tutti si sistemarono, chi sul divano, chi sui cuscini che avevo disposto a terra; mi accorsi che Jem aveva occupato il mio posto, quello più esterno all'angolo. Ero l'ultima, e non sapevo dove sedermi, così lui mi fece spazio sulle sue gambe dove mi accoccolai. Gli diedi qualche bacio sulla guancia. Il mio cuore batteva forte e volevo capire se anche il suo faceva lo stesso. Misi il palmo sul suo petto. Era agitato. Guardò la mia mano, e sorrise.

"Che c'è?"

"Niente."

"Non posso tenere lì la mano?"

"Ahaha nono, anzi. Non muoverti."

Si avvicinò spingendomi verso il bracciolo del divano e dandomi un bacio vicino alle labbra.

Spalancai gli occhi. Mi voleva.

Lo sentivo dalla sua stretta sui miei fianchi. Dalle sue mani che mi accarezzavano. Dai suoi occhi ovunque. Sorrideva come mai lo avevo visto fare.

Mi dissi: ora o mai più.

Misi una mano sulla sua guancia, e cominciai a dargli piccoli baci leggeri sulla guancia. Sempre più vicino alla bocca. Quando arrivai all'angolo delle labbra mi fermai. Lo guardai negli occhi. Lui sorrise, e io capii che mi stava dando il consenso.

Mi guardava come a dire: fallo, baciami.

Ci avvicinammo e fu la cosa più selvaggia e istintiva che io avessi mai fatto.

Gli circondai il collo con le braccia, lui mi strinse i fianchi e in breve le nostre bocche diventarono una. Il suo respiro caldo nel mio. Assaporai ogni lungo istante di tutto quell'impeto. Sentii la sua lingua punzecchiarmi le labbra e io non le schiusi. Stava correndo troppo. Non riuscivo a concedermi totalmente a lui, c'era qualcosa che mi bloccava.

Ci staccammo ansimanti. E sentii le mie due amiche fare: "ohhh, finalmenteee."

Mi nascosi contro il suo petto, arrossendo. Lo sentii fare una risata profonda. Mi tirai su, per continuare a guardare il film, mentre lui mi accarezzava il collo, e il lobo dell'orecchio.

Sorrisi.

Il tempo passò troppo veloce.

Ci ritrovammo in piedi, uno davanti all'alta, le mie braccia al suo collo, le sue sui miei fianchi.

"Dobbiamo rimanere tutta la sera così?"

Non riuscivo nemmeno a parlare.

Era bellissimo. Lo amavo da due anni.

Annuii e mi avvicinai a lui. Inclinò la testa e posò le sue labbra sulle mie. Fu più dolce rispetto al primo. Più controllato e tranquillo. Mi sciolsi tra le sue braccia.

Poi la scena cambiò. Fumo. E due figure in una stanza, due ombre proiettate su una parete. Erano intrecciate e si baciavano con dolcezza.

Non eravamo io e lui. Era lui, con lei.

Mi svegliai, madida di sudore, le lacrime scendevano lente e calde sulle guance. Lacrime amare.

Una rosa d'inverno.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora