5. «Non sentite puzza anche voi, ragazzi?»

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Quella mattina, appena Peter si svegliò, fu sommerso dalle domande di Ned. «Cos'è successo ieri? Credo di aver perso i sensi e quando mi sono svegliato tu non c'eri.» Il giovane eroe prese un respiro profondo. «Sono stato contattato da Nick Fury e da questa ragazza che viene da un altro universo. Poi sono andato nella base di Fury dove ho incontrato quest'altro tipo che viene da un altro-altro universo e mi ha spiegato che quei cosi che ci hanno attaccato sono degli elementali e hanno distrutto il suo mondo. E mi hanno chiesto di aiutarli.»
«Oh, ma è fichissimo amico!»
«No, non lo è Ned! Io volevo solo una pausa.» Il ragazzo si passò una mano tra i capelli, frustrato. «Ma è okay, ho deciso di aiutarli e lo farò, sono un eroe dopotutto, no?» Si vestì -mettendo sotto i vestiti il costume da Spider-Man-, prima di proseguire con la discussione «Quindi, alla fine, non importa se tutto quello che volevo era riposarmi e... non lo so, dire ad MJ quello che provo?» Mise le scarpe. «Potresti salvare il mondo, dichiararti ad MJ e, tra una "cosa da supereroe" e l'altra, riposarti.» Disse Ned, dirigendosi verso la porta della loro stanza. «Ora dobbiamo andare a fare colazione però, sbrighiamoci.»

Uscirono dalla stanza, iniziando a scendere le scale per andare al piano terra -loro si trovavano al terzo piano-.

«Ned-amorino, Peter!» La voce di Betty Brant, fidanzata di Ned, li fece voltare. La bionda diede un bacio al fidanzato e poi lo abbracciò. «Ciao Betty-biscottino, mi sei mancata così tanto!»

Ned e Betty erano la definizione di "coppia zuccherosa". Erano così uniti ed innamorati, che guardandoli una persona poteva solo pensare di voler trovare un fidanzato, o una fidanzata, con cui creare una relazione bella come la loro. Quei due insieme erano adorabili e Peter era davvero felice per il suo migliore amico.

Prima che i tre proseguissero per andare a fare colazione un'altra voce li fermò: «Ciao ragazzi.» Il cuore di Peter accellerò, appena sentì la voce di MJ «C-ciao MJ.» Balbettò imbarazzato, mentre le sue guance si coloravano leggermente di rosso. «Ciao Peter...» lo salutò la ragazza, anche lei imbarazzata. Per qualche secondo nessuno parlò, è il silenzio che si formò su imbarazzante. «Scendiamo?» La voce di Betty ruppe il silenzio. Ci fu un consenso generale e il gruppo scese finalmente a fare colazione.

Quella mattina avrebbero visitato il museo Peggy Guggenheim, per poi avere del tempo libero e, dopo, sarebbero andati a Parigi. E Peter, ad ogni modo, doveva stare attento, nel caso di un possibile attacco nemico.

***

Il museo era una grande struttura bianca che si estendeva in acqua, così per raggiungerlo i ragazzi dovettero prendere una barca. Peter si ritrovo spesso a fissare la superficie dell'acqua, ansioso e pieno di pensieri, distraendosi dai discorsi degli amici.

Stava pensando alla sera scorsa, quando aveva incontrato Sybil e il signor Beck, che venivano da un'altra dimensione. Pensava a come avrebbe reagito lui, se si fosse ritrovato in un universo diverso dal suo. Non era riuscito a inquadrare i due, o meglio: la ragazza sembrava determinata a tornare a casa, ma l'uomo... l'uomo era alquanto misterioso. Avevano parlato solo degli elementali, dopo tutto, non poteva aspettarsi di conoscerlo bene.

«Peter, ci stai ascoltando?» La voce di MJ lo fece sobbalzare -e, successivamente, arrossire- «Scusa mi ero solo... distratto un attimo, ecco.» Ammise il ragazzo, abbassando il capo. «Di che stavate parlando?»
«Del tizio che ieri è venuto a salvarci, quando siamo stati attaccati da quel mostro d'acqua, quello che sembra un incrocio tra Iron-Man e Thor.» Disse Flash, intromettendosi nel discorso «Ma comunque Spider-Man è meglio.» Peter annuì, poco convinto. «Non lo so, Flash, quel tipo è fantastico.» Si intromise Brad Davis. «Tu che ne pensi MJ?» Domandò poi, guardando la ragazza con occhi adoranti. Peter odiava quello sguardo. Non poteva riservarlo a qualcuno che non fosse MJ? La ragazza scrollò le spalle «Non lo so, l'abbiamo visto all'opera una sola volta.»
«Comunque Spider-Man è meglio, quel tipo non può competere con lui.» Flash fulminò Brad con lo sguardo: nessuno poteva dire che qualcuno era meglio di Spider-Man.

«Okay ragazzi, mi dispiace interrompere le vostre chiacchiere sui supereroi ma.. dobbiamo scendere.» Disse Betty, iniziando ad incamminarsi verso l'uscita della barca, col gruppetto al seguito.

I ragazzi entrarono nel museo, iniziando a guardarsi intorno, mentre la guida spiegava.

«Oddio, guardate lì ragazzi.» Disse Flash, indicando una ragazza, girata di profilo, che si guardava intorno. Il ragazzo fece qualche commento sul sedere sodo e sul seno della ragazza, mentre Peter alzava gli occhi al cielo: davvero stava facendo questi commenti da ragazzino in preda agli ormoni? La ragazza si girò, e Peter la riconobbe: era Sybil.

La pelle chiara della ragazza sembrava risplendere sotto la luce del museo, i capelli erano legati in una coda alta, come la sera e precedente, ma a differenza di quella sera indossava una camicetta a righe gialla e bianca, con i primi due bottoni slacciati -sembrava morire dal caldo, dato che si sventolava con una mano-. Aveva un paio di pantaloncini di jeans, portati a vita alta, che le andavano a pennello. Pensò che molto probabilmente era stato Fury a procurarle quei vestiti, anche se non sapeva come avesse fatto ad indovinare le taglie della ragazza -forse gliele aveva chieste, ma era scortese domandare queste cose ad una ragazza. O almeno, lui non lo avrebbe mai fatto-.

Lo sguardo della ragazza si posò su Peter. Il viso della giovane mutante, dai tratti delicati, era teso, la fronte corrucciata, e il naso all'insù sembrava star fiutando qualcosa. Si avvicinò al ragazzo. Mentre Sybil si avvicinava il giovane eroe sentì dire sottovoce a Flash: «Sta venendo per me, ho fatto colpo.» Alzò gli occhi al cielo.

«Ciao Peter Parker.» Peter guardò con la coda dell'occhio Flash, che aveva spalancato la bocca, mentre Brad ridacchiava. «Buongiorno Sybil.»
«Posso parlarti?» lanciò un'occhiata agli amici di Peter «In privato, possibilmente.»
«Sono ad una visita guidata» spiegò, indicando la guida davanti a loro, intenta a spiegare qualcosa. «Non puoi parlarmi dopo?» La ragazza si morse il labbro inferiore nervosamente, continuando a guardarsi intorno. Si avvicinò al ragazzo, di pochi centimetri più alto di lei -che arrossì per la vicinanza- «Forse dopo potrebbe essere troppo tardi» Disse al suo orecchio.

«Non... non posso allontanarmi però.» Le sussurrò all'orecchio -arrossendo ancora di più-. La ragazza si allontanò da lui, sembrava nervosa. «Questo posto non mi piace. Non sentite puzza anche voi, ragazzi?» Si rivolse a tutto il gruppo, che la guardò stranita.

«No,» inziò Flash «ma, se proprio questo posto non ti piace, dopo potrei portarti in qualche altro posto.» Il tono di voce era malizioso e Peter alzò gli occhi al cielo. «No. Questo è esattamente il posto in cui devo stare, proprio perché non mi piace.» Il suo sguardo rimase fisso su Peter. «Potresti unirti al gruppo e sembrare una turista.» Suggerì il giovane eroe, mordendosi l'interno della guancia. Sybil annuì. «Penso che sarà quello che farò. Così posso provare a dirti quello che dovevo dirti prima.»

I due si misero dietro al gruppo, mentre la guida iniziava a parlare. «Qual è il problema?» Sussurrò Peter.
«C'è puzza di marcio. Non è l'elettricità del pericolo. È proprio puzza di marcio. Sai, quando senti che stia per succedere qualcosa di brutto, tipo un qualche attacco da parte di qualcuno?»
«Pensi agli elementali?»
La ragazza scosse la testa. «È l'odore degli umani, o meglio, di quelli come me:i mutanti. Ogni volta che uno di loro fa, o sta per fare, qualcosa che non va, sento sempre questa puzza.»
«Mutanti? E poi... come fai a saperlo?»
«Uno degli effetti della mia mutazione sono i sensi sviluppati. Percepisco odori diversi da quelli che sentono gli altri. Come il pericolo, o le sensazioni delle persone. E il pericolo ha odori diversi. Per quanto riguarda i mutanti... sono persone che hanno sviluppato il gene X e hanno poteri sovrannaturali. Diciamo così.»
«E sono del tuo mondo, giusto?»
Sybil annuì «Forse lo squarcio li ha portati qui.» L'espressione della ragazza divenne disgustata. «Sono qui.»
«Sono?»
«Si Peter, non è l'odore di un singolo mutante. Appena arriveranno, fai scappare tutti e aiutali a mettersi in salvo.»
«Tu che farai?»
Un sorriso si fece spazio nel volto della ragazza.
«Combatterò.»

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