18. «Lavoro CON Spider-Man, non per Spider-Man»

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Erano arrivati a Londra.

Mysterio aveva parlato di Londra, effettivamente, e Sybil sapeva di dover stare allerta.

"Qualsiasi cosa qui può essere pericolosa. Chiunque può essere alleato di Beck."

Si avvicinò a Ned, Betty ed MJ -con Flash al suo fianco-: sapeva che Mysterio avrebbe colpito i tre. E non avrebbe lasciato Flash da solo.

"Devo solo... essere Wolverine."

Si disse, mentre si mordeva il labbro inferiore.

Era più difficile di quel che aveva pensato nei giorni in cui sognava di prendere il posto del padre.

Doversi far carico di diverse responsabilità.

Salvare vite.

Salvare luoghi.

Era complicato, eppure Peter lo faceva -a quanto detto da Fury da qualche anno.

Peter, che aveva la sua stessa età (NDA: ho abbassato l'età di Sybil a 16 anni. Anche per esigenza di trama).

Adorava quel ragazzo.

"E ora lui mi odia. Pensa che io lo abbia tradito."

Strinse i pugni.

Non riusciva a non pensare a Peter, quel ragazzo era entrato di prepotenza nella sua testa e non sembrava voler uscire. Si era sentita subito affine a lui e sapere che non si fidava di lei le faceva male.

Certo, era comprensibile, visto il tradimento di Mysterio, ma le faceva male.

Il cuore le martellava nel petto, mentre sentiva gli occhi pizzicare e un senso di vuoto la pervadeva.

Si sentiva strana.

Impotente.

Aveva provato questa sensazione solo una volta nella sua vita, a dodici anni. Dopo quel giorno si era sempre impegnata e aveva quasi sempre trionfato.

Ma in quel momento si sentiva sola, impotente e triste.

Aveva paura di non riuscire a proteggere i compagni di Peter, senza l'aiuto del ragazzo. Ormai aveva capito, durante i diversi giorni passati a Praga, che lei vinceva solo grazie a lui.

Era facile combattere al fianco di Peter. Accanto a lui si sentiva imbattibile e stava davvero bene. Soprattutto, sapeva che si sarebbero guardati le spalle a vicenda, e questo la rendeva più fiduciosa.

E pensare che prima si definiva "la migliore in quello che faceva". Era così arrogante, molto probabilmente se qualcuno avesse detto alla se stessa del passato che si sarebbe sentita così -forte in presenza di una persona e insicura quando questa mancava- lei avrebbe riso in faccia a quel qualcuno.

"Dio, ho fatto un passo indietro rispetto a prima. Non ho bisogno di qualcuno per essere forte."

Si disse.

"«E allora perché senti così tanto la mancanza del ragno?»"

Le rispose una voce nella sua testa. Era una voce gelida, spaventosa.

"Chi sei? Perchè sei nella mia testa? Sei una telepate?"

Sentì una risata.

"«No. Ma non saprai chi sono finché non mi lascerai uscire allo scoperto. E quando cederai mi divertirò.»"

Disse la voce, come una cantilena.

Sybil trasalì.

"«Non dici più nulla?»"

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