3. «Potreste ecco... girarvi?»

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«Non hai altre persone da contattare?»
«Sfortunatamente per te, Parker, no. Almeno ascolta quello che abbiamo da dire.» Il ragazzo alzò un sopracciglio, aveva appena detto "abbiamo"?

«Ora posso fare la mia entrata, Fury?» Peter sentì la voce di una ragazza dal leggero accento canadese. «Vieni pure, Howlett.»

Una ragazza dai capelli castani, leggermente mossi e lunghi fin sotto al seno, fece capolino dalla porta, guardandosi intorno. Quando i suoi occhi scuri incrociarono quelli del ragazzo sorrise.

«Lei è Sybil Howlett. Viene dalla Terra, solo... non la nostra.» Peter spalancò gli occhi. «Vuoi dire che c'è un altro universo?» domandò «Solo uno? Potrebbero essercene un'infinità, ragazzo.» Puntò il suo occhio su Peter.

«Come hai fatto ad arrivare qui?» Chiese il giovane alla ragazza. «Fury ha detto qualcosa riguardo ad uno schiocco che ha... squarciato la vostra dimensione, o qualcosa di simile. Fatto sta che devo tornare a casa.»

Mentre lo diceva, però, negli occhi della ragazza non c'era tristezza. C'era determinazione.
C'era eccitazione -era più forte di lei: quella situazione la esaltava-.
Ma sicuramente tra i sentimenti che provava in quel momento non c'era la tristezza.

Lei sarebbe tornata a casa, a qualunque costo.

«Ci aiuterai, Spider-Man?» Chiese la giovane mutante.

Lo sguardo del ragazzo si spostò da lei a Fury, per poi tornare su di lei.

Sospirò, guardando per terra: era stanco, davvero stanco, di combattere. Voleva solo riposarsi, era chiedere tanto? Aveva intenzione di rispondere di no. Avrebbe decisamente risposto di no. Alzò lo sguardo, facendo scontrare il
Suo sguardo con quello della ragazza: la determinazione sul suo volto lasciò Peter a bocca aperta. Lei voleva combattere. Era lontana da casa, forse non avrebbe più fatto ritorno. Ma era determinata a fare di tutto, pur di riabbracciare i suoi cari. Peter non riuscì a darle un "no" secco.

«Ci penserò, ma se dovessi dire di sì, avrò bisogno di un costume nuovo, altrimenti metterò a rischio la mia identità.»

La ragazza sorrise, per poi avvicinarsi a lui e tendergli una mano.

«Forse dovremmo fare le presentazioni ufficiali.» ridacchiò «Io sono Sybil Howlett, ma questo già lo ha detto Fury.» Il ragazzo le strinse la mano. «Peter Parker.»

«Bene, se avete finito, io direi di andare.»
«Andare dove, Fury?» Domandò il giovane eroe. «Vedrai. Ed ora metti il tuo vecchio costume.»
«Ma ho appena detto che-»
«Lo so, cosa hai appena detto, Parker. Ma a meno che tu non voglia rischiare di più, metti il costume e seguici.» Peter sospirò, andando a prendere il costume in valigia «Potreste ecco... girarvi? Devo mettere il costume.»

***

«Lui è il signor Beck, anche lui viene da un altro universo.» Peter e Quentin si presentarono, stringendosi la mano. «Ci siamo già incontrati, più o meno.» Disse il giovane eroe, ricordando quando, quella mattina, l'uomo che ora era di fronte a lui era intervenuto per sconfiggere -anche se non definitivamente- un mostro fatto interamente d'acqua.

«E così tu sei Spider-Man... Fury mi ha parlato di te, sembri in gamba. Saresti stato utile nel mio mondo.» Il ragazzo aggrottò le sopracciglia. «Nel suo mondo? Perché, cos'è successo?»
«Vedi questi?» Domandò, indicando un ologramma che mostrava un gruppo di mostri. «Loro sono gli elementali, e hanno distrutto il mio mondo. Conosci già quello fatto d'acqua, che ti ha attaccato sta mattina.» Peter annuì, in silenzio. «Come si sconfiggono?» Domandò Sybil, che era stata in silenzio per tutti quel tempo. «Non lo so, miss Howlett. Non so neanche se si possano sconfiggere.»

«In poche parole,» si intromise Fury «il mondo è in pericolo, dobbiamo salvarlo, e tu verrai con noi, Parker.»
«Ma perché io? Ci sono così tanti supereroi. Non potete chiedere a Thor?»
«Fuori da questo mondo.»
«Captain Marvel?»
«Indisponibile.» Rispose Maria Hill, prendendo parola per la prima volta durante tutta la discussione. «Io sono solo un amichevole Spider-Man di quartiere.»
«Ma per favore, sei stato nello spazio.» Disse Fury, guardando il ragazzo.

«Bene, è okay, riusciremo a salvare il mondo anche senza il tuo aiuto, Peter Parker.» Disse la mutante, sfoderando i suoi artigli adamantini e iniziando ad affilarli tra di loro, sfregandoli e facendo un rumore fastidioso. «Ora puoi andare, se proprio vuoi.» Guardò il ragazzo con un po' di disappunto: davvero non voleva aiutarli? Eppure era un eroe.

«Io...» Il giovane eroe si fermò a osservare la ragazza «Non posso aiutarvi, non sono abbastanza... ecco...»
«Ti stai arrampicando sugli specchi. Ma va bene così, non posso obbligarti ad aiutarci, se non vuoi, anche se è questo che fanno gli eroi: salvano la gente, ma forse su questa terra avete un concetto diverso di "eroe".» Lanciò uno sguardo di sfida a Peter, ritirando gli artigli. «Penso che abbiamo lo stesso concetto, invece, solo... sono in vacanza.» La mutante si avvicinò a lui. «Hai detto che sei stato attaccato da uno di quei mostri, quegli... elementali, giusto? E se dovessero riattaccare? Cosa farai, gli lascerai distruggere il mondo?»

Peter sospirò, abbassando la testa e scuotendola: non era da lui mettere in pericolo gli altri. Lui salvava le persone. Era un eroe.

Guardò Fury, poi Maria Hill e spostò il suo sguardo anche su Quentin Beck, tutti in silenzio e in attesa di una sua risposta.

«D'accordo, vi aiuterò.» Disse, spostando la sua attenzione su Sybil e incrociando i suoi occhi tristi con quelli della ragazza, che sembravano bruciare per la determinazione.

La ragazza sorrise, prendendo l'elastico giallo che portava al polso e legandosi i capelli in una coda alta.

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