Sono sempre stata convinta della mia teoria, cioè che la donna non aveva bisogno di nessuno.
Eppure iniziavo a sentirmi vuota, come se qualcosa o qualcuno mi mancasse.
Di affetto ne avevo, dai miei amici, e anche dalla mia famiglia ne ricevevo, nonostante il mio rapporto con loro non era come una volta.
Justin era uscito dal bagno dopo che io avevo annuito timidamente.
Ora mi trovavo in camera mia, ero sola in casa dato che mia madre era in ufficio e non sapevo dove fosse mio fratello. Non me ne importava comunque.
Guardai l'orario sul mio I-Phone e notai che erano le quindici e trenta.
Oggi avevo da fare una ricerca per chimica, ma non ne avevo n'è la voglia, n'è la forza.
Domani avrei inventato che avevo dimenticato il quaderno.
Andai in soggiorno e mi piazzai sul divano con i pop-corn. Stavano trasmettendo Haidi.
[...]
Mi svegliai dal mio sonnellino e spostai la coperta di lana che avvolgeva il mio corpo. Immediatamente guardai l'orologio ricordandomi l'appuntamento con Justin.
Ah, Justin. Era preso per chiedermi cosa eravamo io e lui, ma cosa eravamo? Dei perfetti sconosciuti.
È normale che uno sconosciuto inviti una ragazza a cena? Beh, lui lo aveva fatto. È ne ero grata.
Non sapevo bene il perchè, ma ero maledettamente felice che Justin mi avesse invitata. Magari questa sera uscendo insieme, avrei scoperto qualcosa su di lui. Perchè è questo che volevo, volevo conoscerlo. Avevo quella voglia matta di conoscerlo una volta per tutte, poi si sarebbe deciso cosa saremmo diventati. Sconosciuti? Amici? Migliori amici? Fidanzati? Credo che eliminerò l'ultima opzione.
Lui non starebbe mai con una come me.
Non ero una di quelle ragazze con un'autostima bassa, anzi, ero figa e lo ammettevo, ma lui era così... Lui.
Aveva delle labbra che ti mandavano letteralmente in paradiso, degli occhi che se li guardavo avrei potuto aver paura di annegarci.
Erano le 7:44 di sera, e corsi nella mia camera per vedere i vestiti che avrei indossato.
Faceva abbastanza freschetto, l'aria di Ottobre si faceva sentire, e non sapevo cosa mettere.
Non potevo nemmeno chiamare Alison, dato che sapeva che stavo studiando, e neanche le altre potevo chiamare, dato che avrebbero detto la verità ad Alison. Mia madre non c'era, quindi non potevo neanche chiederlo a lei, così dovevo cavarmela da sola.
Optai per un vestitino nero a maniche lunghe e delle calze a rete.
Poi misi dei tacchi color nero lucido, con una pochette nera brillantinata.
Andai a lavarmi in fretta e furia, uscii dalla doccia e mi asciugai velocemente. Piastra i miei capelli e indossai il vestitino con gli accessori.
Misi un po' di matita, il mascara, e il rossetto rosso che valorizzava le mie labbra.
Mi arrivo un messaggio.
"Sono quasi vicino casa tua bambolina."
Iniziai a chiedermi chi fosse, quando mi arrivò un'altro messaggio.
"Ah, sono Justin." Iniziai a sorridere leggendo il messaggio, sembravo una deficiente.
"Va bene, metto la giacca e arrivo." Risposi.
Indossai velocemente la giacca e misi nella pochette il mio telefono e le chiavi di casa.
Sentii un clacson, la paura si impossessò del mio corpo.
E se gli sarei sembrata una stupida ragazzina? E se avrei detto cose stupide?
Interruppe i miei pensieri il rumore di un clacson, di nuovo.
Iniziai a scendere le scale andando i salone, per poi chiudere la porta alle mie spalle.
Vidi una Renger Rover nera. Era bellissima.
Iniziai a camminare verso l'auto e vidi che lo sguardo di Justin si posò sulle mie gambe. Arrossii.
Aprii la porta della macchina ed entrai aggiustando il vestitino, cercando di allungarlo il più possibile.
-No, lascialo così.- parlò Justin.
-Così come?- domandai.
-Cosi.- disse. Non capii il senso della sua risposta, e iniziai a farmi dei dubbi: avevo detto qualcosa di sbagliato?
-Hai delle belle gambe.- disse leccandosi le labbra.
Arrossii e timidamente mi guardai le unghie lunghe leccate di nero.
Stavo morendo dalla vergogna.
-Stai arrossendo?- disse con un sorriso bastardo sul volto.
-Cosa?Sì, cioè no... Nulla.- dissi nervosamente.
Iniziò a ridere, riempiendo tutto quell'imbarazzo con una risata.
Iniziai a ridere anche io, mi piaceva da morire la sua risata, e poi era anche contagiosa.
-Sei carina quanto sei in imbarazzo.- disse ridacchiando e spostando lo sguardo dalla strada a me.
-Tu sei sempre carino, invece.- mi scappò.
Cosa avevo detto?! Ero per caso rimbecillita?
Ridacchiò.
-Ehm.. Dove mi stai portando?- domandai imbarazzata.
-Un posto solo per noi due, bambolina.- disse leccandosi le labbra.
CIAAAAO BELLISSIME, ECCO UN NUOVO CAPITOLO MLML
![](https://img.wattpad.com/cover/23036230-288-k258088.jpg)
STAI LEGGENDO
Dangerous.
Fanfiction"E ti mostrò le spine per non farti vedere i petali che cadono." In questa storia ci sono contenuti molto violenti, si avvisa la gentile clientela di non leggerla se si è debole di stomaco.