17. «Per favore Signore, proteggila»

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Nel frattempo, in un altro universo, Logan -seduto su un divano- stava bevendo un'altra birra -la settima, forse?- nel giro di quarantacinque minuti.

«E quindi l'hai lasciata andare?» Domandò Mary, amica di Sybil, bevendo un bicchiere d'acqua -aveva ventidue anni, quindi avrebbe potuto bere, ma aveva fatto il voto di non farlo finché non sarebbe tornata Sybil. Lo aveva promesso a Dio, e lei era parecchio cattolica.

«Cos'altro avrei potuto fare? Non potevo forzarla. E poi...» fece una piccola pausa, sorseggiando la birra «il suo cuore appartiene a quel posto, ormai.»

«Ma anche a questo!» Esclamò Mary, passandosi una mano tra i capelli rossi tenuti corti.

«Lei appartiene a questo mondo, noi siamo la sua famiglia.» Strinse la collana col crocifisso che portava sempre al collo, mentre si sistemava meglio sul divano. «Io so di non poter interferire con i piani di Dio, e che se Lui ha voluto questo allora c'è un motivo ma...» fece una piccola pausa, guardando Logan. «Mi manca.» Gli occhi azzurri della giovane donna si riempirono di lacrime.

«Manca anche a me, Mary.»

L'uomo abbassò lo sguardo, guardando la sua birra.

«Ma dovevo lasciarla andare. La mia bambina è diventata una donna, ormai.»

Strinse le labbra, alzando lo sguardo sulla giovane donna davanti a lui.

«La mia bambina è diventata Wolverine.»

«Passaggio del testimone?»

L'uomo fece un piccolo sorriso.

«Ho semplicemente pensato che...» sorso di birra «Sybil aveva bisogno di me. Aveva bisogno di Wolverine.» altro sorso di birra. «Fin da piccola ha sempre contato su di me, anche se provava a ottenere la sua indipendenza, faceva quello che faceva perchè sapeva che l'avrei sempre salvata, e ora che lei è Wolverine deve cavarsela da sola e contare solo su ste stessa.»

"E su quel ragazzo" aggiunse mentalmente.

Mary sospirò, giocherellando con la collana col crocifisso.

«Per favore Signore, proteggila.» Bisbigliò, iniziando a pregare.

«E... io ti lascio sola con le tue preghiere. Ciao, cocca.»

Logan si alzò dal divano, tutto mogio mogio.

Si sentiva senza vita. D'altronde, era Sybil che gli aveva ridato il sorriso e che la pura e genuina felicità.

"Ma il tuo posto è quello, bambina mia, e lo accetto."

Si morse l'interno guancia, trattenendo le lacrime: si era sempre fatto vedere forte, non avrebbe smesso adesso, e, soprattuto, Sybil non avrebbe voluto vederlo così.

Sybil.

Chissà cosa stava facendo, in quel momento, la sua bambina.

Se la immaginava sorridente, magari a scherzare, insieme al ragazzo con cui stava lavorando.

O, magari, in quel momento stava combattendo, fiera e potente, per difendere quella terra.

Qualsiasi cosa stesse facendo, Logan sapeva che la ragazza aveva quel suo solito sorriso malandrino.

Il problema è che si sbagliava di grosso.

***

«Non sono mai stata così arrabbiata, Flash!» Sbraitò la ragazza, tra le lacrime, mentre faceva scattare e rientrare gli artigli.

Tremava dalla rabbia, mentre il cuore le batteva forte nel petto -che si alzava e abbassava irregolarmente.

«Si, lo so, lo ripeti da venti minuti. Puoi dirmi il motivo o...?»

«No!» Lo zittì, guardandolo male.

«Okay, allora vogliamo provare a risolvere la faccenda?»

«Oh, la risolverò, Flash, e ti giuro che pioverà sangue.»

«Possiamo risolvere la faccenda senza vendetta

«No.» si morse con forza il labbro. «Sono così arrabbiata, Flash!» Ripetè, per poi lanciare un urlo rabbioso.

"Tu mi hai fatta odiare da Peter, me lo hai portato via, e io ti porterò via tutto, Beck. Fosse l'ultima cosa che faccio."

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